Tecniche di Nostradamus

mercoledì 30 marzo 2011

Gli anagrammi di Nostradamus

Certamente la figura di Tritemio, nel suo doppio ruolo di astrologo e di crittografo, non è sfuggita all'attenzione di Nostradamus.
Tenendo presente che l'arte "dell'enigmistica" andava già molto in voga a quei tempi, cosa potrebbe avere eventualmente preso Nostradamus da Tritemio? Soprattutto la tendenza a nascondere parole o lettere in mezzo ad altre parole.
E' come nascondere un sasso in mezzo ad altri sassi. Solo chi conosce le caratteristiche del sasso nascosto è in grado di individuarlo; per qualsiasi altro osservatore, uno vale l'altro.
Tutta l'opera profetica è ispirata a questo semplice principio: non c'è enigma la cui soluzione non sia sotto gli occhi di tutti; per scovarla non occorrono conoscenze esoteriche o comunque particolari, ma solo la capacità di "vederla". Per esempio, quando ho iniziato il lavoro di decodifica di Nostradamus, mi sono chiesto spesso come avrei fatto, io che non conosco neanche i rudimenti dell'astrologia, a riuscire nel mio intento. Invece, i risultati sono arrivati perché ho capito presto che l'astrologia era solo una copertura mimetica.

Nel "Vero codice di Nostradamus" ho mostrato un caso in cui alcune lettere vanno rilevate a salti, secondo un determinato intervallo (enigma del "Migliaio"). Abbiamo anche visto qualche caso in cui alcuni numeri andavano sostituiti da lettere, esattamente come nel terzo libro di Tritemio.

Una particolarità tipica di Nostradamus è quella di nascondere delle parole ricorrendo agli anagrammi.
Nei secoli si è fatto grande abuso di questi anagrammi; grazie a essi, si è fatto dire a Nostradamus tutto ciò che si è voluto. Infatti, è quasi sempre possibile estrarre delle lettere da un contesto e mescolarle in modo da avere un risultato utile.
Per evitare questi abusi, gli anagrammi di Nostradamus rispondono ad alcuni requisiti che fanno sì, per usare una mia espressione già utilizzata in altre circostanze, che si abbia "l'anagramma giusto al posto giusto". Vediamoli, questi requisiti.

1) gli anagrammi non devono essere troppo lunghi; maggiore è il numero delle lettere in gioco, maggiori sono le combinazioni possibili e, conseguentemente, maggiori sono le possibilità di tirare fuori un insieme di parole di senso compiuto. So di gente che anagramma intere quartine. Non c'è bisogno di ricorrere al calcolo combinatorio per sapere che, a quel modo, le possibilità di estrarre un risultato utile sono praticamente infinite. Questo si chiama "barare".
2) gli anagrammi NON devono ammettere alcuna forzatura. A questo ci ha già pensato Nostradamus, storpiando le parole già all'origine, quando ciò si è reso necessario per mettere a disposizione le lettere che servono all'anagramma. Nel mio libro e in questo stesso blog ho presentato diversi anagrammi. IN NESSUN CASO ho fatto ricorso a forzature; quelle stesse forzature che, invece, sono un'abitudine per gli amanti degli anagrammi a ogni costo. Anche questo è barare.
3) gli anagrammi di Nostradamus sono sempre mirati. Se si sta parlando delle quartine e viene fuori la parola "centurie", la questione ha senso; se, invece, viene fuori la parola "mucca", è evidente che l'esito dell'anagramma è una parola inutile, anche se etimologicamente valida. Eppure c'è perfino chi, violando questo elementare principio, stravolge l'intepretazione pur di valorizzare l'anagramma: anziché utilizzare l'anagramma per convalidare l'interpretazione, trova una interpretazione idonea a confermare l'anagramma.
4) spesso, più spesso di quanto si creda, le possibilità di anagramma sono più di una nell'ambito del medesimo contesto. C'è da supporre che, in alcune circostanze particolari (soprattutto quando si tratta di "dipingere" un'identità), Nostradamus senta il bisogno di confermare ripetutamente all'interprete che la sua lettura è esatta.

Riepilogando: i veri anagrammi di Nostradamus stupiscono sempre per la loro efficacia, per la loro sintesi, per la loro coerenza col contesto. La fotografia è così nitida da rendere impossibile qualsiasi ipotesi di casualità.

Il riesame degli anagrammi da me presentati nel libro e nel blog, che peraltro costituiscono solo un piccolo campionario, permetterà di verificare il rispetto dei principi enunciati.

sabato 26 marzo 2011

Tritemio

Dopo una lunga parentesi, volta a individuare gli obiettivi che hanno spinto Nostradamus a "mascherarsi" da ciarlatano, per non farsi prendere sul serio, passiamo rapidamente in rassegna qualcuno dei personaggi della sua epoca che lo hanno ispirato e dei cui lavori, a volte, ha simulato il plagio.

Il primo è senza dubbio l'abate Tritemio, monaco tedesco vissuto tra il 1462 e il 1516. Studioso di astrologia, il suo nome resta legato soprattutto alla "Steganographia"; un'opera, costituita da tre libri, nella quale egli sosteneva di poter inviare messaggi attraverso l'invocazione di schiere angeliche.
In realtà i primi due libri erano costituiti da formulazioni di natura astologica-esoterica che contenevano al loro interno il messaggio di trasmettere (salto di lettere, di parole e così via). Ecco un esempio:

Aseliel murnea casmodyn bularcha vadusina ty belron diviel arsephonti si panormys orlevo cadon venoti basramym

Una uacat dve solvunt: una inutile, due risolvono.
Cioè, una sì e una no; sia per le parole che per le lettere.

Messaggi codificati, quindi, in un lavoro dichiaratamente crittografico senza secondi fini.

Il terzo libro conteneva anche delle tabelle numeriche, che solo nel 1998 il matematico Jim Reeds è riuscito a decodificare.
Se qualcuno è interessato, indico l'indirizzo dal quale può essere scaricato un pdf della decodifica di Reeds.

http://astrum-obscurum.org/Library/LibraryBase/Renaissance_Magic/Johannes_Trithemius/Steganography_Solved_Book_3.pdf

Si era sempre creduto che il testo originale nascondesse chissà quale segreto. Perfino Daniel Ruzo, uno dei rari studiosi seri di Nostradamus, pensava che si trattasse di un messaggio segreto, fondamentale per l'umanità.
E, invece, il testo decodificato ha messo in luce una ripetizione di frasi banali del tipo "il latore della presente è un ladro".
Insomma, a meno che non si voglia a ogni costo ipotizzare che quelle frasi nascondano a loro volta un segreto, bisogna più ragionevolmente concludere che anche il terzo libro era fine a se stesso: solo una dimostrazione di come si possa occultare un messaggio che resista alla prova dei secoli.

giovedì 24 marzo 2011

Il Grande Monarca

Proseguendo col discorso della strategia di Nostradamus, il grande Monarca è un uomo di antico lignaggio, cresciuto nella tradizione del destino che lo attende. Le Centurie hanno lo scopo di rivelargli i dettagli dimenticati di quella tradizione e di condurlo alle prove della sua origine.

V,41
Nato sotto le ombre e giornata notturna,
Sarà in regno e bontà sovrana,
Farà rinascere il suo sangue dall'antica urna,
Rinnovando il secolo d'oro per il bronzo.


IX,84
Il Re esposto completerà l'ecatombe,
Dopo avere scoperto la sua origine,
Il torrente scopre la tomba di marmo e piombo,
Di un grande Romano di insegna Medusina.


Non è necessario condividere la convinzione di Nostradamus relativa all'attesa di un grande Monarca. Conta invece il fatto che Nostradamus ne è convinto e, proprio per questo, mette in piedi un meccanismo gigantesco, capace di ingannare tutti quelli che vi si lasciano coinvolgere. Evidentemente, Enrico II è solo un destinatario di comodo, visto che è già morto da 7 anni quando Nostradamus pubblica la lettera a lui indirizzata (Ed. Pierre Rigaud, 1566). Nel mio libro, del resto, dimostro come Nostradamus abbia impostato un ingegnoso stratagemma (la scitala) che riconduce l'identità di Enrico II al Monarca Universale della quartina quartina I,4; dimostro che anche la quartina X,72 (quella del 1999 e 7 mesi) riconduce alla I,4. Inoltre affermo (la dimostrazione è contenuta nel libro non ancora pubblicato), che sempre al grande Monarca si riferisce la quartina I,50 (il personaggio del giovedì festivo).

A proposito! La già citata Liz Greene, autrice del romanzo "The dreamer of the vine", era fidanzata di M. Baigent e sorella di R. Leigh, due dei tre autori del "Santo Graal". Se il collegamento Nostradamus-Santo Graal viene intuito anche da queste fonti, mi sento meno solo nella mia convinzione che concorda con la loro ma che, in gran parte, trae spunto da considerazioni diverse dalle loro.
Una nota di curiosità sul titolo del romanzo "The dreamer of the vine". Il vino ha un grande valore simbolico nel Cristianesimo: è il sangue stesso di Cristo; inoltre, richiama il ricordo delle nozze di Cana, quello della parabola della vite e dei tralci, quello della parabola degli operai nella vigna.
Da notare che le parole "the vine" sono state scelte di proposito perché hanno un suono assai simile a quello di "divine": quindi, il titolo del romanzo ha una pronuncia vicina a quella di "Il sognatore di divino".

martedì 22 marzo 2011

Lettera ricevuta

Trascrivo una lettera ricevuta oggi.
La commenterò con calma domani. Anticipo subito che mi è piaciuta moltissimo perché coglie tanti aspetti che sapevo sarebbero emersi. La mia "vigliaccata" è uno di questi; anzi, è un problema che mi ha assillato moltissimo, ma ha qualche ragione di essere. Ringrazio Roberto e lo invito a pazientare fino a domani.

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Buongiorno Natale.
Mi presento : Roberto Lippi, classe 1960, vivo a Brescia e lavoro come agente di commercio, anche se la mia formazione culturale è umanistica. Ti conosco da anni per il tuo sito di Borsanalisi che ho frequentato a lungo per cercare di trarre qualche insegnamento o informazione di carattere finanziario. Ho sempre apprezzato la tua neutralità e lo sforzo di non "vendere" nulla.
Qualche settimana fa ho appreso del tuo libro, l'ho ordinato, ricevuto e letto all'istante. Ti premetto che, pur non essendo un esperto, ho letto alcuni libri al riguardo ( Boscolo, Patrian ) dato il grande fascino che Nostradamus esercitava su di me. Quello di Boscolo è un delirio, mentre il libro di Patrian aveva per me il pregio di riportare il testo originale delle Centurie.
Mi scuso se non mi sono iscritto al blog, ma sono un po' imbranato e mi è risultato più semplice scrivere una mail. Ti autorizzo, se la riterrai interessante, a pubblicare od utilizzare come spunto questa mia lettera.
Ti dico subito che trovo veramente importante e credibile quanto scrivi, anche se tutti i rimandi al secondo libro sono un po' una vigliaccata ! Mi rendo conto che la consapevolezza di essere riuscito dove tutti hanno fallito ti porta a centellinare quanto hai scoperto con anni di lavoro, ma per il comune lettore è una tortura.
Prima di entrare nel merito del tuo scritto, ti dico che credo nell'anima, nella reincarnazione, nella possibilità di "vedere" il futuro da parte dei cosidetti profeti, in quanto il tempo non esiste, o meglio esiste solo per la materia, e dunque l'uomo può entrare in contatto con la dimensione atemporale dell'anima in cui passato, presente e futuro coesistono. I sogni premonitori rientrano, a mio avviso, in questo ambito, rendendo ogni uomo comune un po' profeta. Le ultime scoperte della fisica quantistica portano in questa direzione rendendo credibile tante cose che fino a ieri sembravano fantascienza. Spero che non mi prenderai per pazzo.
Veniamo al tuo libro :
tutti i numeri che ricavi sono più di una coincidenza : sono una certezza
l'idea di un mazzo di chiavi, che tra l'altro si evolve nel tempo. e non di una sola chiave è geniale
le epistole come "libretto di istruzione" lo è altrettanto
numeri e riferimenti astrologici che indicano tutt'altro è senza dubbio uno dei cardini della tua ricostruzione, come gli anagrammi di conferma, il testo in latino, le parole in corsivo.
Ora riprendo la tua scaletta, gioco dell'oca lo chiami, di pag.33

Punto di partenza : durata delle profezie Termine al 2242 d.C. fine del regno del sole
Numero delle quartine Sono 942 e non 1000 con ciò che ne consegue
Suddivisione tra profetiche e strutturali Più o meno 50 % e 50% ( ho capito male ? )
Ordinamento e datazione delle quartine ???
Decifrazione Ad esempio la V,92
Interpretazione ???

Sono sicuro che i miei punti di domanda, relativi al disegno generale di Nostradamus, troveranno risposta nel tuo secondo libro, ma il timore che mi ha preso è la possibilità, come da te scritto, che Nostradamus sia stato un folle di genio, cioè che i meccanismi da te trovati siano fini a se stessi, scompare cioè ogni elemento previsionale dietro ad una raffinata architettura di enigmi dietro cui si cela la pazzia di un veggente . Io non credo questo, ma nel tuo libro, forse volutamente, non traspare nulla della "sostanza" celata da Nostradamus.
E' questa indeterminatezza a lasciare l'amaro in bocca a fine libro. Spieghi la tecnica, ma manca il contenuto. Vorrei intuire il grande disegno alchemico di Nostradamus, ma mi sfugge del tutto. Capisco che non si può avere tutto subito, ma ci sono rimasto un po'male !
Spero che queste mie impressioni non ti infastidiscano. Ho grande stima di tutte le tue intuizioni.
Mi permetto di suggerirti una cosa che probabilmente saprai benissimo : 72 cicli di Roussat corrispondono a 25.512 anni, una cifra molto vicina a quella della precessione degli equinozi che è di 25.786 anni. La presenza dell'astronomia nella storia e preistoria dell'uomo è una costante davvero suggestiva.
Con ammirazione,

lunedì 21 marzo 2011

Nostradamus ciarlatano?

Che interesse ha Nostradamus a passare per ciarlatano, come ho scritto nel precedente messaggio? Perché mai "spreca" l'intera sua vita su un lavoro, per poi renderlo incomprensibile? Che bisogno ha di creare un codice nascosto se, a prescindere da esso, le prime Centurie gli hanno già procurato fama e onore, nonché le simpatie del Re Enrico II di Francia e, soprattutto, della Regina Caterina de' Medici?
Evidentemente ha un obiettivo talmente forte da meritare il sacrificio di una vita intera. Paradossalmente, è proprio questo "sacrificio" a dare credibilità al suo lavoro.
Difficile credere che egli si sia dato da solo l'obiettivo; molto più logico pensare, come fa Liz Greene nel sul romanzo "The dreamer of the vine" (Il sognatore del vino), che Nostradamus faccia parte di una organizzazione che, in considerazione delle sue straordinarie capacità intellettuali, gli affida un compito misterioso.

Nell'epistola indirizzata a Enrico II di Francia, lui stesso dichiara il movente che lo anima: deve trasmettere un messaggio segreto attraverso i secoli a un ben preciso destinatario finale; nessun essere umano deve poter capire quel messaggio, ad eccezione di colui che possiede gli elementi per capire; questo destinatario è l'eletto, l'atteso, il grande Monarca delle quartine I,4 – X,72 e I,50:

I,4
Par l'vniuers sera faict vn monarque,
Qu'en paix & vie ne sera longuement:
Lors se perdra la piscature barque,
Sera regie en plus grand detriment.

Dall’universo sarà fatto un monarca,
Che in pace e vita non sarà a lungo:
Allora si perderà la barca del pescatore,
Sarà retta nel più grande detrimento.


X,72
L'an mil neuf cens nonante neuf sept mois
Du ciel viendra vn grand Roy deffraieur
Resusciter le grand Roy d'Angolmois
Auant apres Mars regner par bon heur.

...usciter le grand Roy = Roy Crestien du Gral (Re Cristiano del Graal)

L'anno millenovecentonovantanove sette mesi
Dal cielo verrà un grande Re del terrore
Risusciterà il gran Re d'Angolmois
Per tempo prima e dopo Marte regnerà.

I lettori del mio libro conoscono il significato del primo verso (1999 e 7 mesi); sanno che non si tratta di una data e sanno che si sta parlando dello stesso Monarca menzionato nella quartina I,4.


I,50
De l'aquatique triplicité naistra,
D'vn qui fera le ieudy pour sa feste:
Son bruit, loz, regne, sa puissance croistra,
Par terre & mer aux Oriens tempeste.

…ra le ieudy pour… = le roy Dieu paru (Il re Dio manifestato)

Nascerà dall'acquatica triplicità,
Da uno che renderà festivo il giovedì:
La sua fama, lode, regno, potenza crescerà,
Da terra e mare tempesta agli Orienti.

sabato 19 marzo 2011

Fonti e ispirazioni di Nostradamus

Nella stesura della sua opera, Nostradamus ha subito l'influenza culturale di personaggi del suo tempo (Crinito, Tritemio, Roussat, Savanarola, Lichtenberger). Quest'influenza non ha generato solo una sorta di ispirazione ma, molto spesso, ha comportato anche una vera e propria "copiatura"; la quartina I,2 e la VI,100 (legis cantio), ad esempio, sono praticamente prese dal Crinito.
I detrattori, ovviamente, ne traggono spunto per denunciare il "plagio" da parte di Nostradamus e contestare la validità dei suoi scritti.
Potrà sembrare, per quanto sto per scrivere, che io voglia fare una difesa di parte, ma posso assicurare che le cose non stanno come sembrano.

All'apparenza Nostradamus sbaglia le date delle previsioni, sbaglia le configurazioni astrologiche, copia i lavori altrui. In realtà, le date non sono mai date, ma codificano qualcos'altro; la stessa cosa vale per le configurazioni astrologiche. Discorso simile per le "copiature", che non sono mai totali; vi sono delle differenze e, nel processo di decodifica, in quelle differenze si annida la chiave di comprensione di ciò che Nostradamus vuole dire.
A volte sembra quasi che il nostro amico si sforzi di passare per ciarlatano e di non essere preso sul serio.
A vedere come sono andate le cose, bisogna dire che, almeno in questo, non è del tutto riuscito nel suo intento. Infatti, a differenza dei detrattori, i seguaci sono stati tanti e, nonostante le storture espressive, sono stati anche ben disposti a un "atto di fede" verso le profezie che leggevano. Addirittura, come ho già detto più di una volta, sono stati perfino disposti a forzare l'apparenza pur di confermare la descrizione profetica di eventi storici. Ciarlatano o no, lo hanno preso sul serio.
Per capire Nostradamus bisogna capire "come" pensava. Per capire "come" pensava bisogna capire la cultura della sua epoca. Per questo sarà necessario passare in rassegna, sia pur rapidamente, qualcuno dei suoi ispiratori.
Prima di tutto, però, bisognerà capire qual era l'interesse di Nostradamus a passare per ciarlatano.

giovedì 17 marzo 2011

La quartina V,92

Facciamo una parentesi, dovuta a una puntata di "Effetto Nostradamus" trasmessa ieri sera da History Channel.
Il taglio di quella serie, come ben sa chi ne ha seguito qualche puntata, è straordinariamente apocalittico e tutti i disastri passati e futuri (previsti) vengono ricondotti a quartine catastrofiche di Nostradamus.
Personalmente ho già avuto modo di dire che Nostradamus si serve di un linguaggio apocalittico per descrivere le battaglie di decifrazione delle sue Centurie. Questa non è un'ipotesi, ma trova esplicito riscontro nella lettura in chiaro dell'epistola a Enrico II che forma oggetto del mio libro non ancora pubblicato.
La trasmissione di ieri riconduceva la quartina V,92 agli ultimi Pontefici (da Pio XI a quello attuale) che avrebbero preceduto l'apocalisse. Nel mio libro (quello già pubblicato) ho invece mostrato come quella quartina si riferisse a Benedetto XIV e ai suoi successori. Ho dimostrato anche che il comune errore interpretativo è dovuto a una lettura superficiale e distorta.
Dice la quartina:

Apres le siege tenu dixsept ans,
Cinq changeront en tel revolu terme:
Puis sera l'un esleu de mesme temps,
Qui des Romains ne sera trop conform.

Dopo il seggio tenuto diciassette anni,
Cinque cambieranno in questo tempo "revolu":
Poi sarà l'uno eletto dello stesso tempo,
Colui che tra i Romani non sarà troppo conforme.

Se il seggio di partenza viene tenuto per 17 anni, "tel terme revolu" significa "questo termine rivoltato", cioè 71.
Infatti, Benedetto XIV tenne il seggio pontificio per 17 anni (agosto 1740 – maggio 1758) e, nei successivi 71 anni (1758-1829), gli successero 5 Pontefici. Poi fu eletto Pio VIII, quello "non troppo conforme".
Il mio libro spiega il significato di quel "non troppo conforme" e dimostra come gli ultimi due versi della quartina si riferiscano proprio a quel Papa.
La spiegazione più diffusa, adottata da "Effetto Nostradamus", giunge a considerazioni errate in quanto si preoccupa solo di rilevare una durata di partenza di 17 anni e un Papa finale straniero (non troppo conforme). Che questo faccia a pugni con tutto il resto della quartina non viene assolutamente preso in considerazione. In particolare, viene trascurato il significato di "revolu terme", di "mesme temps" e di "Qui des Romains".

mercoledì 16 marzo 2011

Torniamo alla biografia

Facciamo un piccolo salto indietro e riprendiamo per un momento il filo della biografia. Per capire il suo codice, dobbiamo conoscere bene il personaggio.
Dal nonno materno (anzi, bisnonno) Jean de Saint Remy, medico e astrologo, il piccolo Michel viene iniziato ai segreti dell'astrologia, della matematica, della Qabbalah, della medicina.
Raggiuntà l'età, studia a Avignone, dove risiede presso una zia, e poi si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Montpellier.
Durante l'epidemia di peste del 1528, pur senza essere ancora medico, si dà da fare con grande successo. Probabilmente mette a profitto gli insegnamenti del nonno Jean ma, più che altro, applica dei sani principi di igiene.
Rivivrà l'esperienza, alcuni anni più tardi, in occasione della peste di Aix.
Nella prima metà degli anni '30, conosce Giulio Cesare Scaligero, un erudito italiano vanitoso e pieno di sé trasferitosi in Francia che, avendone intuito le doti, lo invita a stabilirsi nella cittadina di Agen. Qui si sposa e ha dei figli.
Purtroppo, vistosi superato nelle conoscenze, lo stesso Scaligero comincia a sviluppare un'invidia crescente.
E' probabile che sia proprio lui a chiamare gli inquisitori, quando questi indagano su Nostradamus per i suoi interessi sull'occulto.
Egli allora rompe con Scaligero, lascia la famiglia ad Agen e comincia a viaggiare; ritorna solo in occasione della morte della moglie e dei figli falcidiati dalla peste.
Nella sua epistola a Enrico II racconta di una particolare esperienza con Scaligero. Come al solito, il linguaggio è cifrato e nessuno ha mai visto traccia di questa narrazione, almeno fino a ora. L'episodio viene rivelato nel mio libro non ancora pubblicato.
Sarà la prima delle vendette che spettano al nostro amico!
Un po' tardi, si potrebbe pensare. Però, non dimentichiamo che abbiamo a che fare con una storia che non ha tempo.

lunedì 14 marzo 2011

La quartina I,1

Avevamo lasciato in sospeso l'analisi della prima quartina delle Centurie:


Di notte seduto per segreto studio,
In bronzeo seggio rilassato e solo,
Fiamma esigua scaturente dalla solitudine,
Fa vaticinare ciò che credere non è vano.

Ho già fatto notare la concordanza di terminologia "flambe exigue" tra questa quartina e l'epistola a Cesare, a conferma che in quest'ultima si trova la spiegazione del "metodo di veggenza".
Ciò che adesso mi preme di più, però, è di far rilevare la caratteristica della parola "ESTANT".
Ricordo che la prima pubblicazione delle Centurie, avvenuta nel 1555 a cura dell'editore Macé Bonhomme, comprendeva l'epistola a Cesare e 353 quartine. Ebbene, sia l'epistola che ciascuna delle Centurie iniziano con una parola tutta a lettere maiuscole e con una vignetta che rappresenta la prima lettera:

Epistola a Cesare (TON TARD):

Vi si vede l'immagine di un vecchio che punta con il dito verso l'alto.







Prima Centuria (ESTANT):


Lo stesso vecchio indica la parte superiore della "E".






Seconda Centuria (VERS):


Il vecchio indica in basso alla sua sinistra.







Terza Centuria (APRES):


Il vecchio è in compagnia di una donna e indica la barretta centrale della lettera "A".







Quarta Centuria (CELA):



L'indice della mano sinistra punta verso il basso a destra.






Tutto questo, naturalmente, non è casuale.

Come ho fatto notare nel mio libro, il processo di decodifica delle opere di Nostradamus passa attraverso diverse fasi:

- determinazione della durata delle profezie;
- determinazione del numero delle quartine;
- suddivisione tra quartine profetiche e quartine di struttura;
- ordinamento cronologico delle quartine;
- decifrazione e interpretazione delle quartine.

A tutto questo si aggiunge un codice spurio, riservato a eventi (ad es. l'enigma del "migliaio" spiegato nel libro) che riguardano singoli aspetti senza incidere sulla decodifica complessiva dell'opera.
I pochi tentativi di decodifica fatti finora sono falliti perché si è sempre cercata "la chiave"; nessuno si è reso conto che non esiste alcuna "singola chiave" ma, piuttosto, un complesso di procedure, ciascuna propedeutica all'altra: banalmente, "un mazzo di chiavi" necessario per aprire, in successione, una serie di porte.

Le indicazioni sopra riportate appartengono, evidentemente, al processo di decifrazione delle quartine. Faccio notare che, leggendo all'inverso, viene fuori la parola latina "CAVET", il cui infinito è "CAVERE = ATTENZIONE! EVITARE!".

sabato 12 marzo 2011

La quartina I,2

Nel messaggio precedente ho citato la quartina I,2 riportando anche la traduzione che se ne è sempre fatta.



E' sufficiente un attento riesame del primo verso per rilevare la leggerezza con la quale è stato finora "letto" Nostradamus.

In mano posta la verga in mezzo ai braccioli (della sedia)

In realtà, NON è affatto scritto "in mezzo ai braccioli" e né "tra i braccioli". Nostradamus richiama perfino l'attenzione, scrivendo BRANCHES a tutte lettere maiuscole.

Si tratta invece di un gioco enigmistico che si legge: "Nel mezzo DI branches".

La traduzione corretta, perciò, è:

La verga in mano va messa (per indicare, puntare) nel punto di mezzo di BRANCHES

E che c'entra il "lembo della veste" al secondo verso? Vada (si fa per dire) per il piede nell'acqua; ma come si fa a pensare che un lembo di veste bagnata accresca le facoltà di chiaroveggenza?

Nella lettera a Cesare è scritto che "per mezzo della voce proveniente dal limbo mediante l'esigua fiamma ecc…" ("la voix faicte au lymbe moyennant la exigue flamme etc…"). Dunque? Se si traduce "lymbe" con "lembo (della veste)", allora bisogna concludere che la voce proviene dal lembo della veste! Come si fa a pensare una cosa del genere per 450 anni? Come fa "l'interprete" del terzo millennio a prendere in considerazione una tale sciocchezza?

Vediamo di fare un po' di luce, se non altro indirizzando l'enigma nella direzione giusta.

Nel mezzo di "braNChes" sta "NC"; cioè, "Nostradamus Cesar" o, il che è lo stesso, "Nostradamus Chiren" (chi ha letto il mio libro conosce il motivo per il quale Chiren e Cesar sono la stessa persona).
Questo significa che la descrizione del metodo di veggenza va ricercata nella lettera a Cesare, dove in effetti si trova.

La verga infatti "indica" il punto di mezzo di BRANCHES", cioè "NC=Nostradamus Cesar "; come l'insegnante di una volta che, con la bacchetta, "puntava" a qualcosa sulla lavagna.
E' come se Nostradamus dicesse: "Vai alla lettera a Cesare, dove parlo del limbo, e lì troverai la descrizione di come il divino si sieda vicino a me".
E' infatti nella lettera a Cesare che Nostradamus descrive il "vero" metodo di veggenza; descrive perfino cose che non poteva conoscere… "l'onda" e il "piede", ad esempio, che non hanno nulla a che vedere con l'acqua o con una estremità anatomica.
E' evidente che quel "moulle" è stato sempre confuso con "mouille" (bagna") invece di essere riferito a "moule" (prende forma"). E' evidente che quel "de l'onde" è stato confuso con "nell'onda", errore che non farebbe un ragazzino alle prime armi con il francese, piuttosto che con "dall'onda": da cui, "nell'onda egli bagna…", piuttosto che "dall'onda egli prende forma…".

Aggiungo che, come spesso accade con Nostradamus, l'enigma di "branches" presenta anche un'altra soluzione. La verga, intesa come "bacchetta magica", è rappresentata da una "I". Se mettiamo una "I" all'interno di BRANCHES ("verge mise au milieu de BRANCHES=verga messa nel mezzo di Branches"), otteniamo la parola "bRANICHES", che contiene le lettere necessarie per comporre CESAR, HENRI, CHIREN: i 3 nomi "chiave" di Nostradamus.

Insomma, con la mia lettura la quartina acquista una luce del tutto nuova, coerente con la sua presenza in un testo codificato. Una luce ben diversa da quella di un tizio che, per stimolare le sue facoltà di veggenza, fa il pediluvio e bagna un lembo della veste, col rischio di fare arrabbiare la moglie!

Non approfondisco oltre, perché sono ancora incerto sull'opportunità di scrivere un libro dedicato proprio all'epistola a Cesare. Mi voglio quindi riservare qualche piccolo segreto.
Richiamo invece l'attenzione sulla "esigua fiamma" riportata non solo nel brano dell'epistola citato sopra, ma anche nella quartina I,1 che esamineremo la prossima volta.

venerdì 11 marzo 2011

Le due Epistole principali

Nell'elenco delle opere di Nostradamus ho citato le Centurie, i Presagi, gli Almanacchi.
Tralascio le opere minori, che richiamerò all'occorrenza, e passo direttamente alle due epistole fondamentali:

- l'epistola al figlio Cesare;
- l'epistola a Enrico II di Francia.

Queste due opere, a mio parere, sono le più importanti di tutta la produzione nostradamiana. Più ancora delle Centurie. In esse è celata, sotto un codice fino a ora impenetrabile, la descrizione del processo organizzativo seguito da Nostradamus, la chiave di ordinamento delle quartine, l'indicazione del metodo di lavoro seguito, ecc.; in poche parole, tutto ciò che serve per "tradurre in chiaro" le profezie. Viene anche rivelato il metodo che Nostradamus ha seguito per "provocare le sue visioni"; quel metodo che, ingenuamente, si è sempre creduto di leggere nella quartina I,2: "l'immissione di un piede in una bacinella d'acqua".


Traduzione corrente:
In mano posta la verga in mezzo ai braccioli (della sedia)
Nell'onda immerge il lembo (della veste) e il piede
Una paura e una voce fremono lungo le maniche
Splendore divino. Il divino si siede accanto.

Senza la comprensione di queste due opere, il resto è cartastraccia; e questo spiega perché tutti i tentativi di interpretazione delle quartine che si sono succeduti nei secoli hanno portato a risultati costantemente incerti e discutibili, se non addirittura ridicoli.

Per il momento è necessario sapere che entrambe le epistole sono improntate a un medesimo stile: una successione di espressioni incoerenti, assurde, apparentemente scaturite dalla mente di un folle, tali da scoraggiare gli investigatori più tenaci.
In realtà, queste espressioni nascondono enigmi geniali le cui soluzioni, una dopo l'altra, danno vita ad un discorso logico e coerente, assolutamente insospettabile nella formulazione letterale. La comprensione di questi enigmi è assolutamente indispensabile per una corretta lettura delle quartine.

mercoledì 9 marzo 2011

Gli Almanacchi

Tra le opere di Nostradamus vanno annoverati gli Almanacchi annuali, non tutti pervenuti fino a noi. Sembra che siano 13, a partire dal 1554, e contengono i Presagi dei quali ho già parlato. Assieme ai Presagi, vi sono però anche delle quartine che si riferiscono a eventi dell'epoca di Nostradamus; questo, naturalmente, accresce la confusione.

La pubblicazione di Almanacchi era cosa abituale ai tempi di Nostradamus; in fondo, lo è anche oggi. Contenevano oroscopi, ricette, consigli, previsioni meteorologiche, ecc.
In tutto questo bazar, sono celate delle parti che si integrano strettamente con l'opera profetica. Perfino enigmi fondamentali sono esposti in bella vista senza che nessuno vi abbia mai fatto caso o, ancor meno, abbia pensato a un nesso con la chiave delle profezie.
E' inspiegabile; sembra una specie di ipnosi collettiva.
Chi ha già letto il mio libro avrà constatato come certe soluzioni siano addirittura ovvie e banali; qualcuno potrebbe anche pensare di essere stato preso in giro con qualche rompicapo, senza rendersi conto che, su quegli stessi enigmi, si sono impegnate migliaia e migliaia di cervelli per quasi mezzo millennio e sono stati scritti centinaia e centinaia di libri. Al profano può sembrare inconcepibile che delle menti raffinate siano rimaste nel buio totale per 450 anni, facendosi ingannare da qualche piccolo "trucco" di enigmistica.
Eppure, così stanno le cose.
Naturalmente, se questo depistaggio ha funzionato così bene all'interno delle opere principali, a maggior ragione ha funzionato in opere secondarie quali gli "Almanacchi".

domenica 6 marzo 2011

La leggenda del Santo Graal

Prima di proseguire con l'elenco delle opere di Michel Nostradamus, torniamo per un attimo alla sua biografia; una biografia un po' particolare, ma verosimile.

Già visto che il nonno paterno, al momento della conversione al cattolicesimo, prende il cognome di Nostredame (Notre Dame = Nostra Signora). E' possibile che questa scelta nasconda la devozione a Maria Maddalena? Il trio Baigent-Leigh-Lincoln ritiene, a pag. 99 del libro "Il Santo Graal", che il culto di Nostra Signora, tradizionalmente riservato alla Vergine Maria, potrebbe riferirsi ugualmente a Maria Maddalena, in quanto sposa di Cristo.

Ho accennato al fatto che il nonno materno, Jean de Saint Remy, ha un legame indiretto col Santo Graal. Egli, infatti, viveva alla corte di Renato d'Angiò, il quale sosteneva di essere in possesso di una coppa di porfido rosso usata alle nozze di Cana. Renato d'Angiò, inoltre, aveva dei legami mai ben chiariti con Giovanna d'Arco.
Quest'ultima, a sua volta, svolge un ruolo misterioso e mistico che, si racconta, potrebbe non essere estraneo ai Templari e al Santo Graal.

Ho riferito in merito alla presunta discendenza di Nostradamus dagli Issachar-Beniaminiti. La tradizione vuole che anche Maria Maddalena discendesse dalla tribù di Beniamino.

La leggenda infine vuole che, fuggita dalla Terrasanta, la Maddalena sia sbarcata in Provenza (a Marsiglia o, comunque, alle bocche del Rodano), portando con sé il Santo Graal (Il "Sang Real", Il Sangue Reale, il figlio di Cristo in grembo, che poi sarà una figlia: Sarah), e lì abbia trascorso gli ultimi 30 anni della sua vita. In quella regione nasce e si diffonde il culto della Maddalena e del "Re disperso", il discendente di Cristo, appartenente alla dinastia Merovingia e, in quanto tale, erede al trono di Francia per diritto divino.

Anche Nostradamus nacque in Provenza (Saint Remy de Provence); vi trascorse quasi tutta la sua vita, immerso nella leggenda della Maddalena, e vi morì (Salon en Provence). Lì scrisse la sua famosa ed enigmatica lettera a Enrico II, non potendosi rivolgere direttamente, per usare le sue stesse parole, ai "Roys de Perse"; cioè, anagrammando, al "Roy despersé". Perché mai avrebbe dovuto rivolgersi veramente ai "Re di Persia"?

Si tratta, com'è ovvio, di accostamenti basati su deboli indizi. Tuttavia, le coincidenze cominciano a essere un po' troppe e credo veramente che la vita di Nostradamus si intrecci con la storia di Maria Maddalena e del Graal. Infatti, non abbiamo ancora visto nulla. Nuove e sorprendenti evidenze verranno prese in considerazione.

Intanto, si può cominciare a sospettare che il famoso "Codice da Vinci", che tanto scalpore ha suscitato, sia arrivato con un po' di ritardo. Prescindendo da ogni considerazione sul fatto che si tratti di vicende reali o di leggende, ben 450 anni prima un certo Michel aveva scritto le stesse cose in un altro "best seller" destinato ad attraversare i secoli: le Centurie di Nostradamus.

venerdì 4 marzo 2011

Anno 1792

Prima di proseguire con la panoramica sulle opere di Nostradamus, pago il debito della risposta all'enigma dell'anno 1792 (messaggio"Anticristo di Nostradamus").
Ricordo che Nostradamus, a proposito delle Chiesa Cristiana, ha scritto: "a cominciare da quell'anno" (non dice quale) "alla Chiesa Cristiana sarà fatta la più grande persecuzione in Africa che mai sia stata fatta e durerà fino al 1792, che verrà visto come un rinnovamento di secolo".

Ricordo inoltre che, nel vocabolario del profeta, "Chiesta Cristiana" significa "quartine". Analogamente, "secolo" significa "Centuria". Infine, quando Nostradamus cita la parola "anno", questa va normalmente ignorata. Contrariamente a quello che si crede, le opere di Nostradamus non riportano alcuna data. Ogni apparente data nasconde qualcos'altro; chi ha letto il mio libro "il vero codice di Nostradamus" sa, ad esempio, cosa significa la data del 14.3.1557; sa cosa significa quella, ben più nota, dell'anno 1999 e 7 mesi che ha fatto temere il peggio a mezzo mondo; sa cosa significano i 607 anni, i 177 anni, ecc. Tolta la parola "anno", i numeri hanno assunto una diversa prospettiva.
Per questo motivo tanta gente, senza capire, sostiene che Nostradamus non ha mai azzeccato una data. Non vedo come avrebbe potuto, visto che non ne ha fornite.

La questione del 1792 è piuttosto semplice ma, per capire, bisognerebbe conoscere l'epistola a Enrico II e la cronologia astrologica ivi contenuta; questioni per adesso premature. Per questo non spiego il processo, ma solo la conclusione.
L'anno di partenza è il 1193 che, essendo l'inizio del conteggio, corrisponde al numero 1, alla quartina numero 1. Il 1792, quindi, è il numero 600, cioè la quartina 600 (VI,100). Essa è una quartina speciale, unica sotto tutti gli aspetti: soprattutto, non è una vera quartina in quanto ha un titolo e, inoltre, è scritta in latino.

Legis cantio contra ineptos criticos

Quos legent hosce versus maturè censunto,
Profanum vulgus & inscium ne attrectato,
Omnesq; Astrologi, Blennis, Barbari procul sunto,
Qui aliter facit, is ritè, sacer esto.


Esecrazione contro critici inetti

Chi legge questi versi vi apporti attenta riflessione,
I profani e gli ignoranti non li tocchino,
Astrologi, stolti ed incolti non vi si accostino,
Chi farà altrimenti sarà maledetto secondo sacro rito.

L'anno 1792, cioè la quartina 600, costituisce un rinnovamento di secolo; significa semplicemente che, da quel punto in avanti, cambia la struttura occulta delle Centurie in quanto cambia la chiave sottostante.
Il termine "Africa", usato anche in altre circostanze, è una parte del "mondo" delle quartine: le prime 600.
"La persecuzione che mai sia stata fatta" simboleggia le continue aggressioni a cui queste quartine sono state sempre soggette nel tentativo di penetrarne il mistero.
"La più grande persecuzione" non significa la più incisiva, ma la più grande in senso proprio, la più ampia; infatti, le prime 600 quartine sono più della metà di tutto l'insieme.

Questo è Nostradamus; non c'è da meravigliari se, finora, è rimasto incompreso.

mercoledì 2 marzo 2011

I Presagi

Oltre alle quartine delle Centurie, Nostradamus ha prodotto anche delle quartine chiamate "Presagi". Una confusione ancora maggiore rispetto a quella relativa alle Centurie circonda il numero esatto di questi Presagi.
Tra l'altro, sembra che alcuni non siano giunti fino a noi; altri sono stati resi noti dal già citato Jean Aimé de Chavigny, segretario di Nostradamus, altri ancora sono inclusi negli Almanacchi annuali, dei quali parleremo.

Daniel Ruzo, l'unico studioso che ha conseguito qualche risultato interessante con un lavoro attento e intelligente, arriva alla conclusione che la quartine di Nostradamus sono 1080, delle quali 940 appartengono alle Centurie e 140 ai Presagi.
Egli, però, commette l'errore di non considerare le prime due quartine delle Centurie, introduttive all'opera profetica, senza sapere che la chiave di Nostradamus, invece, le include. Fermo restando, quindi, il totale di 1080 quartine, la suddivisione corretta è di 942 e 138.
Poiché i Presagi noti sono in numero maggiore di 138, resta da stabilire quali sono quelli da scartare. Personalmente, non ho ancora affrontato compiutamente l'argomento e non sono in condizione di esprimermi.
Comunque, sulla base di studi suscettibili di rettifica, al momento mi sentirei di dire che i Presagi sono tutti delle quartine di struttura, che integrano le analoghe quartine delle Centurie.
In quelli esaminati, infatti, ho sempre trovato dei frammenti di chiave di decifrazione.
Prendiamo, ad esempio il Presagio di Giugno 1561 (spiegato nel libro non ancora pubblicato).
I numeri 17 e 22 dell'ultimo verso trovano un riscontro nella cronologia astrologica contenuta nell'Epistola a Enrico II (argomento che affronteremo a tempo debito) e nell'espistola a Caterina de' Medici. E' evidente, quindi, che si tratta di numeri particolarmente significativi.
Questo è lo stile di Nostradamus; frammenta le sue chiavi, ma le ripete sempre più volte, come se volesse dire al suo interprete: "non preoccuparti se non mi capisci, prova in quest'altra maniera". Perciò, la ripetizione di pezzi di chiave è tranquillizzante per l'interprete, dandogli la certezza di essere sulla strada giusta. Mi è successo molte volte di trovare soluzione a un enigma ricercando, e trovando, la "proposta alternativa" di Nostradamus.

Presagio Giugno 1561
Courent de loin, ne s’apprester conflits.
Triste enterprise, l’air pestilent hideux.
De toutes parts les grands seront afflits.
Et dix & sept assaillir vint & deux.

Incursione da lontano, non si preparano conflitti.
Triste impresa, l’aria pestilente e schifosa.
Da ogni parte i grandi saranno afflitti.
E diciassette assalire ventidue.