Di getto, mi verrebbe da dire che
Nostradamus abbia messo in atto la più grande sfida crittografica che sia mai
stata posta all’umanità. Tuttavia, non sono del tutto certo che sia stato
proprio così. Forse il suo enigma sarebbe stato già risolto da tempo se,
semplicemente, ne fosse stata percepita l’esistenza. E’ stato molto bravo, non
c’è che dire. Ha nascosto un’opera crittografica sotto un’opera steganografica,
fingendo di aver scritto un libro di profezie. Perciò nessuno si è mai dato
veramente da fare per decifrarlo in maniera scientifica. Quei pochi che hanno
percepito il problema (Loog, Frontenac, Ruzo e Ramotti… e non ce ne sono
davvero altri), non hanno creduto fino in fondo alle loro stesse intuizioni,
scadendo in metodi interpretativi che di crittografico non hanno nulla.
La gente si accosta alle centurie
con l’atteggiamento di chi vuole conoscere i destini del mondo. L’unico
strumento che trova spontaneo utilizzare per raggiungere lo scopo è la ricerca
di collegamenti: collegamenti tra quartine e collegamenti tra quartine ed
eventi.
Il paradosso è che non li trova
dove ci sono e li trova dove non ci sono. A questo conduce il condizionamento
di visioni future che stanno già nella mente di chi le cerca. Semplicemente,
vede quello che vuol vedere.
Adesso, con il coronavirus, tutti
a cercare le quartine da collegare alla peste. Magari tirano fuori le stesse
quartine utilizzate per descrivere, rimanendo nell’ambito degli ultimi 100 anni,
l’epidemia della peste spagnola, o della mucca pazza, o dell’HIV o di chissà
quant’altro ancora.
Per la verità, mentre non
esistono collegamenti tra quartine ed eventi se non nella fantasia, ne esistono
realmente tra alcune quartine ed altre, da considerare come elementi di
un’unica narrazione: sono semplicemente la conseguenza inevitabile dei
comportamenti crittografici messi in luce nel post precedente. Ci sono davvero
dei cluster, dei gruppi di quartine, che possono essere rintracciati ed isolati
senza, per questo, dover scomodare delle inesistenti predizioni, che
accantoniamo senza pietà. Sia chiaro che io sto parlando di “temi”, tutt’altra
cosa.
Inutile aggiungere, e sono il
primo a sostenerlo, che un sistema di ricerca basato su “temi”, da selezionare
con criteri arbitrari, risulta approssimativo e poco credibile; certamente non
dimostrabile, essendo figlio di opinioni interpretative.
Tuttavia prendiamolo
temporaneamente per verosimile, quanto meno come ipotesi di fondo per
proseguire col ragionamento. Attenzione, però! Non sto suggerendo di decidere,
ad occhio, che la quartina “X” è collegata alla quartina “Y” perché tratta lo
stesso argomento; mi limito cautamente ad aprirmi ad una indagine preliminare
sfumata, generica, possibilista, tendente ad accertare se sussistono elementi
per affermare che le quartine X, Y, Z e K, che più o meno trattano argomenti
simili, costituiscono un corpo unico. Può darsi che la Y sia estranea al gruppo
oppure che ne manchi qualcuna, ma come passo di avvio ci basta l’impressione
generale.
Ci accorgeremo presto che
Nostradamus lavora davvero per temi: il tema “celtico”, il tema del “prelato”,
il tema delle “congiunzioni astrologiche”, il tema di “Chiren-Selin”, e così
via. Scopriremo che la questione è del tutto simile a quella di in un giornale
nel quale si trova la pagina della politica, la pagina della cronaca, la pagina
sportiva, la pagina degli spettacoli, etc. Ogni cosa separata dalle altre, come
corpo a sé.
Cosa questi temi significhino e
dove conducano è una questione al momento secondaria, da rimandare a quando
tutto il puzzle sarà stato completato. Potrebbero perfino non significare
nulla. Degli schizzi qua e là, all’interno di una cornice. Tritemio docet.
Anche nel suo caso si riteneva che avesse lasciato un messaggio importante, addirittura
fondamentale per l’umanità (Ruzo, Le testament de Nostradamus). Peccato che una
volta decifrato, pochi anni fa, ha rivelato la futilità del suo contenuto: “Il
latore di questa lettera è un ladro…..”.
Tornando a Nostradamus, possiamo
affermare che una suddivisione per temi esiste (elemento soggettivo). Con una
migliore messa a fuoco, osserveremo che le quartine componenti un gruppo sono
prevalentemente concentrate all’interno di un’unica centuria, a volte due,
raramente tre (elemento oggettivo). Avvicinando ulteriormente la lente,
scopriremo che le distanze tra le quartine di uno stesso gruppo sono riprodotte
all’interno della chiave (elemento di conferma). Tecnicamente, questo scenario
è l’effetto necessario della tecnica di crittografia adottata (teoria di
fondo). Tutte queste concordanze, messe insieme, suggeriscono di insistere
nell’indagine. Nulla di più, nulla di meno.
Noteremo che ci sono anche delle
diramazioni, con ampi allontanamenti dal gruppo principale. Questo
non toglie validità al principio della concentrazione. E’ esattamente il
contrario. E’ la concentrazione ad essere anomala, in quanto effetto
indesiderato della cifratura. La concentrazione è la traccia involontaria
lasciata sul terreno di fuga. Vediamo qualche esempio:
Chiren – Selin: VI,27 – VI,42 –
VI, 58 – VI, 70 - VI, 78
Venere (nell’ambito di
congiunzioni astrologiche): IV,28 – IV,33 – IV,68 – V,11 – V,24 – V,25 – V,53 –
V,72
Gallo e aquila: VIII,4 – VIII,8 –
VIII,9 – VIII,36 – VIII,46
Celtico: diversi raggruppamenti
in centurie II, IV, V, e VI
Prelato: VI,31 – VI,53 –VI,86 –
VI,93 con qualche ricorrenza nelle centurie IX e X.
Un miraggio? Direi proprio di no,
anche perché potrei continuare con altri esempi; volontarie o involontarie,
queste concentrazioni sono lì. Se poi, come detto sopra, scopriamo che gli
intervalli tra quartine di un gruppo trovano riscontro negli intervalli tra le
lettere della chiave, allora direi che siamo di fronte a qualcosa di più solido
di qualche elucubrazione stravagante.
Ripeto che ci sono anche dei temi
per nulla concentrati. Si tratta di quelle ricorrenze che hanno risentito di
più dello smembramento della stesura originaria delle centurie. E probabilmente
ci sono anche temi scarsamente percepibili, senza un oggetto in bella evidenza,
forse concentrati e forse no. Insomma, questa rilevazione mette in luce solo un
inevitabile punto debole della cifratura, in un sistema comunque solido.
Si rende necessario chiarire un
altro aspetto. Come vanno lette le quartine di un gruppo? Tutte insieme, l’una
di seguito all’altra? Mischiate ad altre? In altra maniera ancora?
Naturalmente è presto per
formulare ipotesi al riguardo. Per adesso basti sapere che esistono degli
aspetti interessanti sui quali vale la pena concentrare le ricerche. Nel
prossimo post entreremo nel vivo della questione.