Tecniche di Nostradamus

mercoledì 26 dicembre 2012

Riflessioni


Poiché la leggenda del Santo Graal si intreccia con questioni religiose cristiane, già difficili e delicate in sé, bisogna quantomeno fare un po’ di luce sulle fonti alle quali attingeremo. Mi capita, a volte, di assistere a qualcuno dei tanti quiz televisivi: resto regolarmente stupefatto di fronte al silenzio dei concorrenti, alle prese con domande basilari della religione che, in altri tempi, sarebbero state alla portata dei bambini delle elementari.
Il laicismo sociale sta facendo i suoi effetti, distruggendo le nostre stesse radici. Non sto mettendo in discussione la fede, che è personale, ma la cultura di un popolo, che è collettiva.
Da cristiano, essendo di parte, sono addolorato per questo. Tuttavia, sono convinto che la stessa Chiesa stia facendo la sua parte, arroccandosi su posizioni che oggi non sono più comprensibili. D’altronde, capisco pure che, se cominciasse a mettere in discussione dei principi consolidati, rischierebbe di minare le basi stesse del cristianesimo. La decisione è difficile, ma una seria riflessione, a mio parere, sarebbe necessaria. Le questioni, già affrontate, dei 72 discepoli e della genealogia di Matteo sono due esempi eclatanti, che danno ragione alla mia posizione revisionista. Ma ce ne sono soprattutto tante altre, meno sofisticate, che andrebbero chiarite.
Questa premessa, di carattere personale, serve a me, in qualche maniera, per alleviare i sensi di colpa che affronto nel trattare argomenti sacri in maniera trasgressiva. Tuttavia, sono gli stessi Vangeli che invitano alla ricerca piuttosto che all’asservimento; Gesù, sotto questo aspetto, è diventato un “rivoluzionario” dopo aver ritrovato se stesso durante la permanenza nel deserto.

Gesù disse ai Giudei che avevano creduto in lui: “Se persevererete nei miei insegnamenti, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giov. 8, 31-32).

Colui che possiede la conoscenza della verità è un uomo libero (Fil. 110).

Gesù disse: Colui che cerca, non cessi dal cercare finché non trova; e quando troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul tutto (Tomm. 2).

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova; a chi bussa verrà aperto (Mt. 7, 7-8 e Lc. 11, 9-10).

Ci si potrebbe domandare: che c’entra tutto questo con Nostradamus?
C’entra, eccome! Se devo parlare del Graal, il “vero” Graal secondo Nostradamus, allora devo affrontare i racconti dei Vangeli, del centurione romano e di Giuseppe di Arimatea, sotto un’ottica diversa da quella che ci è sempre stata prospettata.
Se dovessi farlo come si deve, dovrei letteralmente stravolgere le abituali credenze, mettendo perfino mano  a una radicale e rivoluzionaria rilettura del Vangelo di Giovanni, che gli stessi Padri della Chiesa hanno esitato a inserire tra i Vangeli canonici. Mi limiterò invece all’essenziale, cercando di non turbare le coscienze altrui. Intanto, come qualcuno avrà notato, ho già citato dei riferimenti ai Vangeli canonici (Giovanni, Matteo e Luca) assieme a dei riferimenti ai Vangeli apocrifi (Filippo e Tommaso).

E’ lecito e utile un atteggiamento del genere? Si possono mettere i due tipi sullo stesso piano? Cercheremo insieme la risposta.

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