Tecniche di Nostradamus

domenica 12 ottobre 2014

Vaticinia di Nostradamus (seguito)

Siamo arrivati alla fine di questo lungo lavoro sui cosiddetti “Vaticinia di Nostradamus”, chiamati anche, per un maggior effetto suggestivo, “Libro perduto di Nostradamus”.

Non siamo di fronte ad un grande enigma, come potrebbero essere le Centurie di Nostradamus o le Profezie dei Papi di Malachia, alle quali riconosco una natura occulta, sia pure di contenuto diverso da quello apparente.
Qui siamo di fronte ad una evidente e grande mistificazione, che chiunque potrebbe smontare con facilità, purchè animato dalla volontà di privilegiare la verità rispetto al desiderio di difendere delle convinzioni ingiustificate, per l’esclusivo piacere di gratificare il proprio amore per il mistero. Un minimo senso di obiettività sarebbe sufficiente a far emergere l’abisso che separa l’inconcludenza dei vaticinia dalla complessità e dalla genialità delle Centurie.

Come ultimo appello agli irriducibili e per chiudere il discorso con un quadro d’insieme, propongo una sintesi dei motivi che rendono il manoscritto una inutile accozzaglia di disegni, non ascrivibili a Nostradamus:

- i primi trenta disegni sono una esatta e completa riproduzione dei “Vaticinia de’ summis pontificibus”, già esistenti da qualche secolo prima di Nostradamus;
- i restanti disegni sono tratti da fonti diverse ben precise, e anch’essi non sono una realizzazione originale dell’autore del manoscritto;
- il primo foglio, contenente l’unico riferimento a Nostradamus, è stato scritto dopo il 1689, cioè almeno 123 anni dopo la morte del veggente provenzale;
- la parte testuale dell’ultimo disegno tenta falsamente di far risalire l’opera al 1343, contraddicendo i contenuti del primo foglio; quand’anche la datazione del 1343 fosse corretta, essa anticiperebbe di 160 anni la nascita di Nostradamus;
- l’ultimo foglio attesta che il manoscritto è stato donato al Cardinale Barberini, nel 1629, da un monaco calabrese e non da Cesare Nostradamus come si legge in giro;
- l’analisi chimica dell’inchiostro fa risalire l’opera a un’epoca compresa tra il 1750 e il 1850.

Viceversa, dall’analisi del manoscritto non emerge un solo motivo per il quale esso dovebbe essere una realizzazione di Nostradamus o del figlio Cesare. Questa è quindi una pura e semplice invenzione, che non si trasforma in verità per il solo fatto che siano in molti a crederci.

FINE

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