Tecniche di Nostradamus

sabato 3 gennaio 2015

Il secondo segreto di Fatima - 4

Si conclude, con questo articolo, la trattazione del tema della “devozione al Cuore Immacolato di Maria”. La prossima volta passeremo alla “profezia” della fine della prima guerra mondiale.

Nel 1997 viene pubblicato il libro di suor Lucia “Gli appelli del messaggio di Fatima”. Con ogni probabilità non è stato scritto veramente dalla suora, ormai novantenne e, a quanto sembra, quasi completamente sorda e cieca. Lo stile espositivo e la qualità dei contenuti tradiscono una mente teologicamente colta, ben distante dalla religiosità immatura e rudimentale di Lucia, anche se sono trascorsi molti anni dalle memorie.
La “devozione al Cuore Immacolato di Maria” viene ricondotta alla sua naturale sfera spirituale, con un atteggiamento di amore sublime verso la Madonna. Nessun riferimento a contropartite e, in particolare, alla pace. Il rifugio nel cuore della Madre celeste è in sé premio per l’amore filiale verso la Vergine.
Anche se estraneo al tema della devozione, un altro esempio  dell’impostazione “riveduta e corretta” dei fatti di Fatima è la trasformazione in un inno alla santità del matrimonio e della famiglia che viene fatta della visione del 13 ottobre 1917 delle tre Madonne, con S. Giuseppe e Gesù, sia bambino che adulto (cfr. Fatima e il Pantheon di Lucia). In questa forzata rilettura, nulla importa che venga resa ancora più oscura oltre che superflua, nella nuova interpretazione,  la presenza di “tre figure di madre” e di “due di figlio”.
In un libro che mantiene solo qualche vago contatto con le visioni del 1917, ci si sforza visibilmente di presentare una Lucia più credibile di quella delle apparizioni, ormai screditata agli occhi di chiunque abbia un minimo di senso critico. La Chiesa, in procinto di rivelare il terzo segreto (2000) su insistenza di Giovanni Paolo II, ha urgente bisogno di rimediare ai danni prodotti da ottanta anni di appoggio a un fenomeno nel quale si è lasciata coinvolgere senza crederci pienamente. Pensa così di rimettere le cose a posto, rivalutando la figura della veggente.
Purtroppo, la differenza tra la vecchia e la nuova figura è abissale. L’inganno viene percepito e il tentativo non ha successo. Anzi, questo goffo sotterfugio scatena la diffusione di foto di una suor Lucia in età avanzata che non ha alcun tratto somatico in comune con quella più giovane; vengono messe a confronto le calligrafie di messaggi scritti in epoche diverse; etc. Fondata o no che sia, si diffonde la tesi di una Lucia morta in età più o meno giovane (o addirittura assassinata) e sostituita da un’altra suora.
Personalmente, sono convinto che questa sia una colossale sciocchezza; però è sintomatica delle vivaci reazioni suscitate dalle inaccettabili incoerenze delle vicende di Fatima, così come sono narrate nelle Memorie. Perfino Luigi Gonzaga da Fonseca, probabilmente il più autorevole sostenitore di Lucia, era stato costretto ad ammettere che “Lucia è molto sincera, molto chiaroveggente, molto equilibrata, perché si possa supporre che abbia alterato le cose notevolmente[1]; con ciò riconoscendo implicitamente che le cose fossero state alterate in qualche misura.

Nell’appena trascorso 2014 viene ripetuto il tentativo del 1997. Questa volta è il convento di Coimbra a pubblicare il libro “Un cammino sotto lo sguardo di Maria”, nel quale vengono ricostruite la vita e le esperienze spirituali di Lucia. La lezione precedente non è servita: adesso attendiamo le reazioni ammesso che, escludendo gli apocalittici ad oltranza che aspettano sempre l’avverarsi di un’ultima profezia, qualcuno si interessi ancora alla veggente portoghese.

La parte del segreto relativa alla devozione viene opportunamente corretta:

Per salvarle [le anime dei peccatori], Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno la pace.

Non più, dunque, quell’inspiegabile “ci sarà pace”, ma “[le anime salvate] avranno la pace. Finalmente, con la semplice sostituzione del verbo “avere” al verbo “essere”, il discorso fila, a dimostrazione che, al di fuori della superficiale percezione popolare, la questione era sentita in maniera concreta ed imbarazzante. Ci sono voluti oltre 70 anni dalla pubblicazione delle memorie.
Purtroppo, il problema resta irrisolto. Infatti, non si può cancellare la lettera al Papa del 1940, nella quale la violazione della pace viene considerata effetto anche della mancata diffusione della “devozione”. Una pace concreta, totalmente terrena, diversa da quella delle anime. Non c’è dubbio che fosse quella, anche se illogica nel contesto della devozione, la pace alla quale alludeva Lucia.

Inoltre, sorge un problema perfino più grande: com’è possibile che il monastero di Coimbra sappia che le esatte parole della Madonna siano state quelle del nuovo libro e non quelle delle memorie? E’ una testimonianza tardiva del pensiero di Lucia? In tal caso giunge fuori tempo massimo, se si pensa che lei stessa avrebbe potuto e dovuto mettere fine alle controversie sorte intorno alle sue parole, nei sessanta anni trascorsi tra l’anno della lettera al papa e quello della sua morte. Forse, come dice il titolo del libro, il suo è stato “un cammino sotto lo sguardo di Maria”; purtroppo, è stato anche “un cammino all’insegna dell’ambiguità”.

A questo punto, il tema del segreto della devozione è stato ricostruito minuziosamente ed integralmente. Le informazioni ci sono tutte. Ognuno di noi è libero di trarre le proprie conclusioni fermo restando, ovviamente, l’innegabile effetto positivo prodotto sulla religiosità popolare.

E pensare che un amico, qualche tempo fa, mi ha detto che su Fatima non ci sarebbe stato nulla di nuovo da dire, perché i fatti sono quelli che sono.


[1] Le meraviglie di Fatima, Ediz. San Paolo, XXXII edizione (2001), pag. 313.

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