Tecniche di Nostradamus

sabato 29 febbraio 2020

Fenomeno illusorio?

Cerchiamo di valutare meglio la portata del post precedente. Ci aspettavamo di trovare una concordanza tra gli intervalli tra quartine consecutive e gli intervalli tra lettere uguali della chiave. Avendola trovata, dobbiamo accertarci che l’esito non sia attribuibile al caso.
La statistica ci viene in soccorso. Preso un brano di un testo qualsiasi, la presenza di un insieme “predefinito” di intervalli x-y-z (4 quartine), con gli estremi ricadenti sotto una medesima lettera e senza intrusioni intermedie della stessa lettera, è evento statisticamente poco probabile. Non menziono neanche la circostanza di 5 quartine (4 intervalli). E’ infine praticamente impossibile che tale fenomeno si verifichi per puro caso contemporaneamente per una pluralità di gruppi, siano essi cosituiti da 3, 4 o addirittura 5 quartine, su una popolazione di sole 942 caselle.
Novecentoquarantadue caratteri sono ben misera cosa per un esperimento del genere. Sono poche righe della pagina di un normalissimo libro (immagine sottostante). Già soltanto una frazione dei risultati utili che ho ottenuto sarebbe sufficiente a dimostrare l’assoluta assenza del caso. E tuttavia, a tal proposito, ho voluto fare un esperimento. Ho aperto a caso un libro qualsiasi, selezionando un brano di 942 lettere dalla pagina apertasi.




Nel brano era presente una “J” (force majeure). Per evitare distorsioni, l’ho sostituita con una “I”. Ho poi sostituito la chiave latina con il brano selezionato ed ho replicato l’esperimento con gli stessi temi già applicati in precedenza.
Ebbene, mentre con la chiave originale avevo ottenuto i successi che conoscete, nel nuovo esperimento non ho trovato alcuna rispondenza. Un semirisultato è stato ottenuto per i due intervalli consecutivi di 35 e 5 lettere (quartine IV, 68 – IV, 33 e IV, 28, distanti appunto 35 e 5 unità). Risultato, questo sì, attribuibile al caso, in quanto si tratta di un solo gruppo, peraltro formato da soli due segmenti (3 quartine);  eppure non è stato neanche pulito, dal momento che la lettera degli estremi appariva anche in posizioni intermedie.

Cosa possiamo dedurre? E’ molto semplice. Le corrispondenze trovate sono frutto di uno schema deliberatamente costruito, senza alcuna ombra di dubbio.


lunedì 24 febbraio 2020

Quartine riposizionate


Vi presento la tabella con alcune quartine riposizionate. Dico subito che questa è una ricostruzione semplificata, per rendere la tabella agevolmente leggibile in questa sede. Presentare quella più articolata alla quale sto effettivamente lavorando mi costringerebbe ad una serie infinita di precisazioni, annotazioni, spiegazioni che, alla fine, avrebbero l’unico effetto di confondere le idee.
Lo stralcio di chiave riportato va dalla frase latina “(per t)empus & in occasione temporis” fino all’ultima frase “huy huy”. Ricordo che Nostradamus ricorre alla “e” stilizzata o quella che oggi viene chiamata “e commerciale” invece che alla corretta congiunzione latina “et”. D’iniziativa ho messo in fondo la Legis cantio (in giallognolo) al solo scopo di offrirvi un panorama più completo e diversificato.
La chiave scorre da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. La distanza tra quartine va conteggiata scorrendo da destra verso sinistra e dal basso verso l’alto. Ad ogni tema corrisponde una lettera ben precisa. Ogni colore rappresenta un tema: in verde (lettera “S”) Chiren/Selin, in rosso (lettera “L”) Venere, in azzurro (lettera “T”)  il Gallo e l’Aquila. La quartina VIII 36, benché non menzioni né il Gallo e né l’Aquila, è interna al relativo gruppo ed il criterio seguito esige che tratti lo stesso argomento. Se così non fosse, resterebbe isolata ed appesa al nulla. Infatti, tra due quartine successive non deve esistere alcuna lettera scoperta dello stesso tipo di quella impegnata (questo principio vale ovviamente solo in questi “punti critici”, in queste “falle” dove si vedono le cose come stanno, non in quelli dove la cifratura ha dispiegato pienamente il suo effetto, sparpagliando le lettere).
Interessante notare come il tema di “Venere” impegni la medesima lettera “L” sia nella sezione delle frasi latine vere e proprie che nella sezione della Legis Cantio.


(Se la tabella vi sembra difficoltosa da leggere, cliccateci sopra una volta col tasto sinistro; cliccate poi col tasto destro sulla nuova tabella che appare, quindi copia e incolla in Paint. Vedrete che è tutt'altra cosa.)

 Nei limiti del possibile, ho cercato di eliminare incroci, salti, inversioni, sovrapposizioni. In termini di stravolgimento dello schema, il prezzo pagato per mantenere una buona corrispondenza tra la tabella proposta e quella in sperimentazione è sopportabile. Giusto per intenderci, la distanza tra la quartina A e la quartina B rimane sempre la stessa sia che la chiave venga letta da destra verso sinistra, sia che venga letta al contrario; rimane la stessa sia che la centuria venga scritta dalla prima quartina all’ultima che viceversa, fatta salva l’esigenza di mantenere l’abbinamento con le lettere giuste.
Non è stato in alcun modo possibile mettere le quartine in ordine crescente. Quale che sia il tema trattato, esse devono restare necessariamente collocate in direzione contraria alla chiave. Il fatto che tutte subiscano la stessa sorte è ulteriore indizio dell’esistenza di un deliberato criterio sottostante. Del resto, sappiamo benissimo già da quando ho aperto il blog, ormai da molti anni, che il concetto di “contrario” domina l’intero sviluppo delle centurie. Pur senza conoscerne le implicazioni, l’ho sempre sostenuto a chiare lettere anche nei miei libri. Devo aggiungere che mi sto riferendo alle sezioni esposte nel riquadro che stiamo osservando. Sembra che la sezione superiore della tabella, qui non riportata, segua delle regole di diverso tipo, forse anche più complesse.

Guardate la tabella, studiatela se ne avete voglia, la prossima volta ne parleremo ancora, verificando anche le probabilità che il fenomeno osservato non sia stato predisposto intenzionalmente.


venerdì 21 febbraio 2020

Concentrazione di temi


Di getto, mi verrebbe da dire che Nostradamus abbia messo in atto la più grande sfida crittografica che sia mai stata posta all’umanità. Tuttavia, non sono del tutto certo che sia stato proprio così. Forse il suo enigma sarebbe stato già risolto da tempo se, semplicemente, ne fosse stata percepita l’esistenza. E’ stato molto bravo, non c’è che dire. Ha nascosto un’opera crittografica sotto un’opera steganografica, fingendo di aver scritto un libro di profezie. Perciò nessuno si è mai dato veramente da fare per decifrarlo in maniera scientifica. Quei pochi che hanno percepito il problema (Loog, Frontenac, Ruzo e Ramotti… e non ce ne sono davvero altri), non hanno creduto fino in fondo alle loro stesse intuizioni, scadendo in metodi interpretativi che di crittografico non hanno nulla.
La gente si accosta alle centurie con l’atteggiamento di chi vuole conoscere i destini del mondo. L’unico strumento che trova spontaneo utilizzare per raggiungere lo scopo è la ricerca di collegamenti: collegamenti tra quartine e collegamenti tra quartine ed eventi.
Il paradosso è che non li trova dove ci sono e li trova dove non ci sono. A questo conduce il condizionamento di visioni future che stanno già nella mente di chi le cerca. Semplicemente, vede quello che vuol vedere.
Adesso, con il coronavirus, tutti a cercare le quartine da collegare alla peste. Magari tirano fuori le stesse quartine utilizzate per descrivere, rimanendo nell’ambito degli ultimi 100 anni, l’epidemia della peste spagnola, o della mucca pazza, o dell’HIV o di chissà quant’altro ancora.
Per la verità, mentre non esistono collegamenti tra quartine ed eventi se non nella fantasia, ne esistono realmente tra alcune quartine ed altre, da considerare come elementi di un’unica narrazione: sono semplicemente la conseguenza inevitabile dei comportamenti crittografici messi in luce nel post precedente. Ci sono davvero dei cluster, dei gruppi di quartine, che possono essere rintracciati ed isolati senza, per questo, dover scomodare delle inesistenti predizioni, che accantoniamo senza pietà. Sia chiaro che io sto parlando di “temi”, tutt’altra cosa.
Inutile aggiungere, e sono il primo a sostenerlo, che un sistema di ricerca basato su “temi”, da selezionare con criteri arbitrari, risulta approssimativo e poco credibile; certamente non dimostrabile, essendo figlio di opinioni interpretative.
Tuttavia prendiamolo temporaneamente per verosimile, quanto meno come ipotesi di fondo per proseguire col ragionamento. Attenzione, però! Non sto suggerendo di decidere, ad occhio, che la quartina “X” è collegata alla quartina “Y” perché tratta lo stesso argomento; mi limito cautamente ad aprirmi ad una indagine preliminare sfumata, generica, possibilista, tendente ad accertare se sussistono elementi per affermare che le quartine X, Y, Z e K, che più o meno trattano argomenti simili, costituiscono un corpo unico. Può darsi che la Y sia estranea al gruppo oppure che ne manchi qualcuna, ma come passo di avvio ci basta l’impressione generale.
Ci accorgeremo presto che Nostradamus lavora davvero per temi: il tema “celtico”, il tema del “prelato”, il tema delle “congiunzioni astrologiche”, il tema di “Chiren-Selin”, e così via. Scopriremo che la questione è del tutto simile a quella di in un giornale nel quale si trova la pagina della politica, la pagina della cronaca, la pagina sportiva, la pagina degli spettacoli, etc. Ogni cosa separata dalle altre, come corpo a sé.
Cosa questi temi significhino e dove conducano è una questione al momento secondaria, da rimandare a quando tutto il puzzle sarà stato completato. Potrebbero perfino non significare nulla. Degli schizzi qua e là, all’interno di una cornice. Tritemio docet. Anche nel suo caso si riteneva che avesse lasciato un messaggio importante, addirittura fondamentale per l’umanità (Ruzo, Le testament de Nostradamus). Peccato che una volta decifrato, pochi anni fa, ha rivelato la futilità del suo contenuto: “Il latore di questa lettera è un ladro…..”.
Tornando a Nostradamus, possiamo affermare che una suddivisione per temi esiste (elemento soggettivo). Con una migliore messa a fuoco, osserveremo che le quartine componenti un gruppo sono prevalentemente concentrate all’interno di un’unica centuria, a volte due, raramente tre (elemento oggettivo). Avvicinando ulteriormente la lente, scopriremo che le distanze tra le quartine di uno stesso gruppo sono riprodotte all’interno della chiave (elemento di conferma). Tecnicamente, questo scenario è l’effetto necessario della tecnica di crittografia adottata (teoria di fondo). Tutte queste concordanze, messe insieme, suggeriscono di insistere nell’indagine. Nulla di più, nulla di meno.
Noteremo che ci sono anche delle diramazioni, con ampi allontanamenti dal gruppo principale. Questo non toglie validità al principio della concentrazione. E’ esattamente il contrario. E’ la concentrazione ad essere anomala, in quanto effetto indesiderato della cifratura. La concentrazione è la traccia involontaria lasciata sul terreno di fuga. Vediamo qualche esempio:

Chiren – Selin: VI,27 – VI,42 – VI, 58 – VI, 70 - VI, 78
Venere (nell’ambito di congiunzioni astrologiche): IV,28 – IV,33 – IV,68 – V,11 – V,24 – V,25 – V,53 – V,72
Gallo e aquila: VIII,4 – VIII,8 – VIII,9 – VIII,36 – VIII,46
Celtico: diversi raggruppamenti in centurie II, IV, V, e VI
Prelato: VI,31 – VI,53 –VI,86 – VI,93 con qualche ricorrenza nelle centurie IX e X.

Un miraggio? Direi proprio di no, anche perché potrei continuare con altri esempi; volontarie o involontarie, queste concentrazioni sono lì. Se poi, come detto sopra, scopriamo che gli intervalli tra quartine di un gruppo trovano riscontro negli intervalli tra le lettere della chiave, allora direi che siamo di fronte a qualcosa di più solido di qualche elucubrazione stravagante.
Ripeto che ci sono anche dei temi per nulla concentrati. Si tratta di quelle ricorrenze che hanno risentito di più dello smembramento della stesura originaria delle centurie. E probabilmente ci sono anche temi scarsamente percepibili, senza un oggetto in bella evidenza, forse concentrati e forse no. Insomma, questa rilevazione mette in luce solo un inevitabile punto debole della cifratura, in un sistema comunque solido.
Si rende necessario chiarire un altro aspetto. Come vanno lette le quartine di un gruppo? Tutte insieme, l’una di seguito all’altra? Mischiate ad altre? In altra maniera ancora?
Naturalmente è presto per formulare ipotesi al riguardo. Per adesso basti sapere che esistono degli aspetti interessanti sui quali vale la pena concentrare le ricerche. Nel prossimo post entreremo nel vivo della questione.



mercoledì 19 febbraio 2020

Il punto debole

In passato ho sempre cercato di dimostrare che esiste una stretta relazione tra le lettere delle frasi latine e le quartine. Basterebbe solo ricordare l’enorme numero di volte che Nostradamus richiama  l’attenzione del decodificatore, citando la parola “lettere”. E ricordo anche la quartina IX, 1 nella quale egli afferma che “le lettere saranno trovate sulla tavola”.
Col tempo siamo riusciti ad identificare esattamente queste lettere ed a trovare la tavola nella quale disporle (quella di Leowitz). Siamo riusciti a capire che, per la codifica, egli utilizza la tecnica di Cardano (quartina III, 62), che consiste nel disporre una maschera su una griglia (quartina II, 10), scrivendo a turno le parti congruenti di un messaggio.
Sapendo tutto questo, trovare il messaggio finale non è più questione di tecnica, ma questione di tempo. Spero di non prendere abbagli. Mi consola il fatto che non sto cercando di indovinare. La mia è stata una maturazione progressiva, passo dopo passo, enigma dopo enigma, ciascuno dei quali mi ha portato in maniera coerente allo stadio successivo. Ho sempre costruito coi mattoni via via trovati. Mai fatto salti in avanti, mai accettata una ipotesi senza verifica.
Nell’utilizzo della tecnica citata, Nostradamus ha incontrato un limite enorme, peraltro tipico di tutte le tecniche crittografiche note ai suoi tempi: un messaggio poteva essere suddiviso in segmenti, ma c’era un limite al di sotto del quale non si poteva scendere. Questo significa, nel caso specifico di Nostradamus, che egli non poteva impedire che alcune quartine venissero scritte in successione, sia pure mescolate ad altre.



Prendiamo l’esempio riportato nella griglia dell’immagine (cover del libro “Cryptanalysis” di Gaines”). Il messaggio intero è “MISFIRE ON VIADUCT JOB X RUSH INSTRUCTIONS”. Le modalità di utilizzo della griglia sono parecchie, ma non c’è modo di evitare che ciascuna parte del messaggio segua l’ordine naturale. Guardando il primo dei quattro riquadri e leggendo nell’ordine, cogliamo le lettere “MISFIRE ON”. A schema completo, queste lettere si confonderanno con le altre, diventando illeggibili; però staranno sempre lì. Basta saperlo! Diceva Michelangelo che ogni blocco di marmo contiene una statua; la bravura dell'artista sta nel tirarla fuori.
Per Nostradamus è lo stesso. Anzi! Non solo egli incontra i limiti tecnici della griglia ma, adottando una maschera virtuale costituita da lettere alfabetiche, egli incontra anche il limite della frequenza delle singole lettere. Il suo messaggio comincia a snodarsi sotto la lettera “A”, per passare poi alla “B” e così via. Finché la “A” non viene esaurita, egli non può tornare indietro. Può mescolare le centurie, può invertire l’ordine delle quartine all’interno di una medesima centuria, può dividere la sua griglia  in tre parti (come credo abbia fatto), può inventarsi tutte le diavolerie che gli passano per la mente, ma non può impedire la presenza di segmenti di quartine in sequenza. E' il suo punto debole che cercavo da anni. Prendiamo, ad esempio, le quartine I, 32 e I, 43:

Il grande impero sarà presto trasferito,
In piccolo luogo, che presto crescerà,
Ben misero luogo, di piccola contea,
Dove nel mezzo poserà il suo scettro.

Prima che il cambiamento dell’impero avvenga,
avverrà un fatto assai meraviglioso,
mutato il campo, il saccheggio di Porfirio
messo, trasmutato su roccia rugosa.


Non so esattamente cosa queste due quartine significhino; ho solo qualche vaga idea, tutta da verificare. Ma questo è poco importante. E’ importante invece constatare che sembrano proprio due quartine legate da un unico filo logico. Fosse solo uno sporadico episodio, sarebbe un caso. Invece la questione è sistematica e rispetta perfettamente la teoria della crittografia dell’epoca. Sapendo ciò che sappiamo, lo si può verificare in qualsiasi centuria. Ci sono sempre dei gruppi di quartine che si incastrano alla perfezione l’una con l’altra, come tasselli di un mosaico. E questo ci porta dritti dritti all’argomento che formerà oggetto del prossimo post.
Scusatemi, ma queste premesse sono necessarie per comprendere bene le conclusioni che ne ho tratto. Senza di esse, non potreste esprimere della valutazioni consapevoli.
Intanto, traiamo le conseguenze di quanto appena scoperto. A griglia correttamente impostata, ed ammesso che siano realmente collegate, le quartine I, 32 e I, 43 devono giacere sotto una medesima lettera della nostra famosissima chiave da 942 lettere; supponiamo ad esempio la “N”. Le due “N” che identificano le due quartine devono stare alla distanza di 11 caratteri l'una dall'altra, così come le stesse quartine.
Noi non abbiamo la griglia correttamente impostata, ma possiamo fare quello che si fa correntemente in criptoanalisi: risalire all’indietro come i gamberi, procedendo per prova ed errori. Purtroppo esistono ben 26 intervalli da 11 caratteri in tutta la chiave, distribuiti tra le varie lettere (5 sotto la A, 3 sotto la C, 6 sotto la E, etc.). Problematico sapere dove posizionare esattamente le due quartine. Nel caso del nostro esempio, potremmo naturalmente seguire la traccia delle “N” successive e precedenti a quelle dell'intervallo da 11, per verificare se conducono ad un discorso coerente, salvo passare ad altra lettera. Insomma, un difficoltoso percorso semi-interpretativo da maneggiare con cautela.
Per fortuna non ne abbiamo bisogno, perché abbiamo anche degli intervalli unici. Anzi, abbiamo delle “serie” di intervalli consecutivi unici. Se lavoriamo su queste “serie”, anziché sugli intervalli singoli, abbiamo enormi probabilità di non sbagliare. Se, poi, questa condizione si verifica sistematicamente, allora… ne riparliamo. Intanto vi ho fatto venire un po' di mal di testa, vero?






martedì 18 febbraio 2020

L'Himalaya può attendere


Passiamo al terzo punto del post del 20 gennaio, quello che, secondo me, è il punto più critico. Lo trascrivo di seguito.

….i numeri di quartina scoperchiati devono puntare alla numerazione attuale della loro disposizione; cioè, se buco la quarta casella e vi trovo il numero 603, vuol dire che in quella posizione va collocata la quartina VII, 3, la terza dopo la fine della sesta centuria. Però noi sappiamo già da tempo che anche le centurie hanno subito uno stravolgimento nella loro interezza; cioè, sono state mescolate indipendentemente dal rimescolamento delle singole quartine. Di conseguenza, la quartina VII, 3 non è affatto la terza dell’attuale settima centuria, ma è la terza quartina di un’altra centuria da identificare. E potrebbe perfino non essere così…

Siamo arrivati alla conclusione che Nostradamus abbia utilizzato la griglia di Cardano per codificare le Centurie. Non potendoci lasciare una mascherina tangibile, egli ne ha inventato una virtuale, costituita dalle lettere delle frasi latine.
Disponendo quartine e lettere nella tabella di Leowitz, si troveranno specifiche quartine in corrispondenza di ciascuna lettera.
In teoria, il problema dovrebbe risiedere nella corretta disposizione delle quartine e della chiave. Ne abbiamo già parlato: in orizzontale, in verticale, in ordine bustrofedico; potrei aggiungere altre varianti quali quella a spirale, a diagonale, ecc.
Purtroppo il problema è ben più ampio. Supponiamo, è solo un esempio, che in corrispondenza di una certa lettera “M” io trovi la quartina 66, cioè la I, 66. Siamo sicuri che questa sia la 66ima quartina della prima centuria? No, che non lo siamo. E’ praticamente certo che Nostradamus abbia mescolato anche le centurie. E’ altresì probabile che tutte, o almeno alcune, vadano considerate al contrario nel processo di decodifica, cioè dalla fine all’inizio. Di questo parleremo presto. Intanto, possiamo già temere che il corretto abbinamento lettera-quartina possa non portare ad alcun risultato immediato. Bisognerebbe sapere se i numeri della griglia da abbinare alle lettere sono quelli ante o post rimescolamento. Forse il problema non è insuperabile.

Dalla prossima volta, con una breve serie di post, proveremo a inserire alcune quartine nella loro esatta collocazione in tabella. Troveremo perfino le prime cinque quartine delle centurie, nel loro primitivo ordine… e scopriremo qualcosa che non mi sarei mai aspettato di trovare. Una vera bomba che, se è frutto del caso, allora è davvero diabolica.



mercoledì 12 febbraio 2020

Grigliata mista


Rileggendo i miei scritti più recenti, nutro il timore di non riuscire del tutto comprensibile a chi non possieda nozioni di crittografia. Che significa che Nostradamus ha criptato il suo messaggio? Che vuol dire trovare la chiave? Che senso hanno tutte le mie argomentazioni sulla direzione della scrittura delle frasi latine?

Mettendo un attimo in pausa il discorso che stiamo portando avanti, vorrei tentare di fare un po’ di chiarezza, aiutandomi con un esempio attinto dal “Manuale di crittografia” del Gen. Luigi Sacco. Si tratta di un testo fondamentale della materia, ben noto agli addetti al settore di tutto il mondo.





L’esempio riguarda un messaggio cifrato con una tecnica presumibilmente molto simile a quella utilizzata da Nostradamus nell’impiego della griglia di Cardano. Possono cambiare dei dettagli, ma il motivo conduttore rimane.
Il messaggio nascosto è “Ripiegare subito sulla posizione di partenza”. Nel caso di Nostradamus, nulla cambia; invece di una espressione letterale, abbiamo semplicemente una successione di quartine abbinate alle lettere: quartina 1 = prima A delle frasi latine; quartina 2 = seconda “A”, etc. etc., proseguendo poi con le “B”, le “C” fino ad esaurimento. Naturalmente, resta sempre il dilemma di capire se la quartina 1 è la prima della prima centuria o quella di un’altra centuria, che occupa il primo posto a seguito di un rimescolamento. Resta inoltre il problema di capire se la prima “A” è quella di “AD Caesarem…”, scritta dritta o  rovescio, o quella di un’altra frase.
Ignoriamo questi risvolti ed atteniamoci alla tecnica di cifratura.
Il messaggio, come potete vedere, è scritto per colonne: tre lettere in altrettante caselle per ogni colonna. Dopodiché, viene trasmesso al ricevente riunendo le lettere per riga: “IZILII etc.”.
Ecco! Noi abbiamo ricevuto le centurie ordinate secondo una disposizione di questo tipo. Naturalmente, questo è possibile solo attraverso l’utilizzo di una tavola ben strutturata, che consente di creare uno schema al di sotto dell’apparente disordine. E' esattamente il motivo dell’utilizzo della tavola di Leowitz che, in un certo senso, delimita il problema e racchiude nella sua stessa composizione l’algoritmo di cifratura. La tavola paradossalmente è un aiuto, in quanto possiede dei binari da seguire nell’opera di decifrazione.
Il problema della griglia dell’esempio, comune a tutte le griglie, è che non sempre il messaggio riempie tutte le caselle. E allora, o  il messaggio viene inviato così come viene fuori, oppure viene complicato ulteriormente con l’aggiunta di lettere casuali che completino lo schema. Ho sempre paragonato le centurie di Nostradamus, sin dai miei primissimi scritti,  a quei disegni enigmistici che si ottengono annerendo solo alcuni pezzi tra tutti quelli disponibili. Senza volerlo, potrei aver centrato il problema sin dall’inizio.
Nostradamus aveva a disposizione 1080 caselle, ma ne ha utilizzate 942. Allora, ha pensato bene di completare il quadro con 138 presagi.
Ho sempre manifestato incertezza  sul ruolo di questi presagi, non riuscendo a capire se essi andavano a completare le centurie o se formavano un corpo a parte. Ormai non ho più dubbi: sono un corpo estraneo. La chiave da cercare è composta da 942 lettere.
Mi restano invece i seguenti dubbi:
-         i presagi formano una separata costruzione, magari messa in piedi per aiutare l’interprete ad “allenarsi” su un insieme più piccolo, oppure non hanno alcuna struttura propria, essendo stati messi lì solo per riempire lo schema? In questo secondo caso, la chiave da 138 caratteri, una delle due Legis Cantio, sarebbe un depistaggio nel depistaggio.
-         Le quartine “utili” da riordinare sono davvero 942, oppure sono un gruppo più ristretto, integrato da altri versi la cui esclusiva funzione è quella di “riempitivo”?


venerdì 7 febbraio 2020

Archi e onde


Riprendiamo il secondo dei punti che ci siamo lasciati alle spalle nel post del 20 gennaio. Un po’ si intreccia col primo quesito, già trattato.

"Supponendo che le frasi latine vadano scritte orizzontalmente, non sappiamo in quale direzione dobbiamo scriverle.
Privilegerei la scrittura bustrofedica, partendo da sinistra verso destra, proseguendo in direzione inversa e così via. Gli indizi in tal senso sono numerosi".

Anzitutto sottolineo il riferimento al “bue marino” dell’epistola a Enrico II: ‘sera ouverte la grand chaisne du port qui prend sa denomination au boeuf marin’. Come a suo  tempo segnalato, a me sembra che « la catena che prende la denominazione dal bue marino » sia la direzione alternata che deve seguire la chiave di decifrazione nella sua trascrizione sulla tavola. Noi abbiamo questa chiave e la conosciamo bene. E’ la « catena » che abbiamo costruito con un nutrito gruppo di frasi latine.  L’attributo « bustrofedico » trae origine proprio dal movimento del bue, che trascina l’aratro avanti e indietro. E quel « marin », poi, mi sembra una ennesima applicazione del Notarikon, al quale Nostradamus ricorre con frequenza perfino abusata.
Segnalo, al riguardo, la pista che sta seguendo Flip nel suo blog « La catena di Nostradamus ». Lui assimila il bue marino alla focena, menzionata in diverse quartine, e ne trae interessanti considerazioni.

Troviamo un riferimento al bue anche nella quartina VIII, 90, discussa nello scorso post.  E poi c’è l’oracolo della Sibilla, che Nostradamus manipola a suo piacimento nella « Paraphrase di Galen », trasformandolo in :

Volventur saxa litteris et ordine rectis
Cum videas occidens orientis opes.
Ganges indus Tagus erit mutabile (in luogo dell’originale « mirabile ») visu
Merces commutabit suas uterque, sibi.

Traducendo in maniera un po’ artigianale questa arcana composizione, otteniamo più o meno:

Verranno girate le lettere (di pietra) e nel giusto ordine
Così che l’occidente veda le opere dell’oriente
Dal Gange indiano al Tago si vedranno dei cambiamenti
Quando scambieranno le loro merci, ciascuno dal suo lato.

Mi sembra che un linguaggio parzialmente simile venga utilizzato nella quartina II, 60. Il terzo verso dell’oracolo, in particolare, è praticamente lo stesso del secondo verso della quartina.

Punica fede infranta in oriente,
Gang, Ind. e Rosne, Loyre & Tag cambieranno,
Quando la fame del muletto sarà saziata,
Flotta dispersa, sangue e corpi galleggeranno

Segnalo, ancora, la quartina I,10 nella quale il serpente in gabbia dovrebbe segnalare un andamento sinuoso all’interno della tavola a griglia:

Serpente trasmesso nella gabbia di ferro
…………



Infine, non possiamo non ricordare i richiami che Nostradamus fa nell’epistola agli archi di Marte ed alle onde di Nettuno: un incrocio tra un andamento bustrofedico (ad arco, andata e ritorno) ed uno sinusoidale, ad onda.
Stiamo decifrando ed ogni indizio va preso in buona considerazione. Qui abbiamo un  blocco di indizi che, singolarmente presi, possono anche essere messi in discussione. Ignorarli nel loro insieme significherebbe non voler vedere.



sabato 1 febbraio 2020

La mossa del Re

Vi ho lasciato con la promessa di approfondire il significato della quartina VIII, 90:


Quando il senso degli incroci sarà trovato sconvolto
Al posto del sacro si vedrà un bue cornuto
Il luogo della verga sarà allora al suo apice
L’ordine non sarà più sostenuto dal re

Si allude all’ordine di successione delle quartine, compromesso da una (attuale) errata disposizione degli incroci.
Che si stia parlando dell’ordine delle quartine viene confermato dalla citazione dell’altro strumento di ordinamento, l’astrolabio, la cui verga, alla sommità, punta ad un determinato “luogo” celeste. Luogo, verga ed apice sono tutti e tre dei termini estremamente specifici riferibili all’astrolabio.
Nostradamus sta citando esattamente i due strumenti (tavola ed astrolabio) che ha utilizzato per la sua codifica. L’ho scritto più volte. Si tratta di due codifiche parallele, indipendenti l’una dall’altra. Noi non abbiamo l’astrolabio ma abbiamo la tavola di Leowitz.

Se il contesto è questo, a cosa si riferiscono gli incroci? A mio parere si sta parlando proprio di incroci delle lettere con i numeri, con ciò supponendo che le frasi latine vadano disposte in orizzontale, in modo bustrofedico (a questo allude il secondo verso che cita il bue), mentre la lettura dei numeri di quartina che esse rappresentano deve avvenire in verticale, come detto nel post precedente. Insomma, alla lettera “A” della prima cella, non fa seguito la “A” successiva in linea orizzontale, ma quella che verrà incontrata lungo la prima colonna della tabella, dopo aver disposto le varie frasi. Questo vale anche per tutte le altre lettere “A” e per tutte le altre lettere dell’alfabeto.
Cosa me lo fa pensare? Anzitutto la questione degli incroci. Per esserci un incrocio, devono sussistere due direzioni differenti, anche se non necessariamente ortogonali.
E, poi, c’è la quartina X, 39 che sembra fornire proprio questa indicazione:

Prima diciotto d’età incompetente
Dall’altro vicino più basso verrà l’accordo

Date le 18 colonne della tavola, la regolarità non va dunque ricercata orizzontalmente, ma scendendo riga per riga.
Sembra azzardato? Un po’ lo è, ma non troppo. E’ facendo così che qualche risultato, finora, lo abbiamo conseguito.
Resta l’ultimo verso, il più illuminante: “L’ordine non sarà sostenuto dal Re”. Ho già accennato al fatto che, nella sua opera di codifica, Nostradamus ha utilizzato la griglia di Cardano, noto crittografo della sua epoca. Questa griglia si ispira al gioco degli scacchi e contempla, tra le sue possibilità, la cosiddetta “mossa del Re”.

Quindi, adesso, abbiamo trovato:
-         la chiave di ordinamento costituita dalle frasi latine;
-         la tabella nella quale vanno disposte le lettere;
-         la tecnica di crittografia utilizzata.

Se da qui a sei mesi non tiro fuori l’intero ordinamento, mi ritiro sull’Himalaya a meditare sulle mie sciocchezze.