RISPOSTA AL MESSAGGIO DI “FLIP” a commento del post “Nostradamus
– Codice ed enigmi” del 27 luglio 2019
Ho apprezzato molto il suo post. Cerco di
risponderle sinteticamente punto per punto.
Dato per scontato che esiste un codice, non si può
escludere che esista anche una soluzione matematica. Codice e matematica vanno
strettamente a braccetto.
La prima pagina della tavola di Leowitz è
sicuramente coinvolta. Nostradamus parla di una “tavola” nella quartina 1, IX;
ci sono 1080 caselle; termina con 1350; si trova nel libro al quale si arriva
con la metafora de “3 leoni coronati”. La tavola è certamente quella. Non si
può escludere che anche la seconda pagina della tavola abbia una propria
utilità. Tuttavia, al momento, non ho alcun elemento per prendere in
considerazione l’ipotesi.
L’utilizzo della tavola è molto complicato, almeno
per me che sono digiuno di qualsiasi competenza astrologica. Comunque, le
spiegazioni stanno nello stesso libro di Leowitz, nella pagine immediatamente
precedenti la tavola stessa (cap: De supputandis aspectibus). Il punto è che
queste sono spiegazioni “canoniche”. Forse, come in tutti gli altri enigmi, non
hanno nulla a che vedere con l’utilizzo che Nostradamus ne ha fatto.
Le stesse considerazioni valgono per l’astrolabio,
il cui funzionamento viene illustrato in un misterioso libro in latino di un
altrettanto misterioso Francisco Sarzosio. L’ho letto e la mia opinione è che
non spiega nulla, se non a chi già sa. Ma anche questo probabilmente è un
mio limite. Resta nuovamente
l’incognita di sapere che uso ne ha fatto “effettivamente” Nostradamus, visto
che l’astrolabio-equatorium è nato per misurare gli aspetti planetari e non per
codificare.
Confermo l’incongruenza tra l’epoca della codifica e
l’anno di pubblicazione del libro di Leowitz. Dall’epistolario di Nostradamus,
sembrerebbe che i due non si conoscessero. Ho sotto mano la lettera scritta da
Nostradamus a Laurentio Pomerano il 15/7/61. Qui egli parla di Leowitz come se
non lo conoscesse personalmente (ma è davvero così?). Cita invece direttamente
le tavole di Leowitz nella lettera a Ioannes Rosenberg del 15/10/1561. Ma qui
siamo già ben oltre la data sotto la quale ne ha fatto uso.
La ringrazio per la segnalazione dell’errore a pag.
60 del libro. In effetti ho scritto “sesta centuria” anziché “settima”. Una
svista che correggerò al più presto. E dire che ho letto il libro 100 volte
prima di pubblicarlo.
Infine, anno 3797, cioè anno di fine delle profezie.
È lo stesso che settimo millennio. Infatti, Nostradamus sostiene che le
profezie vanno dal 1555 al 3797. La differenza è di 2242 anni. Sommati ai 4758
che vanno dalla creazione del mondo a Cristo, sono proprio 7000 anni. Il punto,
naturalmente, non sono gli anni, ma il numero 7000, corrispondente all’ultima
quartina (anno 7000 profondamente calcolato). Insomma, un altro giochetto numerico per una
delle consuete duplicazioni di enigmi. Se vuole saperne di più sul 2242 e sul
3797, può scaricare liberamente “le cronologie bibliche” da questo stesso blog.