Tecniche di Nostradamus

martedì 27 gennaio 2015

Fatima: le bugie di Lucia

La guerra terminerà. Ma se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta…

Nel secondo segreto Lucia afferma di aver ricevuto dalla Madonna la rivelazione che la seconda guerra mondiale sarebbe scoppiata sotto Pio XI e sarebbe stata preannunciata da una luce misteriosa.
Quando le viene fatto notare che quello di Fatima sarebbe l’unico caso della letteratura profetica di ogni tempo a contenere un nome specifico, Lucia risponde ostinatamente che non ha spiegazioni da dare. La Madonna ha menzionato proprio Pio XI (al tempo della visione era ancora vivo Benedetto XV) e così riferisce; non c’è errore né equivoco.
Poiché la guerra scoppia con l’invasione della Polonia da parte della Germania il 1° settembre 1939,  quando Pio XI è già morto (10 febbraio 1939), Lucia sostiene che il vero inizio va retrodatato. Al riguardo, fornisce due versioni diverse: in una afferma che tale inizio coincide con l’invasione dell’Austria da parte della Germania (12 marzo 1938); nell’altra sostiene che bisogna invece fare riferimento alla guerra civile spagnola (luglio 1936 – aprile 1939).
Per aumentare la confusione, il 20 giugno 1939, quando ormai l’umanità si prepara all’inevitabile, la suora scrive al vecchio confessore, Padre José da Silva Aparicio, sostenendo che la Madonna ha promesso di rimandare il flagello della guerra se la devozione dei primi sabati sarà praticata e propagata.
La notte tra il 24 e il 25 gennaio 1938, un’aurora boreale illumina gran parte dell’Europa. Nella terza memoria, Lucia conferma che è stata proprio quella luce il segnale atteso, del quale parla il secondo segreto: il preavviso della seconda guerra mondiale.

Tra memorie, lettere e interrogatori, Lucia ha frastagliato le sue rivelazioni un tanto al chilo, a seconda dell’interlocutore di turno, senza preoccuparsi di mantenere un ordine cronologico o, almeno, un filo logico. Non ha dunque valutato la possibilità che, un giorno, esse potessero essere assemblate in un quadro completo.
A dar retta al secondo segreto, se l’aurora boreale costituisce il preavviso di una guerra che deve scoppiare sotto il pontificato di Pio XI, allora l’intervallo consentito deve essere compreso tra il 25 gennaio 1938 (aurora boreale) e il 10 febbraio 1939 (morte del papa).
La guerra, in realtà, scoppia il 1° settembre 1939, sotto Pio XII, con l’invasione della Polonia da parte della Germania.

Dunque, Lucia racconta una balla nel 1940, quando scrive a padre Goncalves che l’inizio della guerra mondiale coincide con la guerra civile spagnola, scoppiata nel 1936, ben prima dell’aurora boreale.
Racconta frottole al vescovo da Silva quando, il 6 febbraio 1939, gli preannuncia l’imminenza di una guerra che ormai tutto il mondo dà per inevitabile. Pio XI muore da lì a quattro giorni, senza che nulla accada nel frattempo.
Scrive una enorme fesseria al vecchio confessore Aparicio quando, il 20 giugno 1939, gli comunica che la Madonna ha promesso di rimandare il flagello della guerra in cambio della devozione dei primi sabati. Non solo non si capisce il senso di questa “grazia”, se il beneficio è solo un rinvio, ma Pio XI è già sotto terra da oltre 4 mesi. Non è chiaro come si possa rinviare una guerra che, secondo la profezia, sarebbe dovuta scoppiare sotto di lui.

La verità è che Lucia non possiede le capacità intellettive necessarie a tenere il conto di tutte le sciocchezze che racconta e, quando nel 1941 scrive le memorie, si mette nel sacco da sola con i vincoli della luce misteriosa e del papato di Pio XI.
A quel punto, padre Jongen le fa notare che i conti non tornano, ma lei cambia ancora versione e fa coincidere l’inizio del conflitto con l’invasione dell’Austria da parte della Germania, il 12 marzo 1938. Rimette a posto i problemi cronologici, ma non può evitare di smentire l’affermazione del 1940, che assegna il calcio d’inizio alla guerra civile spagnola e alla responsabilità della Russia, oltre che le lettere del 6 febbraio 1939 e del 20 giugno 1939 nelle quali prospetta, rispettivamente, l’imminenza della guerra e il suo rinvio. Come può essere imminente e come si può rinviare, nel 1939, una guerra che la stessa Lucia considera scoppiata nel 1938 con l’invasione dell’Austria, mantenendo contemporaneamente i vincoli della luce misteriosa e della morte di Pio XI, oltre che della responsabilità della Russia?
Chiedetelo a Lucia! Anzi, poiché è morta, chiedetelo a quelli che credono alle sue frottole, rincorrendo sensazionalistici e inconfessabili segreti. Già che ci siete, chiedete anche quale affidabilità si può attribuire alle loro ricerche, visto che sono ingenuamente cascati nella  trappola messa in piedi da Lucia con delle rivelazioni totalmente incompatibili tra di loro.

Ci si potrebbe domandare, ovviamente, il motivo per il quale Lucia avrebbe dovuto inserire nelle memorie del 1941 dei vincoli a proprio danno, come quelli della luce sconosciuta e del pontificato di Pio XI. Lo vedremo la prossima volta.

Intanto interrompo la lista delle incongruenze, che sta diventando un elenco infinito!

sabato 24 gennaio 2015

Fatima: la luce sconosciuta

Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione della Chiesa e al santo Padre. Per impedirlo, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se daranno retta alle mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà nel mondo i suoi errori, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa.

Stiamo cercando di analizzare il secondo segreto pezzo a pezzo. Non è un procedimento facile né corretto, in quanto sto trattando le varie affermazioni come se fossero indipendenti l’una dall’altra, cosa che evidentemente non è. Tutte, però, presentano delle incongruenze dalle quali non si può prescindere. Non una… non due… ma tutte: è un gran pastrocchio di concetti contraddittori, confusi e antistorici, che mi costringono ad esaminarli uno per uno.

Dopo aver pronunciato le sue minacce, la Madonna passa a quella che sembra una profezia:

Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione della Chiesa e al santo Padre.

Dal “Se l’uomo non smette di offendere Dio etc.” (cfr. Il secondo segreto di Fatima - 6), con un “se” che rende indefinito il futuro, si passa direttamente al “Quando vedrete etc.”, con un “quando” che lo dà per predefinito. Non insisto oltre su questa contraddizione. Mi concentro, invece, sulla luce sconosciuta che dovrebbe annunciare la seconda guerra mondiale e la persecuzione della Chiesa e del Santo Padre.
Tutti sappiamo che la guerra c’è stata, mentre non si capisce bene cosa si intenda per persecuzione della Chiesa e del santo Padre. In effetti, la storia non registra particolari persecuzioni della Chiesa e del Papa, successivamente alla luce sconosciuta, della quale ci occuperemo subito. Sotto questo aspetto, siamo in presenza di una falsa profezia.

In realtà non è profezia neanche quella della guerra visto che, insieme alla conseguente fame e alla inesistente persecuzione,  è stata data la possibilità di evitarla con la consacrazione della Russia e la comunione riparatrice dei primi sabati. Su queste contraddizioni, non potrei che continuare a ripetermi.
La novità, nel brano che stiamo esaminando, è costituita invece dalla luce misteriosa che avrebbe dovuto preannunciare la guerra.
Tutti coloro che hanno indagato su Fatima hanno identificato questa luce con l’aurora boreale che, la notte tra il 24 e il 25 gennaio 1938, illuminò gran parte dell’Europa. Nella terza memoria, Lucia conferma che fu proprio quella luce il segnale atteso, ma sostiene anche che gli astronomi si sono sbagliati nel considerarla aurora boreale.
Veniamo a scoprire che la suora era esperta in fenomeni atmosferici, così come era esperta in “profezie” visto che, come d’abitudine, è stata capace di  “prevedere” nel 1941 la luce sconosciuta del 1938. Giustamente, se non la si accetta come fenomeno di aurora boreale, allora bisogna dire che la natura di quella luce è rimasta “sconosciuta” agli astronomi.
L’umanità stava per entrare nell’era atomica, la teoria della relatività era stata prodotta da circa 30 anni, la teoria dei quanti era in pieno fermento, ma si prendevano cantonate sull’identificazione di una semplice aurora boreale.
Se lo dice Lucia… quella stessa Lucia che faceva profezie a distanza di molti anni dopo l’evento previsto e che, nonostante tutto, riusciva ugualmente a litigare con la storia.

Purtroppo, con questa apparentemente banale storia della luce misteriosa, Lucia mette il sigillo finale a quel groviglio di insanabili contraddizioni nelle quali è già caduta e nelle quali è destinata a cadere sempre di più, man mano che cercherà di porre rimedio alle sue imprudenti dichiarazioni. Ne parleremo, probabilmente già nel prossimo articolo.

Comincio a sentirmi come uno che tenta di dimostrare con serietà che quella di Cappuccetto Rosso è una favola.

Lista delle incongruenze:

1) Miracolo del sole: formulazione in contrasto con le facoltà profetiche di Maria.
2) Profezia della guarigione dei malati: manca la relazione tra predizione ed evento.
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata relazione tra predizione ed evento.
5) Visione puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della SS. Trinità.
7) Devozione al Cuore Immacolato di Maria: non è profezia, ma richiesta pasticciata.
8) Profezia della fine della prima guerra mondiale: predizione post eventum  o errata.
9) Profezia della seconda guerra mondiale: predizione post eventum ed antistorica.
10) Profezia dell’aurora boreale del 25 gennaio 1938: predizione post eventum.




domenica 18 gennaio 2015

Pugni e fondamentalismo cattolico

Sta facendo scandalo, in questi giorni, la frase del Papa relativa al pugno col quale ricambiare un’offesa alla propria mamma. Più o meno: “se qualcuno offende la mia mamma, io gli do un pugno”.
Lo scandalo riguarda l’idea che si possa rispondere con la violenza a un’offesa altrui, violando gli insegnamenti pacifisti del cristianesimo. E riguarda soprattutto l’idea che un simile messaggio venga nientemeno che dal papa, capo indiscusso della comunità cattolica.
Purtroppo, queste semplificazioni non provengono solo da gente poco avvezza alle argomentazioni teologiche, ma da “presunti” esperti e teologi, che scrivono abitualmente anche su noti quotidiani.
Ho notato, con dispiacere, che il più delle volte le loro riflessioni sono frutto di feroce pregiudizio, quando non di vera e propria ignoranza della materia che trattano.

Anzitutto i paradossi: coloro che si scandalizzano per la minaccia del pugno sono gli stessi che si lamentano del fatto che il Papa non invoca un intervento armato per fermare il terrorismo islamico che fa strage di cristiani.
Insomma, l’opportunità di una risposta violenta deve passare al vaglio del loro contraddittorio giudizio. A questi influenti giornalisti, che si proclamano cattolici, vorrei ricordare l’umiltà richiesta dal cristianesimo, sottolineando che i due termini non sono equivalenti.

Questa è un’altra precisazione sulla quale dovrebbero riflettere. Proclamare il proprio cattolicesimo equivale a declamare un’appartenenza “formale” e nulla di più. Da cattolico, non esito ad affermare che lo spirito evangelico sta nel cristianesimo, del quale il cattolicesimo è una forma organizzativa; la più importante delle organizzazioni cristiane, ma solo una delle tante.
A chi conosce un po’ il Vangelo, e soprattutto a questi signori che pontificano su argomenti che non conoscono o che hanno dimenticato, vorrei ricordare l’episodio di Gesù, a casa di Marta e Maria.
Marta si prodigava, nel ruolo di padrona di casa, per la preparazione del pranzo. Maria, invece, stava ai piedi di Gesù, ascoltandone le parole. Quando Marta si lamentò perché Maria non l’aiutava, Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Il ruolo di Marta era senz’altro utile e lodevole; senza di lei, quel giorno nessuno avrebbe preparato il pranzo. Ma è stata Maria a cogliere l’essenza della presenza di Cristo.
Chi ha orecchie capisce benissimo che l’organizzazione cattolica è assimilabile a Marta; ma il vero pensiero cristiano altro non è che Maria.
Perciò, ai novelli fondamentalisti cattolici che biasimano alcuni comportamenti di papa Francesco non del tutto tradizionali, vorrei ricordare che esistono dei principi "cristiani" al di fuori della loro limitata comprensione vetero-cattolica, così come il comportamento di Maria non appariva comprensibile a Marta.

A questi signori, giornalisti di abissale incompetenza, vorrei ricordare che è vero che Gesù raccomandò di porgere l’altra guancia a chi ci dà uno schiaffo. E’ un gesto di quell’umiltà e misericordia, di cui loro sono privi, che ciascuno di noi può compiere per le offese subite personalmente, perché solo l’offeso può perdonare; certamente non altri per conto suo. Allora, se proprio vogliamo prendere sul serio la battuta del pugno, bisogna dire che il Papa che invita a dare un pugno a colui che offende la sua mamma è paragonabile a Gesù che prese a frustate i mercanti del Tempio, che arrecavano offesa al Padre Suo. Non ha certo offerto ad essi l’altra guancia.
Gesù perdonava i “suoi” personali aguzzini, ma non ha mai pronunciato una parola di perdono per chi offendeva il Padre.

Al di fuori delle riflessioni teologiche, vorrei suggerire di guardare ad alcune espressioni di Papa Francesco come a quelle di un uomo semplice, simile a ognuno di noi. Devo ammettere, onestamente, che anch’io a volte mi sento disorientato: però, bisogna prendere atto che Francesco non è un grande teologo, come lo era Benedetto XVI, o una mente sofisticata, come lo era Giovanni Paolo II. E’ un uomo dalle idee semplici, ma non per questo vale di meno o di più: è un uomo diverso, con delle sacrosante caratteristiche personali, che non può essere giudicato col metro di altri pontefici che lo hanno preceduto. Anzi, non può e non deve essere giudicato. Con questo, non intendo dire che non si possano esprimere opinioni personali su di lui e suoi suoi gesti; ma che siano le opinioni di persone riflessive e autenticamente sincere, piuttosto che polemiche di fondamentalisti cattolici di una specie dimenticata da secoli; di esaltati, capaci di esprimere la più bieca retorica cattolica del medioevo.

Vorrei terminare con una preghiera, per ricambiare quella che qualcuno di questi noti giornalisti rivolge costantemente e pubblicamente a Dio perché protegga la Chiesa dagli errori di papa Francesco. Io vorrei pregare Dio di sottrarre il loro numeroso seguito (decine di migliaia di “mi piace” sulle loro pagine Facebook) alla loro nefasta influenza. Mi auguro per loro che, nella loro superba arroganza, siano almeno in buona fede


lunedì 12 gennaio 2015

Il secondo segreto di Fatima - 6

La guerra terminerà. Ma se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione della Chiesa e al santo Padre. Per impedirlo, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se daranno retta alle mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà nel mondo i suoi errori, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa.

Analizzare questo stralcio del segreto è piuttosto difficile, perché è un cumulo di contraddizioni, errori storici ed ammonimenti camuffati da profezie. Proviamoci!

Dopo aver “predetto” la fine della prima guerra mondiale (nel post precedente abbiamo visto “come”), la Madonna aggiunge che, se gli uomini non smetteranno di offendere Dio, sotto Pio XI ne comincerà un’altra peggiore.
Se quest’annuncio di una nuova guerra viene considerato profezia, allora è una profezia post eventum, rivelata da Lucia a guerra scoppiata (ricordo ancora che le sue memorie sono state scritte nel 1941). Questa è una costante alla quale abbiamo fatto l’abitudine. Perciò passiamo direttamente ad altri aspetti.

Se la Madonna di Lucia, all’epoca della apparizioni, avesse visto nel futuro, avrebbe saputo che la seconda guerra mondiale ci sarebbe stata. Invece, avendo prospettato la possibilità di evitarla con il ravvedimento degli uomini, evidentemente per lei lo scenario non era ancora definito del tutto. Tra l’altro, prometteva che la guerra poteva essere impedita con la consacrazione della Russia e con la comunione riparatrice dei primi sabati.
Usando i vocaboli giusti e contestando tutte le definizioni che sono state date finora, possiamo affermare di essere al massimo in presenza di una minaccia e non di una profezia: “Guarda che se non smetti di offendere Dio, sotto Pio XI comincia un’altra guerra”.
Ma anche questa minaccia non è affatto chiara. Che senso ha la condizione delle offese a Dio? Ognuno di noi, preso individualmente, può afferrare il significato di questa raccomandazione. Ma che significa, a livello collettivo, che “gli uomini devono smettere di offendere Dio?”.
Il comportamento degli uomini è quello che è, cioè un comportamento di massa. Perché sarebbe dovuto cambiare dopo la visione di Lucia (che tra l’altro è stata vincolata al segreto)? E, anche se non ci fosse stato vincolo di segreto, perché miliardi di persone avrebbero dovuto seguire le indicazioni della veggente di una  religione minoritaria?
Comunque, offese o non offese, la Madonna aggiunge: “se i [cattolici] faranno questo e quest’altro (devozione e consacrazione), io posso impedire la guerra. Però, cara Lucia, non dirlo a nessuno[1], perché questo è un segreto”.

Se la prospettiva della guerra è una minaccia, allora è una minaccia inutile, perché i mezzi per sventarla vanno tenuti segreti. Se è una profezia, allora sono inutili le condizioni. Se è un ammonimento, esso è destinato in partenza a restare senza effetto.
Perfino come “cronaca” la presunta predizione è sbagliata. Lucia attribuisce lo scoppio della seconda guerra mondiale alla Russia, come si intuisce dal resto del “segreto” e come dice esplicitamente nella lettera del 21 gennaio 1940 (a guerra in atto) al confessore Padre Goncalves, riferendosi alla mancata consacrazione:

Mi dispiace che nonostante l’ispirazione dello Spirito Santo, si sia lasciata sfuggire un’occasione. Anche nostro Signore si lamenta di ciò. Per questo atto egli avrebbe placato la sua giustizia e perdonato al mondo il flagello della guerra, che dalla Spagna la Russia sta scatenando tra le nazioni.

Non so da quali giornalini a fumetti Lucia abbia attinto queste notizie, perché io non so nulla di una seconda guerra mondiale (“peggiore della precedente”, per usare le parole del segreto), scatenata dalla Russia tra le nazioni, a partire dalla Spagna.
In realtà Lucia non legge nulla, come lei stessa ammette subito dopo:

Quanto a leggere gli articoli dei vari numeri del Messaggero che parlano di questa cosa, mi piacerebbe, ma forse è meglio di no. Del resto le mie superiore desiderano che io sia all’oscuro di tutto quello che succede e io ne sono contenta. Quando nostro Signore vuole che io sappia qualcosa, s’incarica Lui di farmela conoscere. Dispone a questo scopo di tanti mezzi.

Uno di questi mezzi, evidentemente, è costituito dai suggerimenti dei soliti registi, che fanno di tutto per farle diffondere messaggi anticomunisti e antisovietici, tacendo su quella bazzecola del nazismo che ha messo l’Europa a fuoco e fiamme.
E la gente le crede? Evidentemente sì, a giudicare dal seguito che Lucia ha avuto e di cui ancora oggi gode, visto che la si ritiene messaggera di un fondamentale segreto per l’umanità, tenuto nascosto dalla Chiesa.

Lucia, dunque, ritiene erroneamente che la seconda guerra mondiale sia stata scatenata a partire dalla Spagna, ad opera della Russia[2]. Però, diventa una storica sofisticata quando qualcuno le fa notare (le Memorie e le lettere sono piene di rettifiche, praticamente su tutto) che la seconda guerra mondiale è cominciata sotto Pio XII e non Pio XI. E allora risponde che la guerra, di fatto, è cominciata con l’invasione dell’Austria da parte delle truppe di Hitler nella notte tra l’11 e il 12 marzo 1938, quando c’era ancora Pio XI. Bisogna che si decida! O la guerra è cominciata con l’invasione tedesca dell’Austria o è cominciata dalla Spagna ad opera della Russia (forse in qualche universo parallelo).
L’intervento del suggeritore è evidente! La realtà è che Lucia è una visionaria ignorante, tenuta all’oscuro di tutto. Al suggeritore interessa che scriva ciò che le pare, purché infarcisca i suoi racconti con invettive anticomuniste e antisovietiche. Gli errori si rimediano, in un modo o nell’altro; se sono irrimediabili, allora tanto peggio tanto meglio: sono indice di spontaneità, in quanto nessuno stratega commetterebbe degli svarioni così vistosi. I fedeli, non dubitando della Madonna e non volendo dubitare di Lucia, penseranno che, a volte, quest’ultima semplicemente si confonda.
Tra l’altro, le verifiche su ciò che lei scrive non sono alla portata di tutti: bisogna consultare diverse fonti e rimettere ordine. I libri in circolazione sono delle ricostruzioni che riflettono il punto di vista e gli “aggiustamenti” (il più delle volte spudoratamente bugiardi) dei loro autori. La grande massa della popolazione, di tutto questo, non sa nulla. Perfino  gli autori a favore di Lucia lo riconoscono. Cito, per tutti, le parole tratte dalla monumentale opera “Tutta la verità su Fatima” di Frate Michel della Santa Trinità, convinto fatimologo:

Queste memorie hanno un grave difetto, almeno per i lettori meno informati: non si presentano con una sintetica e cronologica esposizione degli eventi… Spetta perciò a noi il compito di fare la nostra scelta tra tutti questi meravigliosi testi per ordinarli, aggiungendo un minimo di spiegazioni per chiarirli quanto meglio è possibile, consentendo al lettore di apprezzare la loro spontaneità e freschezza”.

Lista delle incongruenze:

1) Miracolo del sole: formulazione in contrasto con le facoltà profetiche di Maria.
2) Profezia della guarigione dei malati: manca la relazione tra predizione ed evento.
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata relazione tra predizione ed evento.
5) Visione puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della SS. Trinità.
7) Devozione al Cuore Immacolato di Maria: non è profezia, ma richiesta pasticciata.
8) Profezia della fine della prima guerra mondiale: predizione post eventum  o errata.
9) Profezia della seconda guerra mondiale: predizione post eventum ed antistorica.




[1] Il vincolo del segreto è l’ultima parte di tutto il messaggio (cfr. Il secondo segreto diFatima – 1)
[2] Questa è la prova che il "segreto" è una rielaborazione di Lucia. Per quanto riguarda la Spagna, ha sentito parlare di guerra civile. L'avversione nei confronti della Russia, invece, è frutto di un costante lavaggio del cervello. Nella sua ignoranza, mescola le due cose e fa scoppiare una seconda guerra mondiale diversa da quella storica.

martedì 6 gennaio 2015

Il secondo segreto di Fatima - 5

Dopo aver chiesto la devozione al suo Cuore, la Madonna pronuncia quella che viene generalmente ritenuta una “indiscutibile” profezia: preannuncia la fine della guerra. Poiché l’apparizione risale al 13 luglio 1917, è evidente che si sta riferendo alla prima guerra mondiale.

Lucia fornisce due versioni molto diverse, che probabilmente le sembrano uguali. Nella terza memoria, scrive: “La guerra finirà presto”. Nella quarta, invece: “La guerra finirà”.

Faccio notare che entrambe le formulazioni violano, anzitutto, il primo dei requisiti che dovrebbero caratterizzare qualsiasi predizione (cfr. Fatima: vere e false profezie). Questa è una predizione post-eventum, in quanto è solo nel 1941, con ben 23 anni di ritardo, che Lucia la rende nota nelle sue memorie.
Tutte le sue profezie sono così e già questo dovrebbe portare a chiudere definitivamente la questione. Stiamo discutendo del nulla. Tuttavia, giusto per portare avanti il discorso, aggiungo che ciascuna delle due formulazioni viola anche un altro requisito.

La prima contrasta con il terzo requisito, relativo alla corrispondenza tra previsione ed evento. Da metà luglio 1917 a metà novembre 1918 (fine della guerra) passano ben sedici mesi: non direi che questo si possa definire “presto”. Questo termine, per una guerra durata quattro anni, sarebbe appropriato per qualche giorno o qualche settimana o, ad essere generosi, un paio di mesi. Un anno e quattro mesi sono un’eternità, durante la quale la gente continua a morire a milioni.
La seconda formulazione contrasta col secondo requisito, relativo alla presenza di deduzioni logiche. Dire semplicemente che una guerra finirà non è una profezia, è una deduzione talmente ovvia da non meritare che ci si soffermi sopra.

In ogni caso, la generica predizione della fine della guerra non viene fatta solo a luglio. Essa viene rinnovata ad ottobre, al di fuori di ogni vincolo di segreto.
Nella quarta memoria (1941), Lucia afferma che, il 13 ottobre, la Madonna le avrebbe detto:

La guerra terminerà e i militari torneranno tra breve alle loro case”.

Se questa formulazione fosse corretta, ci ritroveremmo alle prese con le stesse obiezioni precedenti. Ma essa è una falsità, alla quale Lucia è stata costretta da un “incidente” che lei stessa ammette. Quello stesso “incidente” che risponde alla domanda che qualcuno sicuramente si sarà posto:

Visto che Lucia scrive nel 1941, perché mai non fa una predizione più accurata?”

Semplicemente perché, nelle dichiarazioni immediatamente successive alla visione di ottobre 1917, aveva affermato ripetutamente che, secondo la rivelazione ricevuta, la guerra sarebbe terminata “oggi”, con riferimento al giorno dell’apparizione (13 ottobre 1917).
Queste sono le sue parole, come risultano dall’interrogatorio condotto, lo stesso 13 ottobre 1917, dal Visconte di Montelo, pseudonimo del sacerdote Manuel Nunes Formigao, professore di Teologia e canonico nel seminario patriarcale di Lisbona:

Disse che ci emendassimo e non offendessimo il Signore che veniva già molto offeso; che recitassimo il rosario e chiedessimo perdono dei nostri peccati; che la guerra finirebbe oggi e che aspettassimo i nostri soldati fra non molto.

Identica dichiarazione viene resa nell’interrogatorio del 16 ottobre, quando Lucia riferisce al parroco del paese le parole della Madonna:

- Voglio dirti che non offendano più Nostro Signore… La guerra finisce oggi; aspettino qua i loro soldati tra breve.

E, nuovamente, nell’interrogatorio del 19 ottobre del sacerdote Formigao:

Formigao: Quali parole usò Nostra Signora?
Lucia: Ha detto così: La guerra finisce oggi, aspettino qua i loro soldati tra breve.

Formigao: Ma vedi, la guerra continua ancora. Come si spiega questo, se Nostra Signora ha detto che la guerra era finita in quel giorno?
Lucia: Non lo so. So soltanto che l’ho sentita dire che la guerra finiva il giorno 13. Non so altro.

 Divenuta adulta e resasi conto dell’insostenibilità delle sue originarie dichiarazioni, Lucia modifica le presunte parole della Madonna nella quarta memoria:

La guerra terminerà e i militari torneranno tra breve alle loro case”.

Per giustificare la nuova versione dei fatti, così scrive al padre superiore nella lettera del 18 maggio 1941:

L’idea che io conservo del modo in cui la Madonna si espresse a proposito della guerra è la seguente: “La guerra terminerà e i soldati torneranno tra poco. Ma ciò che forse spiega che io non compresi perfettamente in quel momento dev’essere stata la preoccupazione per tutte le richieste che mi avevano incaricato di fare; volli in quel momento ricordarmene e perciò distrassi un po’ l’attenzione; in seguito, preoccupata di farle, quasi interruppi quello che la Madonna stava dicendo; la sua risposta fu che avrebbe concesso alcune di queste grazie in capo ad un anno ed altre no.
Giacinta credo che non mi avvertì dell’errore in quell’occasione, perché il popolo ci tirò una di qua e una di là e non so nemmeno se quel giorno ci si rivide; mi avvertì alla prima occasione in cui mi udì parlare, forse addirittura alcuni giorni dopo, perché in quei tre giorni era tanta la gente che voleva parlarci, che restavano da un giorno all’altro, in attesa del turno, e lei parlava ad alcuni e io ad altri, ognuna a casa sua.
Io non dicevo: “La guerra è finita”. Io dicevo: “La guerra terminerà”. E quando mi domandavano: “Quando, oggi?”, io per liberarmi da tante domande e senza dargli grande importanza, e senza riflettere nemmeno un po’ a quello che la Madonna aveva detto, rispondevo “Sì, oggi”.

Se avete avuto la pazienza di leggere il brano con attenzione, avete colto perfettamente l’inutile tentativo di Lucia di giustificare l’errore. Umanamente questo è comprensibile, ma qui stiamo parlando di “profezie” e di “rivelazioni celesti”. Ogni parola è un macigno, che depone a favore o contro la sincerità delle dichiarazioni.
Se non crediamo alle apparizioni di Fatima, la questione si risolve da sola; ma se vogliamo credere, allora la giustificazione di Lucia è inaccettabile e priva di attenuanti. Se, nell’immediatezza della visione, potrebbe forse valere l’alibi della pressione subìta, questo non vale per i numerosi interrogatori, nel corso dei quali ha “ostinatamente” confermato la sua versione:

Formigao: Ma vedi, la guerra continua ancora. Come si spiega questo, se Nostra Signora ha detto che la guerra era finita in quel giorno?
Lucia: Non lo so. So soltanto che l’ho sentita dire che la guerra finiva il giorno 13. Non so altro.

Inutile anche il tentativo di coinvolgere la cugina Giacinta, che l’avvertì in ritardo dell’errore. Oltre che puerile esso è una bugia, visto che Giacinta aveva fornito due volte al sacerdote Formigao una versione uguale a quella di Lucia:

13 ottobre: [La Madonna] ha detto di recitare il rosario tutti i giorni e che la guerra finiva oggi.

2 novembre: [La Madonna] disse anche che aspettassero qua i loro militari tra breve e che finiva la guerra in quel giorno.

Lista aggiornata delle incongruenze, che cominciano ad essere un po’ tantine:

1) Miracolo del sole: formulazione in contrasto con le facoltà profetiche di Maria.
2) Profezia della guarigione dei malati: manca la relazione tra predizione ed evento.
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata relazione tra predizione ed evento.
5) Visione puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della SS. Trinità.
7) Devozione al Cuore Immacolato di Maria: non è profezia, ma richiesta pasticciata.
8) Profezia della fine della prima guerra mondiale: predizione post eventum  o errata.

sabato 3 gennaio 2015

Il secondo segreto di Fatima - 4

Si conclude, con questo articolo, la trattazione del tema della “devozione al Cuore Immacolato di Maria”. La prossima volta passeremo alla “profezia” della fine della prima guerra mondiale.

Nel 1997 viene pubblicato il libro di suor Lucia “Gli appelli del messaggio di Fatima”. Con ogni probabilità non è stato scritto veramente dalla suora, ormai novantenne e, a quanto sembra, quasi completamente sorda e cieca. Lo stile espositivo e la qualità dei contenuti tradiscono una mente teologicamente colta, ben distante dalla religiosità immatura e rudimentale di Lucia, anche se sono trascorsi molti anni dalle memorie.
La “devozione al Cuore Immacolato di Maria” viene ricondotta alla sua naturale sfera spirituale, con un atteggiamento di amore sublime verso la Madonna. Nessun riferimento a contropartite e, in particolare, alla pace. Il rifugio nel cuore della Madre celeste è in sé premio per l’amore filiale verso la Vergine.
Anche se estraneo al tema della devozione, un altro esempio  dell’impostazione “riveduta e corretta” dei fatti di Fatima è la trasformazione in un inno alla santità del matrimonio e della famiglia che viene fatta della visione del 13 ottobre 1917 delle tre Madonne, con S. Giuseppe e Gesù, sia bambino che adulto (cfr. Fatima e il Pantheon di Lucia). In questa forzata rilettura, nulla importa che venga resa ancora più oscura oltre che superflua, nella nuova interpretazione,  la presenza di “tre figure di madre” e di “due di figlio”.
In un libro che mantiene solo qualche vago contatto con le visioni del 1917, ci si sforza visibilmente di presentare una Lucia più credibile di quella delle apparizioni, ormai screditata agli occhi di chiunque abbia un minimo di senso critico. La Chiesa, in procinto di rivelare il terzo segreto (2000) su insistenza di Giovanni Paolo II, ha urgente bisogno di rimediare ai danni prodotti da ottanta anni di appoggio a un fenomeno nel quale si è lasciata coinvolgere senza crederci pienamente. Pensa così di rimettere le cose a posto, rivalutando la figura della veggente.
Purtroppo, la differenza tra la vecchia e la nuova figura è abissale. L’inganno viene percepito e il tentativo non ha successo. Anzi, questo goffo sotterfugio scatena la diffusione di foto di una suor Lucia in età avanzata che non ha alcun tratto somatico in comune con quella più giovane; vengono messe a confronto le calligrafie di messaggi scritti in epoche diverse; etc. Fondata o no che sia, si diffonde la tesi di una Lucia morta in età più o meno giovane (o addirittura assassinata) e sostituita da un’altra suora.
Personalmente, sono convinto che questa sia una colossale sciocchezza; però è sintomatica delle vivaci reazioni suscitate dalle inaccettabili incoerenze delle vicende di Fatima, così come sono narrate nelle Memorie. Perfino Luigi Gonzaga da Fonseca, probabilmente il più autorevole sostenitore di Lucia, era stato costretto ad ammettere che “Lucia è molto sincera, molto chiaroveggente, molto equilibrata, perché si possa supporre che abbia alterato le cose notevolmente[1]; con ciò riconoscendo implicitamente che le cose fossero state alterate in qualche misura.

Nell’appena trascorso 2014 viene ripetuto il tentativo del 1997. Questa volta è il convento di Coimbra a pubblicare il libro “Un cammino sotto lo sguardo di Maria”, nel quale vengono ricostruite la vita e le esperienze spirituali di Lucia. La lezione precedente non è servita: adesso attendiamo le reazioni ammesso che, escludendo gli apocalittici ad oltranza che aspettano sempre l’avverarsi di un’ultima profezia, qualcuno si interessi ancora alla veggente portoghese.

La parte del segreto relativa alla devozione viene opportunamente corretta:

Per salvarle [le anime dei peccatori], Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno la pace.

Non più, dunque, quell’inspiegabile “ci sarà pace”, ma “[le anime salvate] avranno la pace. Finalmente, con la semplice sostituzione del verbo “avere” al verbo “essere”, il discorso fila, a dimostrazione che, al di fuori della superficiale percezione popolare, la questione era sentita in maniera concreta ed imbarazzante. Ci sono voluti oltre 70 anni dalla pubblicazione delle memorie.
Purtroppo, il problema resta irrisolto. Infatti, non si può cancellare la lettera al Papa del 1940, nella quale la violazione della pace viene considerata effetto anche della mancata diffusione della “devozione”. Una pace concreta, totalmente terrena, diversa da quella delle anime. Non c’è dubbio che fosse quella, anche se illogica nel contesto della devozione, la pace alla quale alludeva Lucia.

Inoltre, sorge un problema perfino più grande: com’è possibile che il monastero di Coimbra sappia che le esatte parole della Madonna siano state quelle del nuovo libro e non quelle delle memorie? E’ una testimonianza tardiva del pensiero di Lucia? In tal caso giunge fuori tempo massimo, se si pensa che lei stessa avrebbe potuto e dovuto mettere fine alle controversie sorte intorno alle sue parole, nei sessanta anni trascorsi tra l’anno della lettera al papa e quello della sua morte. Forse, come dice il titolo del libro, il suo è stato “un cammino sotto lo sguardo di Maria”; purtroppo, è stato anche “un cammino all’insegna dell’ambiguità”.

A questo punto, il tema del segreto della devozione è stato ricostruito minuziosamente ed integralmente. Le informazioni ci sono tutte. Ognuno di noi è libero di trarre le proprie conclusioni fermo restando, ovviamente, l’innegabile effetto positivo prodotto sulla religiosità popolare.

E pensare che un amico, qualche tempo fa, mi ha detto che su Fatima non ci sarebbe stato nulla di nuovo da dire, perché i fatti sono quelli che sono.


[1] Le meraviglie di Fatima, Ediz. San Paolo, XXXII edizione (2001), pag. 313.