Ho sempre proclamato, anche di recente, un grande
interesse verso la decifrazione delle profezie. Sottolineo la parola
“decifrazione”, in quanto la mia attenzione non è rivolta alla conoscenza del
futuro, ma alla “traduzione in chiaro” del messaggio trasmesso dal profeta
sotto la copertura di una formulazione oscura. Per me, infatti, esiste un
abisso tra “traduzione in chiaro” e “interpretazione” del testo tradotto.
Non è facile tenere separati i due campi d’indagine
e, con scarsa coerenza, non sempre riesco a mantenere un adeguato distacco nei
confronti di aspetti profetici che, pur non formando oggetto di diretto
interesse, solleticano comunque la mia curiosità.
Mi è capitato tra le mani, di recente, un vecchio
libro del 1972: “Le profezie del ragno nero”, ed. Armenia.
Il curatore della pubblicazione, Renzo Baschera,
riporta delle profezie riconducibili a un misterioso monaco, che siglava le sue
profezie col simbolo di un “ragno nero”. Lo stesso Baschera aggiunge un suo
commento per ognuna di quelle profezie.
A parte qualche vaghissimo riferimento, non esistono
notizie bibliografiche su questo fantomatico “ragno nero”; praticamente nessuna
notizia, inoltre, sono riuscito a reperire sulla persona di Baschera.
Tuttavia, sono rimasto molto colpito sia da alcune
previsioni estremamente azzeccate che da commenti appropriati del curatore. Di
contro, tutte le profezie sono datate per anno di pertinenza e non ce n’è una
che sia correttamente collocata. A prescindere dall’errata datazione, anche
l’ordine cronologico risulta stravolto rispetto al reale succedersi degli
eventi.
Questo mi fa supporre che il misterioso “ragno nero”
abbia attinto da fonti che ha compreso a fondo, ma non al punto da farne una
ricostruzione organica. Tuttavia, la straordinaria concordanza di alcuni
dettagli mi induce a ritenere che la fonte originaria sia costituita dalle
Centurie di Nostradamus. Come vedremo nel prossimo futuro, proprio uno di
questi dettagli mi ha permesso di capire il significato di una quartina di
Nostradamus.
Vista l’attualità, riporto di seguito un brano del
“ragno nero” estratto dalla sezione del 1987:
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