Passati vent'anni del regno
della luna
Settemila anni un altro
terrà la sua monarchia:
Quando il sole prenderà i
suoi giorni lasciati
Allora si compie e termina
la mia profezia.
La seconda spiegazione della quartina I,48 trova il
suo fondamento in un brano contenuto nell’epistola indirizzata da Nostradamus
al figlio Cesare:
Car
encores que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son
dernier periode, si le reprendra il:
mais assemblés les vns en Aquarius par plusieurs années, les autres en Cancer
par plus longues & continues. Et maintenant que sommes conduicts par la
lune, moyennant la totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye
paracheué son total circuit, le soleil viendra, & puis Saturne.
Allorché il pianeta Marte completerà la sua era, e
alla fine del suo ultimo periodo, se lo riprenderà: ma congiunti gli uni in
Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui. E
adesso che siamo governati dalla luna, tramite l'onnipotenza di Dio eterno, e
prima che essa abbia compiuto il suo circuito totale, verrà il sole e poi
Saturno.
La successione è la stessa osservata in occasione
della cronologia ciclica di Roussat: Marte – Luna – Sole – Saturno. Qui, però,
essa assume una funzione totalmente diversa. Vediamola!
Ho sempre sostenuto che le edizioni delle Centurie
supervisionate da Nostradamus sono quattro:
edizione parziale Bohnomme del 1555 con 353
quartine;
edizione parziale A. Du Rosne del 1557 con 642
quartine;
edizione completa P. Rigaud del 1566 con 942 quartine;
edizione completa B. Rigaud del 1568 con 942
quartine; alcune differenze di quest’ultima, rispetto a quella del 1566,
assumono rilevanza ai fini della scoperta della chiave di decifrazione (ad es. Dogam/Dohan - v. libro Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal).
Facendo in modo che alla successione editoriale
corrisponda la successione astrologica, supponiamo di contrassegnare come Marte
l’edizione del 1555, come Luna quella del 1557, come Sole quella del 1566 e
come Saturno quella del 1568.
Inaspettatamente, questa ricostruzione appare idonea
a verificare ogni dettaglio della formulazione del brano dell’epistola e, a
cascata, quella della quartina I,48.
Premetto subito, a scanso di equivoci, che tale
formulazione non è esclusiva. Per altri aspetti delle Centurie i corpi
astrologici assumono anche funzioni differenti, con la sola eccezione di quelle
che ci si aspetterebbe.
Dice Nostradamus che «Car
encores que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son
dernier periode, si le reprendra il».
Questo suggerisce che il pianeta di Marte (ed. Bonhomme)
completi il suo secolo (secolo = Centuria) solo in un secondo momento.
Appunto, l’edizione Bonhomme del 1555 termina con la
quartina 53 della quarta Centuria. Le 47 mancanti, necessarie a completare il
centinaio, appariranno successivamente nell’edizione A. Du Rosne del 1557.
Per confermare che a queste due edizioni sta facendo
riferimento, Nostradamus aggiunge una frase senza senso: “ma congiunti gli
uni in Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi
e continui”.
“Acquario e Cancro” hanno le iniziali “A.C.”, come
quelle di “Ad Caesarem”, parole con le quali iniziano le Centurie. Perché
questo riferimento? L’epistola a Enrico non è ancora presente, in quanto
apparirà successivamente nella edizione P. Rigaud. La composizione delle
quartine, come abbiamo visto, è differente. Non resta, come riferimento comune
a Bonhomme e a Du Rosne, che l’epistola al figlio Cesare la quale, come noto,
comincia con le parole “Ad Caesarem”. Similmente, anche le edizioni Bonhomme e
Du Rosne costituiscono solo parti iniziali dell’opera completa.
Sotto questo aspetto, le parole A(cquarius) e
C(ancer) identificano due gruppi di quartine, il secondo dei quali (642
quartine dell’edizione Du Rosne) è più lungo rispetto al primo (edizione
Bonhomme), interrotto alla 353a quartina.
L’edizione Bonhomme (Acquario), che si interrompe
alla 353a quartina, viene quindi ampliata nell’edizione Du Rosne (Cancro) che
appunto, oltre a essere più lunga, è anche una edizione di “continuazione”
della Bonhomme, fino a concludere tutta la prima sezione delle Centurie
(epistola a Cesare e prime 7 Centurie).
Congiunti [gruppi di quartine] gli uni in Acquario per
parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui.
Siamo di fronte a una ulteriore dimostrazione del modello basato
sull’uso di parole chiave.
Nostradamus prosegue
dicendo che «Et maintenant que sommes conduicts par la lune, moyennant la
totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye paracheué son total
circuit, le soleil viendra, & puis Saturne».
Questo vuol dire che, dopo Mars (Bonhomme), egli
passa specificamente all’edizione della Luna (Du Rosne), che termina con la
settima Centuria; l'opera è incompleta, in quanto rimangono ancora le ultime tre Centurie da pubblicare. Proprio questo
significa che “siamo condotti dalla Luna che, prima che il suo circuito sia
completo, verrà seguita dal Sole e poi da Saturno”.
Dopo l’edizione della Luna (Du Rosne), nel 1566
arriva l’edizione P. Rigaud (il Sole), completa delle 10 Centurie, sul cui frontespizio appare una vignetta con
il disegno del Sole.
Infine arriva Saturno, cioè l’edizione di Benoist
Rigaud del 1568 con, sul frontespizio, la vignetta di una mano (quella di
Saturno) che misura il globo con il compasso.
Il compasso è proprio simbolo di Saturno sotto un
duplice aspetto: legame con la melanconia saturnina e strumento di misura del
tempo.
Dal libro “Enciclopedia illustrata dei simboli”[1]
estraggo il brano che segue:
Un altro aspetto è quello di Cronos, versione greca
del dio romano Saturno, che misura il tempo con il compasso.
Da quanto detto, appare evidente che, esattamente come abbiamo visto per le comete, bisogna fare
molta attenzione ai riferimenti astrologici delle Centurie, dai quali molti
interpeti pensano di poter trarre indicazioni profetiche e addirittura precise
datazioni. Questa nuova dimostrazione si aggiunge a molte altre come, ad
esempio, quella della congiunzione Giove e Saturno della quartina I,51 che,
qualche mese fa, ci ha impegnati per molto tempo.
Esperti astrologi hanno scritto libri interi per
dimostrare che Nostradamus era un astrologo dilettante, per via di alcuni
errori e ingenuità, senza capire che egli strumentalizzava il linguaggio
astrologico per le sue coperture crittografiche. Sono convinto che il nostro
amico, ovunque sia, se la ride alla grande per la loro dabbenaggine. Li aveva
avvisati, al terzo verso della "Legis cantio", ma non gli hanno dato ascolto:
Astrologi, stolti ed incolti non vi si accostino
Quella appena esposta è la seconda chiave
della Centurie. Se la prima chiave, quella del “settimo millennio”, permette di individuare l’estensione delle Centurie, che vanno dall’epistola a
Cesare alla quartina X,100, la seconda chiave fornisce l’indicazione delle
edizioni sulle quali l’intero puzzle è distribuito e, quindi, delimita
l’ambiente sul quale bisogna concentrare gli studi e le ricerche (Bonhomme, Du
Rosne, P. Rigaud e B. Rigaud).
Non ci resta che vedere come questa scoperta
fornisca una spiegazione alternativa alla quartina I,48, che introduce la terza
chiave.
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