Tecniche di Nostradamus

mercoledì 20 marzo 2013

Corpi celesti


Passati vent'anni del regno della luna
Settemila anni un altro terrà la sua monarchia:
Quando il sole prenderà i suoi giorni lasciati
Allora si compie e termina la mia profezia.

La seconda spiegazione della quartina I,48 trova il suo fondamento in un brano contenuto nell’epistola indirizzata da Nostradamus al figlio Cesare:

Car encores que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son dernier periode, si le reprendra  il: mais assemblés les vns en Aquarius par plusieurs années, les autres en Cancer par plus longues & continues. Et maintenant que sommes conduicts par la lune, moyennant la totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye paracheué son total circuit, le soleil viendra, & puis Saturne.

Allorché il pianeta Marte completerà la sua era, e alla fine del suo ultimo periodo, se lo riprenderà: ma congiunti gli uni in Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui. E adesso che siamo governati dalla luna, tramite l'onnipotenza di Dio eterno, e prima che essa abbia compiuto il suo circuito totale, verrà il sole e poi Saturno.

La successione è la stessa osservata in occasione della cronologia ciclica di Roussat: Marte – Luna – Sole – Saturno. Qui, però, essa assume una funzione totalmente diversa. Vediamola!

Ho sempre sostenuto che le edizioni delle Centurie supervisionate da Nostradamus sono quattro:

edizione parziale Bohnomme del 1555 con 353 quartine;
edizione parziale A. Du Rosne del 1557 con 642 quartine;
edizione completa P. Rigaud del 1566 con 942 quartine;
edizione completa B. Rigaud del 1568 con 942 quartine; alcune differenze di quest’ultima, rispetto a quella del 1566, assumono rilevanza ai fini della scoperta della chiave di decifrazione (ad es. Dogam/Dohan - v. libro Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal).

Facendo in modo che alla successione editoriale corrisponda la successione astrologica, supponiamo di contrassegnare come Marte l’edizione del 1555, come Luna quella del 1557, come Sole quella del 1566 e come Saturno quella del 1568.
Inaspettatamente, questa ricostruzione appare idonea a verificare ogni dettaglio della formulazione del brano dell’epistola e, a cascata, quella della quartina I,48.

Premetto subito, a scanso di equivoci, che tale formulazione non è esclusiva. Per altri aspetti delle Centurie i corpi astrologici assumono anche funzioni differenti, con la sola eccezione di quelle che ci si aspetterebbe.

Dice Nostradamus che «Car encores que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son dernier periode, si le reprendra  il».
Questo suggerisce che il pianeta di Marte (ed. Bonhomme) completi il suo secolo (secolo = Centuria) solo in un secondo momento.
Appunto, l’edizione Bonhomme del 1555 termina con la quartina 53 della quarta Centuria. Le 47 mancanti, necessarie a completare il centinaio, appariranno successivamente nell’edizione A. Du Rosne del 1557.

Per confermare che a queste due edizioni sta facendo riferimento, Nostradamus aggiunge una frase senza senso: “ma congiunti gli uni in Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui”.

“Acquario e Cancro” hanno le iniziali “A.C.”, come quelle di “Ad Caesarem”, parole con le quali iniziano le Centurie. Perché questo riferimento? L’epistola a Enrico non è ancora presente, in quanto apparirà successivamente nella edizione P. Rigaud. La composizione delle quartine, come abbiamo visto, è differente. Non resta, come riferimento comune a Bonhomme e a Du Rosne, che l’epistola al figlio Cesare la quale, come noto, comincia con le parole “Ad Caesarem”. Similmente, anche le edizioni Bonhomme e Du Rosne costituiscono solo parti iniziali dell’opera completa.
Sotto questo aspetto, le parole A(cquarius) e C(ancer) identificano due gruppi di quartine, il secondo dei quali (642 quartine dell’edizione Du Rosne) è più lungo rispetto al primo (edizione Bonhomme), interrotto alla 353a quartina.
L’edizione Bonhomme (Acquario), che si interrompe alla 353a quartina, viene quindi ampliata nell’edizione Du Rosne (Cancro) che appunto, oltre a essere più lunga, è anche una edizione di “continuazione” della Bonhomme, fino a concludere tutta la prima sezione delle Centurie (epistola a Cesare e prime 7 Centurie).

Congiunti [gruppi di quartine] gli uni in Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui.

Siamo di fronte a una ulteriore dimostrazione del modello basato sull’uso di parole chiave.

Nostradamus prosegue dicendo che «Et maintenant que sommes conduicts par la lune, moyennant la totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye paracheué son total circuit, le soleil viendra, & puis Saturne».

Questo vuol dire che, dopo Mars (Bonhomme), egli passa specificamente all’edizione della Luna (Du Rosne), che termina con la settima Centuria; l'opera è incompleta, in quanto rimangono ancora le ultime tre Centurie da pubblicare. Proprio questo significa che “siamo condotti dalla Luna che, prima che il suo circuito sia completo, verrà seguita dal Sole e poi da Saturno”.

Dopo l’edizione della Luna (Du Rosne), nel 1566 arriva l’edizione P. Rigaud (il Sole), completa delle 10 Centurie,  sul cui frontespizio appare una vignetta con il disegno del Sole.


Infine arriva Saturno, cioè l’edizione di Benoist Rigaud del 1568 con, sul frontespizio, la vignetta di una mano (quella di Saturno) che misura il globo con il compasso.



Il compasso è proprio simbolo di Saturno sotto un duplice aspetto: legame con la melanconia saturnina e strumento di misura del tempo.

Dal libro “Enciclopedia illustrata dei simboli”[1] estraggo il brano che segue:



Un altro aspetto è quello di Cronos, versione greca del dio romano Saturno, che misura il tempo con il compasso.

Da quanto detto, appare evidente che, esattamente come abbiamo visto per le comete,  bisogna fare molta attenzione ai riferimenti astrologici delle Centurie, dai quali molti interpeti pensano di poter trarre indicazioni profetiche e addirittura precise datazioni. Questa nuova dimostrazione si aggiunge a molte altre come, ad esempio, quella della congiunzione Giove e Saturno della quartina I,51 che, qualche mese fa, ci ha impegnati per molto tempo.
Esperti astrologi hanno scritto libri interi per dimostrare che Nostradamus era un astrologo dilettante, per via di alcuni errori e ingenuità, senza capire che egli strumentalizzava il linguaggio astrologico per le sue coperture crittografiche. Sono convinto che il nostro amico, ovunque sia, se la ride alla grande per la loro dabbenaggine. Li aveva avvisati, al terzo verso della "Legis cantio", ma non gli hanno dato ascolto:

Astrologi, stolti ed incolti non vi si accostino


Quella appena esposta è la seconda chiave della Centurie. Se la prima chiave, quella del “settimo millennio”, permette di individuare l’estensione delle Centurie, che vanno dall’epistola a Cesare alla quartina X,100, la seconda chiave fornisce l’indicazione delle edizioni sulle quali l’intero puzzle è distribuito e, quindi, delimita l’ambiente sul quale bisogna concentrare gli studi e le ricerche (Bonhomme, Du Rosne, P. Rigaud e B. Rigaud).

Non ci resta che vedere come questa scoperta fornisca una spiegazione alternativa alla quartina I,48, che introduce la terza chiave.






[1] Cecilia Gatto Trocchi, Enciclopedia illustrata dei simboli, Gremese editore - 2004

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