Il titolo di questo Blog è
“Codice Nostradamus” e significa esattamente quello che il titolo promette:
studio del codice che regola le celebri “profezie di Nostradamus” e che ne
contiene la chiave (anzi, le chiavi) di lettura.
Questa non è una novità, avendo
già affrontato questi concetti a più riprese, sia nel blog che nei miei libri.
Ho anche affermato più volte che proprio a questo codice va il mio interesse,
piuttosto che alla “lettura del futuro”, anche se quest’ultima può apparire più
affascinante.
Il codice è qualcosa di
organizzato, matematico, dimostrabile e opponibile a chiunque; al contrario, le
profezie sono soggettive, discutibili, fonte di contrasto di opinioni,
interpretabili (peraltro non sempre) solo a posteriori a causa dei simbolismi
adottati.
Aggiungo che la battaglia sul
codice, se condotta seriamente, può essere vinta; la battaglia contro le
profezie è persa in partenza, se non è sorretta dalla conoscenza della chiave
di lettura predisposta dal veggente.
Non tutti la pensano così; per la
verità, quasi nessuno. Le eccezioni (diluite su 500 anni) si contano sulle dita
di una mano. Ovviamente sono intuitive le ragioni per le quali la quasi
totalità degli studiosi preferisce cimentarsi con le profezie, piuttosto che
con il codice: con le profezie si può raccontare qualsiasi cosa, senza bisogno
di dimostrarla; col codice, invece, bisogna dimostrare le cose che si
raccontano.
Avendo ripetutamente manifestato
le mie preferenze, mi viene spesso chiesto se la scoperta del codice riduce la
figura di Nostradamus a quella di un abile enigmista, escludendo il carattere
profetico del suo lavoro.
Prima di rispondere alla domanda,
faccio notare che, in linea di principio, non esiste contraddizione tra le due
cose. Che una profezia venga fatta in chiaro o sotto forma di codice, la sua
essenza non cambia. In realtà, da che mondo è mondo e sotto qualsiasi
latitudine, non è mai esistita profezia in chiaro. Basta pensare ai simbolismi
della profezia per eccellenza, “l’Apocalisse di Giovanni”, per rendersene conto.
Nostradamus non fa eccezione;
anzi, approfitta dell’uso del simbolismo per dare uniformità di stile a tutte
le sue quartine. Queste, però, non sono tutte dello stesso tipo, come è detto
esplicitamente nell’epistola a Enrico II:
De nature seront esgaux: mais
grandement differents de foy
Di natura saranno uguali, ma
grandemente differenti di fede
Nei miei libri tengo sempre a
distinguere tra quartine attinenti alla struttura del codice e quartine
profetiche. Queste ultime, a voler essere più precisi, comportano una ulteriore
suddivisione in quartine che nascondono un messaggio indirizzato
“all’utilizzatore finale” e quartine propriamente profetiche, che Nostradamus
dissemina qua e là per dare prova delle sue capacità iniziatiche e, quindi,
della sua affidabilità.
Da quanto detto, si evince che io
non neghi il carattere propriamente profetico di alcune quartine. Nego
decisamente, invece, che esista una quartina per ogni evento importante che
avviene nel mondo, dal momento che Nostradamus non si è posto l’obiettivo di
scrivere un diario di tutto ciò che sarebbe accaduto dopo di lui. Ovviamente
non vale l’inverso; cioè, esistono eventi importanti che trovano corrispondenza
in una o più quartine.
Superfluo sottolineare che
chiunque prescinda dalla conoscenza del codice non è in grado, non solo di
capire, ma solo semplicemente di identificare le vere quartine profetiche;
inoltre, e questo vale per tutti indistintamente, è assolutamente impossibile
interpretare correttamente, prima dell’evento, quello che il simbolismo intende
rappresentare.
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