Tecniche di Nostradamus

venerdì 8 marzo 2013

Natura e fede


Il titolo di questo Blog è “Codice Nostradamus” e significa esattamente quello che il titolo promette: studio del codice che regola le celebri “profezie di Nostradamus” e che ne contiene la chiave (anzi, le chiavi) di lettura.
Questa non è una novità, avendo già affrontato questi concetti a più riprese, sia nel blog che nei miei libri. Ho anche affermato più volte che proprio a questo codice va il mio interesse, piuttosto che alla “lettura del futuro”, anche se quest’ultima può apparire più affascinante.
Il codice è qualcosa di organizzato, matematico, dimostrabile e opponibile a chiunque; al contrario, le profezie sono soggettive, discutibili, fonte di contrasto di opinioni, interpretabili (peraltro non sempre) solo a posteriori a causa dei simbolismi adottati.

Aggiungo che la battaglia sul codice, se condotta seriamente, può essere vinta; la battaglia contro le profezie è persa in partenza, se non è sorretta dalla conoscenza della chiave di lettura predisposta dal veggente.
Non tutti la pensano così; per la verità, quasi nessuno. Le eccezioni (diluite su 500 anni) si contano sulle dita di una mano. Ovviamente sono intuitive le ragioni per le quali la quasi totalità degli studiosi preferisce cimentarsi con le profezie, piuttosto che con il codice: con le profezie si può raccontare qualsiasi cosa, senza bisogno di dimostrarla; col codice, invece, bisogna dimostrare le cose che si raccontano.

Avendo ripetutamente manifestato le mie preferenze, mi viene spesso chiesto se la scoperta del codice riduce la figura di Nostradamus a quella di un abile enigmista, escludendo il carattere profetico del suo lavoro.

Prima di rispondere alla domanda, faccio notare che, in linea di principio, non esiste contraddizione tra le due cose. Che una profezia venga fatta in chiaro o sotto forma di codice, la sua essenza non cambia. In realtà, da che mondo è mondo e sotto qualsiasi latitudine, non è mai esistita profezia in chiaro. Basta pensare ai simbolismi della profezia per eccellenza, “l’Apocalisse di Giovanni”, per rendersene conto.
Nostradamus non fa eccezione; anzi, approfitta dell’uso del simbolismo per dare uniformità di stile a tutte le sue quartine. Queste, però, non sono tutte dello stesso tipo, come è detto esplicitamente nell’epistola a Enrico II:

De nature seront esgaux: mais grandement differents de foy

Di natura saranno uguali, ma grandemente differenti di fede

Nei miei libri tengo sempre a distinguere tra quartine attinenti alla struttura del codice e quartine profetiche. Queste ultime, a voler essere più precisi, comportano una ulteriore suddivisione in quartine che nascondono un messaggio indirizzato “all’utilizzatore finale” e quartine propriamente profetiche, che Nostradamus dissemina qua e là per dare prova delle sue capacità iniziatiche e, quindi, della sua affidabilità.

Da quanto detto, si evince che io non neghi il carattere propriamente profetico di alcune quartine. Nego decisamente, invece, che esista una quartina per ogni evento importante che avviene nel mondo, dal momento che Nostradamus non si è posto l’obiettivo di scrivere un diario di tutto ciò che sarebbe accaduto dopo di lui. Ovviamente non vale l’inverso; cioè, esistono eventi importanti che trovano corrispondenza in una o più quartine.
Superfluo sottolineare che chiunque prescinda dalla conoscenza del codice non è in grado, non solo di capire, ma solo semplicemente di identificare le vere quartine profetiche; inoltre, e questo vale per tutti indistintamente, è assolutamente impossibile interpretare correttamente, prima dell’evento, quello che il simbolismo intende rappresentare.

Ne prossimi post ci cimenteremo con qualche dimostrazione pratica.

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