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Iean Aimes de Chavigny, suo
segretario, lo aiutava nella corrispondenza, nella traduzione dal francese al
latino e viceversa, teneva i contatti coi clienti.
Purtroppo deve essere stato un
tipo poco raccomandabile, sul quale già in passato ho espresso alcune
perplessità, definendolo addirittura “imbroglione” nel libro “Nostradamus: la
Cabala, i Templari, il Graal”. Nello stesso libro mi sono anche chiesto come
mai Nostradamus pagasse un segretario al quale nascondeva ciò che faceva.
Le risposte cominciano adesso
ad emergere e, anche se non è questa l’occasione per sviluppare l’argomento,
bisognerebbe forse domandarsi chi e per quale motivo abbia favorito o perfino
imposto quel rapporto di lavoro[1].
Non dimentichiamo che
Nostradamus frequentava la corte dei Valois e, soprattutto, Caterina de’
Medici; inoltre, custodiva un segreto che, grazie all’abate Mathias Delvaux e
per volontà di qualche influente entità clandestina, aveva appreso durante la
sua permanenza nell’abbazia di Orval. Può essere stato interesse di qualcuno
mettergli alle costole una spia, per controllare i suoi comportamenti e le sue
frequentazioni?
Lo stesso Nostradamus, stando a
ciò che sostengono Gérard de Sède e il trio Baigent – Leigh – Lincoln, era un
agente al servizio dei Guisa e dei Lorena, incaricato di spiare i Valois e,
nella sua qualità di apprezzato astrologo, di influenzare le azioni della
regina Caterina de’ Medici. Smettere di pensare a Nostradamus come a un
qualsiasi ciarlatano che vendeva oroscopi e prodotti di bellezza sarebbe un
primo passo di avvicinamento alla verità storica dei fatti.
A complicare il quadro, concorrono la congiura di Amboise (1560) e la crescente tensione tra cattolici e
protestanti, poi sfociata nel massacro di San Bartolomeo (1572), che ha visto
il riposizionamento sui diversi fronti dei personaggi di spicco dell’epoca.
In questo
clima di trame e disegni oscuri, nel quale tutti spiavano tutti, Chavigny... etc.
[1]
Sembra certo che Chavigny sia stato presentato a Nostradamus dall’amico poeta
Jean Dorat. Poco chiaro il ruolo di quest’ultimo, legato sia al duca
di Lorena che alla casa reale di Francia: probabilmente un doppiogiochista.
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