Tecniche di Nostradamus

lunedì 15 marzo 2021

Inizio e fine delle Centurie

 

Mauro (Flip), nel suo blog “La catena di Nostradamus”, propone di mettere in successione le due quartine I,1 e I,48 sulla base di un ragionamento che si avvale del numero chiave 118. Poi, se capisco bene, alla fine si pone la domanda se la I,48 è la seconda oppure l‘ultima della serie. Io credo di poter rispondere a questa domanda, anche se affronto la questione da un punto di vista diverso.

 A mio parere, la I,1 non è la prima quartina delle centurie (senza considerare la Legis cantio che fa sicuramente da preambolo) e la I, 48 non è né la seconda e né l’ultima. Però credo ugualmente che le due abbiano uno stretto collegamento.

Secondo me, la I,1 segna sì il punto di partenza di tutto, ma solo come punto di avvio della tavola di Leowitz. Intendo dire che è corretta la scoperta di Mauro secondo la quale tutte le centurie vanno poste sulla tabella partendo dalla casella di coordinate 3 (riga) e 14 (colonna); quella casella che lui stesso definisce “porta di ingresso”. Questa è una scoperta fondamentale che, tuttavia, non comporta automaticamente che la prima quartina ad entrare (cioè la I,1) sia anche la prima del riordinamento finale. Anzi, io sono convinto che la I,1 riguardi la descrizione dell’astrolabio di Nostradamus e, come tale, chissà dove è destinata a finire. 

Partiamo dal presupposto che, non di rado, Nostradamus ricorre a degli enigmi polivalenti. Soprattutto, è ormai una certezza acquisita che gli enigmi delle centurie trovino un parallelo nell’epistola a Enrico II e viceversa. E questo ritengo valga anche per il collegamento scoperto adesso da Mauro, che altro non sarebbe se non la soluzione dell’enigma dell’epistola secondo cui “le centurie iniziano il giorno 14/3/1557 e terminano con l’INIZIO del SETTIMO millennio profondamente CALCOLATO”. Enigma per il quale, a suo tempo, ho proposto una soluzione differente dalla sua.

Mauro sostiene che quel 14/3 sia la casella di ingresso delle centurie (colonna 14 e riga 3). Perfetto! Ci sono diversi elementi che lo confermano.

Però, le cifre della data 14/3/15(57) sono anche i corrispondenti numerici delle primissime lettere delle centurie: “A(1) – D(4)-C(3)-A(1)-E(5)”. Quindi, Nostradamus potrebbe aver voluto dire che le centurie iniziano con le lettere “AD CAE…”. E in effetti è così, perché le centurie iniziano con le parole “AD CAESAREM etc.”, che costituiscono l’indirizzamento della lettera al figlio Cesare.

Le stesse Centurie, secondo l’enigma, terminano all’inizio del settimo millennio profondamente calcolato. Ora, i quattro versi dell’ultima quartina, la centesima della decima centuria, INIZIANO con le lettere LLGL. Tenendo predente che alla “L” corrisponde il numero 10 e alla “G” il numero sette, possiamo “CALCOLARE” che 10x10x7x10 fanno esattamente 7000. Quindi, possiamo dedurre che, con il suo indovinello, Nostradamus ci abbia proposto la delimitazione reale delle centurie (dalle prime parole dell'epistola a Cesare fino all'ultima quartina), così come fa anche con l’indicazione dei libri originali, e con altri fattori di identificazione dell’opera. 

Adesso mi pare che alle stesse conclusioni si arrivi con la soluzione proposta da Mauro. Le centurie (in questo caso direttamente le quartine, visto che la tavola non contempla l’immissione delle epistole) iniziano con la casella 14/3 e terminano secondo quanto indicato nella quartina I,48, cioè nell’anno 7000 del secondo verso. 

Sept mil ans autre tiendra sa monarchie 

Resta aperta la questione di come identificare questi 7000 anni sulla tavola. La soluzione è semplice. Basta guardare esattamente all'interno della casella nella quale andrebbe a collocarsi la quartina X,100 nell’ordine “ATTUALE” delle centurie; quella che, nella tabella di Mauro, corrisponde alla casella di colonna 1 e riga 40. Guarda caso, qui troviamo il numero 6000 che, se indicasse degli anni, identificherebbe appunto il settimo millennio. Zero da 0 a 999 il primo millennio; da 1000 a 1999 il secondo; da 6000 a 6999 il settimo. Con la precisazione dell’epistola che si tratta “dell’inizio”, cioè 6000. Lì, con la X,100 terminano appunto le centurie, come dicono sia l’epistola che il quarto verso della I,48:           

Lors accomplir et (ter)mine ma prophetie 

Ripeto che, se la mia tesi è esatta, la soluzione da me proposta non c’entra nulla con la posizione che le quartine avranno nella disposizione finale. Sarebbe però la dimostrazione che i criteri adottati da Mauro sono corretti.

P.S.: prima ancora di verificare, non avevo alcun dubbio che nella casella di colonna 1 e riga 40 avrei trovato un riferimento al settimo millennio. Non poteva che essere così.

 


mercoledì 3 marzo 2021

Un passo avanti

Nel suo blog “La catena di Nostradamus”,  Mauro Vairani (Flip) ha recentemente pubblicato un paio di interessantissimi post sul tema della famigerata chiave di Nostradamus:

-    Giorni e ore di elezione 

-    Ingresso della tavola

Nella mia qualità di ricercatore della chiave di ordinamento delle quartine, quello di Mauro mi sembra il primo contributo serio che, in tanti anni, ho trovato in un oceano di letteratura nostradamica. Si tratta di un teorema che può essere confutato o condiviso, ma che certamente presenta dei solidi punti di argomentazione obiettiva.

Riepiloghiamo:

Mauro pone la "Legis Cantio" al primo posto tra le quartine. Non posso che essere d’accordo. Così come sono d’accordo sull’inversione tra la prima e la decima centuria. Ne parlavo nel mio post del 18/9/2018 “Ordine delle centurie”; la mia ipotesi trova ora un parallelo in un ragionamento diverso dal mio, che funge da conferma.

A prima vista, non mi è piaciuta l’estensione della tabella di incasellamento. Ogni nuova scoperta non può derogare ad alcuni punti fermi già acquisiti. E’ chiaro che sto parlando dal mio punto di osservazione, dal quale non posso ammettere deroghe a una tabella unica che soddisfi l’enigma dei tre fratelli dell’epistola a Enrico II. Ne ho già trattato diffusamente in passato e non mi dilungo; sono i numeri 1242 (numero delle lettere delle frasi latine), 1080 (numero delle caselle della tabella), 1350 (ultimo numero della tabella).

Aggiungo adesso che questa tabella, composta da 1080 caselle (942 quartine delle centurie + 138 presagi) va divisa in tre parti (cfr. quartine II, 69 e, forse, IX, 97). Del resto, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che il lavoro “manuale” sulle effemeridi di Leowitz altro non è se non un’alternativa “artigianale” al lavoro effettuato da Nostradamus con l’utilizzo del suo equatorium, che ho rintracciato nel Museum of the History of Science di Oxford. Adesso non è possibile riprendere tutto il discorso, ma anche tale equatorium prevede “1080” indicatori, da elaborare attraverso il corretto puntamento degli indici dei tre epicicli da 360 gradi l’uno. Non si può prescindere dalla replica di questo criterio nella tabella.

 

 

Ho detto sopra che “a prima vista” non ho condiviso l’idea di ampliare la tabella. In effetti, il dissenso è solo apparente. Dopo le sue elaborazioni, Mauro finisce col disporre le quartine in 16 colonne (numerate da 0 a 15), di fatto utilizzando solo parte delle colonne della prima facciata della tabella (18 in tutto). La caselle che lui lascia vuote sono appunto le 138 nelle quali vanno inseriti i presagi. In tal modo si risolve il conflitto tra il suo punto di vista ed il mio.

 E qui arriva la sorpresa. Mauro fa decorrere le quartine dalla casella di colonna 14 e riga 3, per via della data del 14 marzo (1557), indicata da Nostradamus. Come noto, io interpreto questa data come una trasformazione cabalistica delle lettere “AD CAE… 14/3/15..”, con cui iniziano le centurie. Ma questo non esclude affatto anche la correttezza dell’interpretazione di Mauro alla quale, semmai, aggiungerei una convalida. Se consideriamo unica la tabella, come da me richiesto, la casella di Mauro è la cinquantesima contando per righe (18 prima riga + 18 seconda riga + 14 terza riga). Ebbene, dopo una serie di conteggi tuttora oscuri, nell’epistola a Enrico II Nostradamus afferma che il riordinamento avverrà a partire dal cinquantesimo grado. Questo aspetto, se condiviso da Mauro, metterebbe il sigillo definitivo alla sua tesi.

Riserve? Sarebbe strano se non ne avessi. Quella che mi “disturba” di più è la disattenzione per le “lettere” latine sulle quali Nostradamus insiste così tanto e intorno alle quali ruotano molti enigmi. Troverei singolare poterne fare a meno. Considero indispensabile che tutti gli enigmi, alla fine, abbiano una precisa collocazione nella chiave di decifrazione. Sono perciò convinto che, in un modo o in un altro, sia necessario trovare un procedimento integrato tra elaborazioni astronomiche (tabelle di Leowitz) e chiave letterale.

Mi sembra che, su questo aspetto, Nostradamus insista parecchio nell’epistola a Enrico II (oltre che in numerose quartine):

-         mais tant seulement selon les Sacrées Escriptures, et selon la foiblesse de mon ésprit, en mes calcutions Astronomiques

-         lequel tant par voye Astronomique, que par autres memes des sacrées écritures

-         que par regle de poesie, et la plus part composé et accordé à la calculation Astronomique

Resta il fatto che, con il lavoro di Mauro, un grosso passo avanti è stato sicuramente compiuto nel processo di ricerca dell’ordinamento delle quartine.