Eccoci giunti alla fine di
questa serie di post. Siamo partiti da lontano e, enigma dopo enigma, siamo
arrivati allo scoglio finale: il riordinamento delle quartine. Sapevamo sin
dall’inizio che non potevamo aspettarci un risultato completo. Però adesso conosciamo
la strada che ha percorso Nostradamus. I suoi enigmi e le relative soluzioni
stanno lì a dimostrarlo. A che servirebbe, altrimenti, la chiave “Caesar
Nostradamus Chiren”? A che servirebbero le cronologie bibliche? A che
servirebbero i tre fratelli? A che servirebbe la tavola di Bourc? Non solo
abbiamo risolto questi enigmi, ma li abbiamo anche assemblati in un quadro
organico e coerente. Ciò significa averne portato alla luce la funzione.
Per la prima volta dopo quasi
mezzo millennio il problema del codice è stato affrontato in profondità. Non so
quanto lontana sia ancora la soluzione, ma ho la presunzione di credere che
molta strada sia stata compiuta.
Evidentemente questo lavoro
non è un punto di arrivo. E’ invece un punto di partenza per altre intelligenze
appassionate al tema, purché guidate dalla ferma volontà di svincolarsi dai
condizionamenti delle “profezie”.
Come più volte sostenuto man
mano che scrivevo, è non solo opportuno, ma necessario prescindere dai
contenuti, resi incomprensibili dal messaggio in codice. Inutile specularci
sopra sapendo benissimo che non esistono controprove. Depistare, ingannare,
sviare è proprio l’obiettivo del codice; cosa che peraltro è l’obiettivo di
qualsiasi codice. Per 450 anni la gente ci è cascata dentro mani e piedi,
credendo in ciò che leggeva.
Mi pare di aver scritto di
recente che mi sento come uno che guida contromano in autostrada. Non è esatto!
Credo di aver dimostrato che a guidare contromano siano gli altri. Non è
arroganza. Testimoniare la realtà dei fatti, dopo che la si è scoperta, non è
mai arroganza. Sarei ingiustificabile, invece, se dopo aver scoperto il codice
continuassi come se niente fosse.
Per questo motivo, per non
perpetuare gli errori del passato, miei ed altrui, ho offerto un punto di vista
che nulla ha a che vedere con le interpretazioni soggettive. Ho tentato di
risolvere gli enigmi di Nostradamus come si risolvono i problemi enigmistici:
in maniera logica, obiettiva, per molti aspetti obbligata. Così come la
soluzione di un cruciverba o di un rebus non lascia margini alle ambiguità o
approssimazioni, la stessa sicurezza deve caratterizzare la traduzione in
chiaro del messaggio di Nostradamus.
I casi dubbi o totalmente
oscuri mi hanno posto dinnanzi all’alternativa di prospettare delle ipotesi o
di tacere del tutto. Quando possibile, ho scelto la prima via. In quei casi,
l’intenzione non è stata quella di far prevalere una scelta anziché un’altra.
Piuttosto, è stato il desiderio di prospettare un metodo, delle possibili vie
di uscita crittografiche, benché da esplorare, a chiunque voglia cimentarsi
personalmente.
Solo ed esclusivamente come
ipotesi di lavoro vanno dunque considerati tutti i miei tentativi di dare un
senso agli enigmi individuati ma non risolti. Ancor meglio, vanno letti come
uno sforzo di mettere in luce un problema, spesso insospettato, affinché altri
giungano a quelle soluzioni che a me sono sfuggite.
La fine di questo round di
articoli non è la fine dei miei sforzi. Se avete qualcosa da dirmi (idee,
perplessità, obiezioni, critiche), scrivetemi pure in qualsiasi momento. Vi
chiedo solo di farlo sul blog per rendere partecipi tutti coloro che sono
interessati. Ricordate che il mio interesse è proprio quello di divulgare il
più possibile opinioni ed informazioni, non di tenerle riservate. Solo così
posso sperare di diffondere quella “cultura” del codice Nostradamus che finora
è stata snobbata; forse perché difficile, forse perché deludente.
Vi do appuntamento, se lo
volete, a dopo la pubblicazione del prossimo libro. Ci vorrà qualche mese
ancora (due o tre, penso). Oltre a riepilogare quanto scritto qui, aggiungerò
dell’altro che finora non ho trattato per ragioni di scioltezza espositiva e,
qualche volta, per temporanea riservatezza.
Un saluto a tutti ed uno speciale ringraziamento a
coloro che mi hanno onorato della loro interlocuzione. Dai loro interventi ho
sempre tratto qualcosa.