Dopo l’excursus sul Graal, dobbiamo spiegarne il legame
con San Lorenzo, ricordando che lo spunto iniziale è stato fornito da un
particolare mosaico, mostratomi dall’amico Simone Leoni sul pavimento della
Basilica romana di San Lorenzo Fuori le Mura.
Partendo da questo mosaico e dopo una breve ricerca, ho
scoperto che qualche anno fa l’archeologo Alfredo Barbagallo ha avanzato
l’ipotesi che proprio nelle catacombe di Santa Ciriaca, sotto la Basilica di San
Lorenzo, si trovi nascosto il mitico sacro oggetto.
A mio parere, questa convinzione scaturisce sì da una
corretta associazione del Graal a San Lorenzo, ma anche da una errata
interpretazione della leggenda che lo riguarda, che parla solo apparentemente
di un oggetto fisico, mentre in realtà si riferisce al Graal mistico e
immateriale del quale abbiamo trattato finora.
Per spiegare il mio punto di vista procediamo con ordine,
cominciando con la scarna biografia disponibile sul Santo.
Nacque nel 225 ad Huesca, alle falde dei Pirenei
aragonesi, area ai confini dell’Occitania ove in seguito si è sviluppata
l’eresia catara. Le notizie sulla sua vita sono scarse e quelle sulla sua morte
sono contraddittorie e leggendarie.
Fece gli studi umanistici e teologici a Saragozza, ove
conobbe il futuro papa Sisto II (il nome di origine è ignoto) col quale, in
seguito, lasciò la Spagna per trasferirsi a Roma.
Alla morte di Stefano I, fu eletto papa Sisto II, che
nominò Lorenzo arcidiacono, affidandogli la responsabilità delle opere
caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano oltre 1500 persone.
Già prima dell’inizio del papato di Sisto II,
l’imperatore Valeriano aveva pubblicato un atto di persecuzione contro i
cristiani; tuttavia, almeno inizialmente, sia il neo-papa che Lorenzo
riuscirono a svolgere senza grosse difficoltà la loro attività pastorale.
A poca distanza di tempo, nei primi giorni del 258,
l’editto venne ripetuto in forma più feroce, con l’immediata condanna a morte
di tutti i vescovi, presbiteri e diaconi.
Sisto II fu subito decapitato, insieme ad alcuni diaconi.
Dopo pochi giorni fu il turno di Lorenzo, del quale si dice che sia stato
bruciato su una graticola. Si crede anche che, dopo il supplizio, il suo corpo
sia stato fatto a pezzi e dato in pasto ai poveri.
Molti storici ritengono inesatte le circostanze della
morte tramandate dalla leggenda e sostengono, invece, che Lorenzo sia stato
decapitato. Tuttavia, per effetto della tradizione relativa alla morte sulla
graticola, il Santo è considerato protettore dei lavori che si fanno col fuoco:
è perciò il santo dei pompieri, dei lavoratori del vetro, dei cuochi.
A Lorenzo vengono attribuite le seguenti parole: “La mia
notte non ha oscurità alcuna, ma tutte le cose sono chiare nella luce”. Forse è
proprio per queste parole, espressione di lucida visione delle cose, che egli è anche patrono di bibliotecari e
librai, custodi del sapere racchiuso nei libri.
Molto popolare la notte di San Lorenzo, tra il 9 ed il 10
agosto, o notte dei desideri formulati in silenzio, col naso all’insù a caccia
delle stelle cadenti, simbolo delle scintille sprigionate dai tizzoni ardenti
sotto la graticola.
…segue…
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