La storia di San Lorenzo è strettamente legata al Sacro
Graal. Per la verità, la leggenda parla più propriamente di “coppa” o “calice”
dell’ultima cena di Gesù, ma solo perché il termine “Graal” è stato coniato
molti secoli dopo la vita del Santo.
Tutti sanno quanto sia diffusa la tradizione che
identifica il Graal con la coppa dell’ultima cena. Perciò, potrebbe sembrare
che la tesi della “coppa” sconfessi quella portata avanti finora, relativa alla
natura puramente spirituale del misterioso Graal, che altro non sarebbe se non
l’iniziazione alla parola perduta, svincolata da specifiche connotazioni
religiose. La contraddizione invece è solo apparente, se nella coppa ravvisiamo
semplicemente una rappresentazione simbolica di un insegnamento occulto.
Vedremo in seguito perché proprio una coppa; intanto, più in generale, ricordo
la prassi secondo cui, nelle dottrine esoteriche, oggetti concreti vengono
prospettati in sostituzione di insegnamenti segreti.
Lo scopo è duplice: da un lato, ingannare i non iniziati,
dirottandoli su false piste; dall’altro, l’utilizzo dei simboli è molto più
efficace nel costringere l’adepto ad afferrare istantaneamente ed
intuitivamente il concetto di fondo nella sua globalità, piuttosto che in
maniera lineare e razionale, coi limiti di cui si è detto qualche post fa: un po’ come avviene con i paradossi “zen”.
Per comodità espositiva, proseguiamo temporaneamente con
la trattazione del Graal inteso come coppa fisica, salvo poi ricondurre tutto
alla tesi originaria del Graal spirituale.
Il punto di partenza, come già detto, è stato un mosaico
realizzato sul pavimento della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, a Roma.
Questo:
Vi si vedono una coppa e due salamandre. Non è certamente
senza significato se proprio nella Basilica di San Lorenzo è presente questo
strano disegno che, come vedremo, nasconde strettissime relazioni con il Santo.
Cominciamo con la coppa, posta nella parte centrale
inferiore del mosaico.
…segue…
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