Nell’ultimo articolo abbiamo
parlato di “letteralità”: a volte Nostradamus dice ciò che vuole
dire senza ricorrere a sotterfugi, ma lo fa in maniera sottile, inducendo i suoi lettori a stravolgere il
senso delle sue parole.
Riprendo l’esempio della
quartina X,13 trattata in una serie di vecchi post, dei quali indico qui uno
dei più significativi, dal titolo “Herbipolis”.
In tale quartina, Nostradamus
menziona le città di Antibes e Wurzburg usando i loro antichi attributi di
Antipolique e Herbipolique; eppure, tutti gli interpreti si sono persi nella
ricerca di assurdi significati per queste due parole mentre, almeno al giorno
d’oggi, sarebbe bastato consultare Wikipedia. Una volta rientrati nel giusto
binario, non è difficile capire che la quartina ripropone l’antica leggenda
secondo la quale alcuni Templari fuggirono nascosti in un carro carico di
fieno.
Naturalmente, se siete
interessati a quell’argomento, sarà necessario che leggiate l’articolo
indicato, unitamente a pochi altri ad esso precedenti e successivi. Come si può
vedere, questo metodo di lettura non implica la rinuncia al fascino del
mistero, ma lo canalizza in direzione di una verosimiglianza storica che nulla
condivide con le allucinanti sciocchezze normalmente associate alle Centurie di
Nostradamus. A ciascuno il suo…
Come ulteriore esempio di una
valida interpretazione letterale, non inquinata da contorte elucubrazioni,
riprendo il primo e l’ultimo verso della quartina I,95:
Bimbo gemello davanti
al monastero trovato
….
….
Che si dirà quanto
sia elevato il vopisco.
Vi risparmio le pietose interpretazioni date di questa
quartina (il gemello di Luigi XIV, una lapide gemella, etc.) e vi do direttamente la mia.
Scartiamo l’idea che ci sia un bambino gemello abbandonato
davanti ad un monastero (moustier). Stiamo leggendo degli enigmi, non delle
storie lacrimevoli. In questo caso l’enigma è perfino fin troppo semplice:
Nostradamus sta descrivendo un percorso geografico, nell’ambito di un racconto
più ampio sviluppato su diverse quartine, e come sempre lo fa a modo suo. Noi possiamo solo scegliere di
capire o di non capire…
Se scegliamo di capire, andiamo
su Google a cercare la foto di Moustier Sainte-Marie; scopriremo che si
tratta di un villaggio della Provenza ai piedi di due rupi gemelle.
Leggiamo meglio, allora, il
primo verso: non più “davanti al monastero, trovato gemello”, ma “trovato
gemello, davanti c’è Moustier”. Difficile?
In effetti un po’ difficile lo
è, perché la parola “moine = monaco” del secondo verso sembra confermare l’idea
del monastero del primo verso e, quindi, porta fuori strada.
L’ultimo verso ricorre
all’espressione “gemello elevato” (vopiscus, dal latino, è un altro modo di
indicare un gemello). Non significa affatto che un gemello viene “elevato” a
chissà quale dignità o ruolo, come supposto da molti, ma ancora una volta bisogna badare solo al
significato letterale della parola, che dà l’idea di guardare verso l’alto, di
alzare lo sguardo sopra Moustier, per vedere il “gemello elevato”, l’alta rupe.
In fondo è semplice. A portare
fuori strada non è la difficoltà interpretativa, ma la radicata ed incrollabile
abitudine a un metodo basato sulla “profezia”, già dimostratosi fallimentare
per 500 anni, piuttosto che sulla descrizione e sul racconto.
Dimenticavo… a proposito del
“moine” al secondo verso: “mettre le moine” vuol dire “legare una cordicella e
tirarla”. Tra le due pareti di roccia, tra i due “gemelli”, è stesa una catena,
alla quale è appesa una stella. La leggenda vuole che si tratti di un ex-voto
alla Vergine da parte del Cavaliere di Blacas, crociato fatto prigioniero nel
1249 e poi tornato sano e salvo in patria.
Nessun monaco… nessun
monastero.
Herbipolis non potrebbe significare città delle erbe?
RispondiEliminaNostradamus mi pare abbia scritto dei libri anche sulle erbe.
Scusa ma secondo il mio punto di vista è molto semplice la cosa....
RispondiEliminale due chiese, cioè i due gemelli, le due pietre, hanno un filo...
ed è l'esempio che tu fai delle due roccie, si ha usato un doppio significato, voleva dire entrambe le cose, l'una serve per dare l'interpretazione materiale e l'altra quella immateriale.
Riferendomi anche al precedente articolo pubblicato qui 2 settimane fa :
http://codicenostradamus.blogspot.it/2013/05/il-maligno-grigio-e-nero.html
Il clero unito al capo significa che le due chiese hanno un solo capo riconosciuto da entrambe, con la sua croce , cioè la croce del capo di quella chiesa, l'una ortodossa e l'altra romana.
Svettante destra significa che sarà molto potente.
la traduzione di grigio e nero sarebbe : plumbeo e oscuro
Per quanto riguarda il monastero, in riferimento ai miei due precedenti commenti inviati alcuni minuti fa è molto semplice la cosa.
RispondiEliminatra le due roccie vi è il monastero che è sotto quale luogo di incontro tra le due chiese romana e ortodossa.
Monastero all'interno del quale scompaiono le differenze dovute alle "interferenze" esterne, bisogna pensarlo come un monastero antico, posto al di fuori del mondo esterno cioè quello delle monarchie e dei regni, dunque luogo di meditazione e di preghiera che è sotto e in mezzo, all'interno del quale le due religioni possono convivere cosa che piu difficilmente può accadere all'esterno del monastero dove ci sono i due capi che comandano le due roccie e sono molto influenti su tutta la gerarchia e sul credo.
Grazie per i contributi.
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