Tecniche di Nostradamus

mercoledì 30 marzo 2011

Gli anagrammi di Nostradamus

Certamente la figura di Tritemio, nel suo doppio ruolo di astrologo e di crittografo, non è sfuggita all'attenzione di Nostradamus.
Tenendo presente che l'arte "dell'enigmistica" andava già molto in voga a quei tempi, cosa potrebbe avere eventualmente preso Nostradamus da Tritemio? Soprattutto la tendenza a nascondere parole o lettere in mezzo ad altre parole.
E' come nascondere un sasso in mezzo ad altri sassi. Solo chi conosce le caratteristiche del sasso nascosto è in grado di individuarlo; per qualsiasi altro osservatore, uno vale l'altro.
Tutta l'opera profetica è ispirata a questo semplice principio: non c'è enigma la cui soluzione non sia sotto gli occhi di tutti; per scovarla non occorrono conoscenze esoteriche o comunque particolari, ma solo la capacità di "vederla". Per esempio, quando ho iniziato il lavoro di decodifica di Nostradamus, mi sono chiesto spesso come avrei fatto, io che non conosco neanche i rudimenti dell'astrologia, a riuscire nel mio intento. Invece, i risultati sono arrivati perché ho capito presto che l'astrologia era solo una copertura mimetica.

Nel "Vero codice di Nostradamus" ho mostrato un caso in cui alcune lettere vanno rilevate a salti, secondo un determinato intervallo (enigma del "Migliaio"). Abbiamo anche visto qualche caso in cui alcuni numeri andavano sostituiti da lettere, esattamente come nel terzo libro di Tritemio.

Una particolarità tipica di Nostradamus è quella di nascondere delle parole ricorrendo agli anagrammi.
Nei secoli si è fatto grande abuso di questi anagrammi; grazie a essi, si è fatto dire a Nostradamus tutto ciò che si è voluto. Infatti, è quasi sempre possibile estrarre delle lettere da un contesto e mescolarle in modo da avere un risultato utile.
Per evitare questi abusi, gli anagrammi di Nostradamus rispondono ad alcuni requisiti che fanno sì, per usare una mia espressione già utilizzata in altre circostanze, che si abbia "l'anagramma giusto al posto giusto". Vediamoli, questi requisiti.

1) gli anagrammi non devono essere troppo lunghi; maggiore è il numero delle lettere in gioco, maggiori sono le combinazioni possibili e, conseguentemente, maggiori sono le possibilità di tirare fuori un insieme di parole di senso compiuto. So di gente che anagramma intere quartine. Non c'è bisogno di ricorrere al calcolo combinatorio per sapere che, a quel modo, le possibilità di estrarre un risultato utile sono praticamente infinite. Questo si chiama "barare".
2) gli anagrammi NON devono ammettere alcuna forzatura. A questo ci ha già pensato Nostradamus, storpiando le parole già all'origine, quando ciò si è reso necessario per mettere a disposizione le lettere che servono all'anagramma. Nel mio libro e in questo stesso blog ho presentato diversi anagrammi. IN NESSUN CASO ho fatto ricorso a forzature; quelle stesse forzature che, invece, sono un'abitudine per gli amanti degli anagrammi a ogni costo. Anche questo è barare.
3) gli anagrammi di Nostradamus sono sempre mirati. Se si sta parlando delle quartine e viene fuori la parola "centurie", la questione ha senso; se, invece, viene fuori la parola "mucca", è evidente che l'esito dell'anagramma è una parola inutile, anche se etimologicamente valida. Eppure c'è perfino chi, violando questo elementare principio, stravolge l'intepretazione pur di valorizzare l'anagramma: anziché utilizzare l'anagramma per convalidare l'interpretazione, trova una interpretazione idonea a confermare l'anagramma.
4) spesso, più spesso di quanto si creda, le possibilità di anagramma sono più di una nell'ambito del medesimo contesto. C'è da supporre che, in alcune circostanze particolari (soprattutto quando si tratta di "dipingere" un'identità), Nostradamus senta il bisogno di confermare ripetutamente all'interprete che la sua lettura è esatta.

Riepilogando: i veri anagrammi di Nostradamus stupiscono sempre per la loro efficacia, per la loro sintesi, per la loro coerenza col contesto. La fotografia è così nitida da rendere impossibile qualsiasi ipotesi di casualità.

Il riesame degli anagrammi da me presentati nel libro e nel blog, che peraltro costituiscono solo un piccolo campionario, permetterà di verificare il rispetto dei principi enunciati.

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