Secondo una voce popolare,
sulla cui fondatezza indagheremo più avanti, il terzo segreto deve essere reso
pubblico nel 1960. Invece, quell’anno passa e nulla accade.
Da quel momento in poi, i
pettegolezzi si susseguono; i complottisti ci sguazzano; interi libri vengono
scritti sulla base delle dichiarazioni di questo e di quello, in particolare di
Mons. Capovilla (segretario di Giovanni XXIII)
e del Card. Ottaviani, prima segretario del Sant’Uffizio e poi Prefetto
della Congregazione per la dottrina della fede.
In realtà, le presunte
dichiarazioni (e ribadisco “presunte”) di questi due porporati e di numerosi
altri prosperano come le margherite a primavera e si smentiscono l’una con
l’altra. Poco ci manca che si aggiungano anche le dichiarazioni del cane-mascotte
delle guardie svizzere. Insomma, a prestar fede a queste voci, tutto il
Vaticano è a conoscenza di un segreto che la Chiesa non vuole rivelare. Una
rivista tedesca arriva a pubblicarne un apocalittico testo; si scoprirà poi che
si tratta di un falso… mi sarei sorpreso del contrario. Qualcuno conosce
addirittura il numero approssimativo delle righe dello scritto di Lucia. Si
parla di buste e controbuste; di annotazioni; perfino di due segreti.
Nel nome della già promessa
concisione, vi risparmio i dettagli di tutte queste imbecillità. Dico solo che,
a giudicare dalle varie “confidenze”, il segreto di Fatima è diventato il
segreto di Pulcinella. Tutti dicono di esserne a conoscenza, ma di essere
vincolati al silenzio; però, con “te che sei un amico”, posso spezzare questo
vincolo e ti confido che…
Ce ne sarebbe abbastanza perché
qualsiasi persona con un minimo di sale in zucca ne prenda le distanze e,
invece, ogni confidenza diventa mangime per scrittori acchiappapolli, privi del
minimo senso del pudore, che vi possono sguazzare dentro per la costruzione
delle loro ridicole storie personalizzate. E pensare che li ho letti tutti, i
loro libri, solo per scoprire che, a salvaguardia della mia dignità di studioso
serio, mi sarei potuto e dovuto risparmiare la fatica! I segnali della
cialtroneria c’erano tutti. Per espiare la mia colpa, ogni sera mi metto
davanti allo specchio professando dieci minuti di vergogna. Per esaurire
l’intera penitenza, credo che ne avrò ancora per parecchi decenni.
La verità, quella vera che più
vera non si può, è che, nonostante tutti ne parlino, dopo il 1960 e per molti
anni, nessuno sa più nulla del segreto. Non si sa se nemmeno il successore
di Giovanni XXIII, Paolo VI, lo abbia letto; sembra di sì, e che abbia deciso di
proseguire nell’atteggiamento di diffidenza di Giovanni XXIII. Sicuramente non
possono averlo letto i numerosi prelati mitomani e millantatori che,
lasciandosi sfuggire a raffica le più strampalate soffiate sul suo contenuto,
si smentiscono tra di loro e non di rado da soli. A dimostrazione che sparano
solo fesserie!
Come spiega però la sortita, sempre che sia vera e non invenzione giornalistica letta anni fà dal sottoscritto, di papa Ratzinger (o forse al tempo era ancora cardinale):
RispondiElimina"Sbaglia chi pensasse che il contenuto profetico di Fatima sia esaurito" ?
Possibile che il Ratzinger, persona la più restia tra quelle coinvolti nella fccenda Fatima, abbia parlato a sproposito?
Tenga presente che il sottoscritto vede come fumo negli occhi cespugli in fiamme che parlano, madonne che portano messaggi, pietre nere e vacche sacre. Tanto per chiarire.
No, Ratzinger non ha parlato a sproposito. Dal mio punto di vista, la frase da lei citata ha perfettamente senso nel tipo di commento fatto dall'allora Cardinale, che a mia volta commenterò tra due o tre articoli.
RispondiEliminaIntanto, giusto per chiarire il ruolo di Ratzinger, costretto a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, le anticipo un brano estrapolato dal prossimo commento:
...Ratzinger che, in qualità di custode della fede (essendo il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede), lo avalla nella forma ma lo smentisce nella sostanza (verificheremo come). Insomma, di fronte a un’opinione pubblica mondiale la cui pressione è diventata insostenibile, Ratzinger chiude la faccenda come meglio può.
A mio modesto parere, date le circostanze ed escludendo la pubblica ammissione dell’inganno, non avrebbe potuto fare di più e di meglio. Costretto a ridimensionare l’esaltazione dello stesso Papa, si rivela un gigante, l’unica testa pensante in un oceano di fatimisti impazziti.