Ricordo ancora che, pur senza alcuna pretesa di dare
risposta al presunto enigma della lapide di Villa Vittoria, stiamo partendo da
due presupposti del tutto ipotetici:
1) che la
lapide contenga un messaggio cifrato;
2) che la
sua origine si attribuibile a Nostradamus.
Dando arbitrariamente risposta affermativa
ad entrambi gli interrogativi, stiamo solo cercando di portare alla luce alcune
caratteristiche crittografiche sulle quali potrebbero concentrarsi degli studi
più approfonditi, sulla traccia delle stesse tecniche usate da Nostradamus
nelle sue Centurie.
Come passo iniziale, abbiamo supposto che l’intestazione
“ISS6” fosse un indizio per invitare l’investigatore ad invertire il testo
della lapide. L’ipotesi non è campata in aria, perché suggerita da una tecnica
di Gematriah, abbondantemente usata da Nostradamus unitamente all’inversione
delle frasi.
Ci si potrebbe domandare perché mai si debba lavorare sul
testo invertito anziché su quello originale.
Bisogna dire che, nell’ipotesi crittografica che stiamo
facendo, la posizione delle lettere assume una precisa funzione. Giusto per
fare un esempio, alcune di esse potrebbero essere sostitutive di altre lettere
o di numeri, da utilizzare per la composizione di un messaggio di senso
compiuto. Il contenuto del testo originale diventerebbe così assolutamente
irrilevante, esattamente come la carta che avvolge il regalo.
L’inversione ed il capovolgimento avrebbero la funzione
di inserire un elemento di complicazione nel processo di decodifica: si
fornisce un falso testo da decifrare (scritta della lapide), che nasconde
quello vero sul quale bisogna lavorare (testo invertito).
C’è da aggiungere che, oltre all’effetto depistante
dell’inganno in sé, ogni variante da esplorare costituisce un’estensione del
campo d’indagine che, in alcuni casi e soprattutto in assenza di computer, può
arrivare a comportare una dilatazione di tempo insostenibile, a meno che non si
scopra prima come evitarla.
Sul piano teorico, sempre ammesso che siamo in presenza
di un crittogramma, quella della sostituzione alfanumerica è una soluzione
tipica della crittografia, senza bisogno di voli di fantasia. Nostradamus
adotta un criterio di questo genere nel suo algoritmo di ordinamento delle
quartine, oltre che in numerosi altri enigmi minori. Basta ricordare
l’insistenza con la quale egli richiama l’attenzione sulle “lettere” (15
quartine e numerosi brani delle epistole); ne avete letto degli esempi fino
alla noia nei miei libri e in questo stesso blog.
Un altro tipo di soluzione su cui lavorare, anch’esso di
stretta osservanza nostradamica, potrebbe essere quello del Notarikon, cioè
l’estrazione di una o più lettere dalle singole parole, fino a formare il
messaggio nascosto; qualcosa di molto simile agli acrostici.
Naturalmente, in qualunque caso, il criterio di
individuazione del messaggio finale deve rispondere a delle regole logiche, che
non lascino dubbi sulla natura crittografata del testo di partenza e sulla
tecnica di cifratura adottata.
D.M. = De Moi.
RispondiEliminaQualcuno vuole sapere come ci sono arrivato?
Non ci sono arrivato!