Tecniche di Nostradamus

martedì 22 luglio 2014

Graal: storia e mito (10)

E’ evidente che, in questa recente serie di post, abbiamo solo sfiorato l’argomento del Graal, una di quelle grandi leggende sulla quale fiumi di inchiostro sono stati e sono tuttora versati, senza che tuttavia si riesca a definirne con precisione quantomeno i contorni.
Io ho sposato la tesi di una dottrina iniziatica, che non si identifica con alcun oggetto materiale. Ciò non esclude la possibilità che un tale oggetto esista, ma solo come espressione simbolica, come rappresentazione visibile di una “Idea”, che resta comunque confinata al mondo dell’ineffabile. Un po’ come avviene per le statue, che non possono certamente sostituire i personaggi rappresentati.
A noi, comunque, non interessa spostarci sul piano materiale che, oltre a confonderci ulteriormente le idee, richiederebbe comunque una vasta trattazione che, al di là delle apparenze, ci costringerebbe a tornare al piano della rinascita spirituale. Ci basta solo sapere, in quanto l’informazione ci servirà presto, che la rappresentazione più comune del Graal cristiano è quella di un vaso, trasformato in coppa dalla tradizione.
Per ricongiungerci con la storia di San Lorenzo, ci è perciò sufficiente il solo concetto di base di Graal che però, oltre ad essere controverso, è così complicato da risultare quasi inaccessibile. La sua comprensione, infatti, richiede un complesso di conoscenze di origine diversa, che solo con grande difficoltà possono essere “inserite” in una esposizione lineare, come ho fatto io, peraltro al prezzo di eccessive semplificazioni che ne compromettono la natura.
E’ come il tentativo di spiegare l’immagine di un mosaico con la semplice descrizione dei singoli frammenti; come lo sforzo di apprezzare un buon romanzo attraverso lo studio delle singole parole che lo compongono; come il tentativo di immergersi in una melodia musicale attraverso l’analisi delle singole note.
In realtà, non esiste quasi nessuna relazione tra i singoli pezzi e l’immagine del mosaico, tra le singole parole e la trama del romanzo, tra le singole note e la melodia. E’ solo la loro armoniosa composizione che fornisce il risultato complessivo. E purtroppo, in qualsiasi settore, nessuna  “armoniosa composizione” si presta ad essere raccontata senza gravi perdite.
Questo insopprimibile limite si rifletterà inevitabilmente nella descrizione della leggenda di San Lorenzo, alla quale stiamo per passare.

…segue…

Nessun commento:

Posta un commento