Tecniche di Nostradamus

venerdì 29 aprile 2011

L'inspiegabile "Hiraclienne"

Stiamo esaminando l'espressione, contenuta nell'epistola a Cesare, "Mais moiennant quelque indiuisible eternité par comitiale agitation Hiraclienne, les causes par la celeste mouuement sont congnues".

Abbiamo visto che l'essenza del messaggio è costituita dall'affermazione che le cause (cioè le profezie) sono conosciute dall'interprete (da Cesare/Chiren, quindi, e non da Nostradamus) per mezzo di una "comitiale agitation Hiraclienne".
Il precedente post si è chiuso con l'interrogativo sul significato della parola "Hiraclienne".
Ricordate il punto di partenza che ha determinato tutte queste considerazioni? Ricordate le "parole luminose" che acquistano vita?
Ebbene, alcune lettere di "Hiraclienne", la parola incriminata, non possono non balzare all'occhio: HIRaCliENne. Sono le lettere che formano l'onnipresente nome "Chiren", l'interprete di Nostradamus. E non è tutto.
Se consideriamo l'insieme "agitation hiraclienne", brillano sia il nome "Chiren" che la sua nazionalità: "agitation HIRaCliENne" (Chiren) e "agitATION hirAcLIenne" (Italiano). "Chiren italiano", dunque; un'espressione che, a rinforzo, viene scritta proprio in linga italiana:

…ation hiraclien… = Chiren italiano

Ancora un anagramma, dopo i tanti visti in questo blog e nel mio libro, del tutto coerente col contesto; uno dei tanti famosi anagrammi giusti al posto giusto.

Ma Nostradamus non si accontenta e insiste:

…itation hiraclienne = Chiren nation Italie

E, ancora, la parola "Italia" salta fuori da "comitiale" (comitiale agitation Hiraclienne):

comITIALE = ITALIE

Ecco, quindi, che le parole che ho definito "luminose", si ricompongono davanti agli occhi di chi le sa leggere e l'intera espressione acquista un senso diverso da quello apparente.

Non è dunque la profezia che si sviluppa attraverso attacchi epilettici, ma è il legame codice/profezia che viene trasmesso attraverso l'italiano Chiren ("par comitiale agitation hiraclienne"). Naturalmente vi sono anche altre indicazioni, alcune delle quali spiegate nel libro, che confermano l'origine italiana di Chiren/Cesare. E' decisamente sbagliata l'ipotesi dell'epilessia sulla quale gli interpreti hanno fondato per quasi cinque secoli le loro spiegazioni, senza preoccuparsi del punto debole della loro costruzione: la presenza della parola "hiraclienne" alla quale non sono mai riusciti a dare un senso.

lunedì 25 aprile 2011

Comitiale agitation Hiraclienne

Abbiamo visto che l'epistola a Cesare contiene la seguente espressione, connessa alla relazione codice/profezia, sul cui significato gli interpreti si sono interrogati a lungo:

Mais moiennant quelque indiuisible eternité par comitiale agitation Hiraclienne, les causes par la celeste mouuement sont congnues.

Ma per mezzo di qualche indivisibile eternità per epilettica agitazione Hiracliana, le cause sono conosciute tramite il celeste movimento.


Fermo restando che nessuno ha mai saputo spiegare il significato della parola "Hiraclienne", la formulazione apparente sembrerebbe indicare che la profezia si manifesta tramite un'epilettica agitazione (le parole latine "comitialis morbus" designano l'epilessia).
Questo ha portato gli interpreti a ritenere che le visioni di Nostradamus avvenissero nel corso di attacchi epilettici. Niente di più lontano dalla verità!
Se, come io sostengo e come ho già spiegato, la "conoscenza della causa" è riservata all'interprete (che dalla "causa" deduce "l'effetto", cioè la profezia), allora bisogna trarre le dovute conseguenze anche in relazione alla prima parte dell'espressione: bisogna, cioè, prendere atto che l'intera espressione è riferita all'interprete piuttosto che al veggente, come si è finora ritenuto.

Siamo comunque in presenza di un pasticcio dal quale bisogna estrapolare un senso compiuto, senza trascurare la parola "Hiraclienne" che, visto che c'è, deve avere evidentemente un suo scopo.

mercoledì 20 aprile 2011

L'epilessia di Nostradamus

Cesare è un pezzo importante nella scacchiera di Nostradamus; sappiamo dal libro che "la parola ereditaria dell'occulta previsione" (cioè la capacità di leggere l'eredità profetica di Nostradamus) è riservata a Cesare/Chiren.
Nella sua opera di convincimento Nostradamus prosegue gradualmente. Sa che Cesare va convinto un po' alla volta… con una rivelazione dopo l'altra… con degli elementi identificativi che diventano via via sempre più precisi… una messa a fuoco progressiva… alla fine, Cesare viene messo all'angolo; non ha scampo e deve arrendersi all'evidenza.

Conosciamo dal mio libro la città nella quale vive Cesare, ma quello è già un ulteriore passo avanti.
Ancora prima, dopo aver detto a Cesare che Chiren è lui stesso (enigma della parola ereditaria dell'occulta previsione), Nostradamus gli fornisce un primo indizio. E lo fa con un'affermazione che, come sempre, porta completamente fuori strada. Quest'affermazione si trova nell'epistola indirizzata a Cesare:

Mais moiennant quelque indiuisible eternité par comitiale agitation Hiraclienne, les causes par la celeste mouuement sont congnues.

Ma per mezzo di qualche indivisibile eternità per epilettica agitazione Hiracliana, le cause sono conosciute tramite il celeste movimento.

Un bel pasticcio espressivo che nasconde un messaggio preciso!
Cominciamo col dire che Nostradamus usa con frequenza la parola "causa" riferita agli eventi futuri. La usa, in particolare, quando vuole sottolineare il legame tra la chiave di decodifica e l'evento previsto. La comprensione di questo, benché di impatto immediato se si ha una conoscenza completa di Nostradamus, appare di difficile descrizione se il concetto viene isolato, come stiamo facendo qui. Ci provo lo stesso.
E' come se la "causa" fosse l'elemento di partenza della decodifica e l'evento profetizzato ne fosse "l'effetto". In altre parole l'interprete parte dalla "causa" (la chiave) per dedurre "l'effetto" (la profezia).
Questo è anche logico: il profeta è Nostradamus; l'interprete, invece, ha bisogno di un punto di partenza che lo porti a scoprire la profezia collegata.
Comunque sia, basta leggere le due epistole (quella a Cesare e quella a Enrico II) per verificare quanto spesso Nostradamus usi la parola "causa" con stretto riferimento alla profezia.

domenica 17 aprile 2011

Identità di Cesare Nostradamus

Nostradamus avverte Cesare, nella lettera a lui indirizzata (enigma della "parola ereditaria dell'occulta previsione" già noto ai lettori del libro): "guarda che, quando parlo di Chiren, in effetti sto parlando di te". Perché questo? Semplicemente per depistare tutti, presentando "Chiren" con delle parole che lo fanno apparentemente sembrare un leader mondiale piuttosto che un oscuro "portavoce" della profezia (quartina VI,70 spiegata nel "Vero codice di Nostradamus").

Au chef du monde le grand Chyren sera,
Plus oultre apres aymé craint redoubté:
Son bruit & loz les cieux surpassera,
Et du seul tiltre victeur fort contenté.

A capo del mondo il grande Chyren sarà,
Più oltre dopo amato, temuto, dubitato:
La sua fama e gloria sorpasserà i cieli,
Del solo titolo vittorioso sarà contento.


Falsata l'identità, il dialogo con Cesare può proseguire tranquillamente senza che nessuno capisca.

Nostradamus comincia col dargli degli indizi. Per scoprire il primo di questi indizi, cioè la promessa rivelazione di un grosso enigma connesso alle "parole luminose" (punto di partenza di tutta la deviazione), dobbiamo fare una seconda deviazione, altrimenti non riusciremo a capirci. Prometto che, subito dopo, torneremo gradualmente al punto di partenza.

giovedì 14 aprile 2011

I problemi di Nostradamus

C'è un problema; anzi, i problemi sono più di uno e sono stratosferici:
- Nostradamus deve far capire a Cesare quali sono le parti dell'opera profetica che si riferiscono a lui;
- gli deve far capire cosa si aspetta che egli faccia;
- deve indurlo a scoprire la sua identità;
- deve vincere le sue paure e le sue diffidenze;
- lo deve convincere con argomenti adeguati all'epoca in cui egli vive: argomenti razionali e privi delle superstizioni tipiche dell'epoca di Nostradamus;
- gli deve spiegare, soprattutto, cosa sono le sue "previsioni"; e deve spiegarglielo con qualcosa che Cesare può accettare, piuttosto che con la già descritta barzelletta del "pediluvio".

Insomma, le Centurie non nascondono soltanto un messaggio per Enrico II, ma contengono anche un continuo "dialogo" con Cesare. Nostradamus fa delle affermazioni, immagina le osservazioni che ne conseguono, risponde a quelle osservazioni.
Il tutto senza che nessuno se ne accorga. Non è difficile; ogni passo è mascherato, fuorché il bandolo della matassa, che nessuno coglie perché si tratta del famoso sasso in mezzo ad altri sassi.

Ma facciamo un passo alla volta… fin dove si può.

lunedì 11 aprile 2011

Ian Aimé de Chavigny

Ogni parola di Chavigny rivela la sua assoluta estraneità ai misteri di Nostradamus. Mi limito a un solo esempio scelto tra i tanti possibili: il Presagio di Marzo 1555.

Le cinq, six, quinze, tard & tost l'on seiourne.
Le né sans fin: les citez reuoltées.
L'heraut de paix vint & trois s'en retourne.
L'ouuert cinq serre. nouuelles inuentées.

Il cinque, sei, quindici, tardi o preso si rimane.
Il nato senza fine: le città rivoltate.
L'araldo di pace ritorna ventitrè.
L'aperto cinque chiude. Notizie inventate.

Chi ha letto il "Vero codice di Nostradamus" conosce perfettamente il significato della quartina: una perfetta sintesi del "codice Nostradamus"; una vera e propria stele di Rosetta che racchiude i diversi metodi di cifratura del veggente! Ecco, invece, l'interpretazione originale (o l'originale interpretazione, se preferite) di Chavigny e la relativa traduzione:

verso 1: il 5, 6 e 15 si riferiscono al trattato di pace tra Spagnoli e Francesi;
verso 2: riguarda un'altra epoca;
verso 3: Il Cardinale d'Inghilterra e altri Signori, riuniti per la pace il giorno 23, non concludono nulla;
verso 4: la comprensione di questo verso mi sfugge (parole di Chavigny, non mie).

Lettura ridicola da chiunque provenga; ancora più ridicola se proviene dal "segretario" di Nostrradamus.
Di fronte a queste enormi sciocchezze interpretative, c'è da temere, ovviamente, anche per l'originalità e la correttezza dei Presagi trasmessici da Chavigny la cui alterazione, in alcuni casi, è già emersa dai miei studi.
Per quanto ci riguarda adesso, resta il fatto che egli sbaglia nel confondere "Chiren" con "Henric".

Chiren è semplicemente Cesare Nostradamus o, meglio, colui che Nostradamus chiama Cesare, come il suo figlio naturale, e al quale affida le sue prime 7 Centurie. Questo appare con chiarezza dall'epistola a Cesare e dalla quartina VI,70, le cui spiegazioni dettagliate sono contenute nel mio libro.
Devo fare una piccola precisazione in relazione ai continui rimandi al libro; essi sono dovuti a due motivi:
1) difficoltà a scendere nei dettagli in questo blog di sintesi;
2) sentirei di venir meno al rispetto degli acquirenti del libro qualora ne trascrivessi qui i contenuti.

sabato 9 aprile 2011

Chiren

Uno dei personaggi chiave di Nostradamus è il misterioso "Chiren". Come sanno i lettori del "Vero codice di Nostradamus", Chiren è semplicemente il soprannome che Nostradamus assegna a Cesare.
Sbagliando, invece, gli interpreti hanno sempre pensato che Chiren debba essere un leader mondiale; forse lo stesso Monarca Universale delle Centurie.
Questa errata interpretazione, generata da alcune quartine, scaturisce principalmente dall'osservazione che "Chiren" è anagramma di "Henric"; si pensa perciò automaticamente a una coincidenza di identità tra Chiren e il Monarca Universale il cui nome in codice è "Henry": è proprio uno di quegli esempi di anagrammi che condizionano l'interpretazione, dai quali ho messo in guardia!
Ovvio che la confusione non è casuale, ma rientra perfettamente nei metodi di depistaggio di Nostradamus.
L'errore nasce nientemento che dal segretario di Nostradamus, Ian Aimé de Chavigny, che per primo confonde "Chiren" con "Enrico".
Chavigny ha un solo merito, peraltro tutto da dimostrare: quello di averci trasmesso alcuni presagi di Nostradamus dei quali è venuto in possesso in qualche maniera; probabilmente riprendendoli dalle stampe dell'epoca, alcune delle quali andate poi perdute col trascorrere del tempo. A parte questo, mi schiero contro la convinzione universale che accorda fiducia a Chavigny e, forte della mia conoscenza del "codice Nostradamus", sostengo che era un impostore: a mio avviso non ha neanche conosciuto Nostradamus. Non ci vuole molto a capirlo.
Basta pensare che racconta la vita del suo "principale" limitandosi a fatti superficiali e conclamati senza mai fornire dettagli di qualche interesse; parla di 12 Centurie, quando le ultime due non sono riconducibili a Nostradamus; trascrive delle quartine con alcune specificità (uso di maiuscole, trasformazione di parole) che alterano il senso di quelle originali, delle quali non rispettano la "codifica"; fornisce interpretazioni che non stanno né in cielo e né in terra; non sospetta nemmeno lontanamente l'esistenza di un "codice". Però il suo lavoro (Premier face du Janus) "fa colpo" perché proviene da uno che si dichiara "segretario" di Nostradamus.
Per quanto mi riguarda, e in considerazione delle enormi cantonate che Chavigny prende, mi viene impossibile pensare a un Nostradamus che riesce a tenere il "segretario" completamente all'oscuro della sua attività. E si suppone che lo paghi pure! Per fargli fare cosa?
Proseguiremo con Chavigny e Chiren nel prossimo post.

mercoledì 6 aprile 2011

Cesare Nostradamus

Nostradamus fa precedere le prime 7 Centurie da una lettera indirizzata al figlio Cesare.
L'indirizzamento al figlio nasconde, in realtà, un messaggio al suo futuro interprete, che il profeta considera come un figlio spirituale o, se si preferisce, un figlio adottivo. La questione è indubbia e le ragioni di questa affermazione sono molte. Mi limito a indicarne qualcuna:

- Nostradamus afferma che il Cesare dell'epistola non è un suo conterraneo (invece, il figlio naturale lo era): "tu ne soys venu en naturelle lumiere dans ceste terrene plaige"; cioè, "tu non sia venuto in luce naturale in questo terreno lido";
- Indica se stesso come "progenitore", un termine che si addice a un antenato piuttosto che al padre: " apres la corporelle extinction de ton progeniteur" ("dopo l'estinzione corporale del tuo progenitore");
- Inizia la lettera con le parole "Ton tard advenement" ("La tua tarda comparsa"), riferendosi evidentemente a una lontana apparizione rispetto al momento in cui scrive.

Ci sarebbe altro da aggiungere, ma credo che quanto indicato sia per il momento sufficiente. C'è solo da precisare che, per confondere le acque, Nostradamus gli assegna il soprannome di Chiren che, come ben sanno i lettori del "vero codice di Nostradamus", non identifica affatto quel leader mondiale che sembra emergere da una lettura superficiale di alcune quartine. La questione verrà ripresa nel prossimo post.

sabato 2 aprile 2011

Parole luminose

Dando vita a questo blog, non avrei mai immaginato le difficoltà in cui mi sarei imbattuto per seguire un filo logico. Andando avanti, mi rendo sempre più conto che non è possibile restare fermi su un argomento senza trascurare aspetti collaterali importanti.
Mi trovo alle prese con un albero i cui rami si biforcano in maniera frattale, costringendomi continuamente a saltare da una questione all'altra.
Perciò, per descrivere un'altra interessante caratteristica degli anagrammi e delle parole nascoste di Nostradamus, sono costretto ancora una volta ad abbandonare temporaneamente il filone principale di discussione.

Immagino che tutti noi abbiamo visto qualche film nel quale certe "parole" o certe "lettere" sembrano "illuminarsi" in modo da distinguersi nettamente dalle altre del contesto; quasi come se volessero uscire dallo schermo.
Mi viene in mente, ad esempio, quel film stupendo che è "L'ultima legione", nel quale la parola "ESCALIBUR" viene fuori da "CAI* IUL* CAES* ENSIS* CALIBURNUS".
Un altro bel film del genere è "Codice Mercury", un codice militare segretissimo decifrato da un bambino autistico, Simon Lynch, che riesce a "leggere" numeri e lettere nel loro giusto ordine.
"Parole d'amore" è un altro grande film dello stesso filone che esalta la dote speciale di una bambina ebrea, Eliza Naumann, nello scomporre in lettere le parole; tutto il film è pervaso dalla forza delle lettere, tipica del misticismo della Qabbalah.
E che dire del "Codice da Vinci", ricco di situazioni analoghe? Per citarne solo una, basti pensare alla parola "Pope" che richiama insistentemente l'idea del "Papa" ("pope" in inglese), prima che "venga fuori" il suo vero significato: "Alexander POPE". Un effetto simile a quel rudimentale cubo che tutti noi abbiamo disegnato da ragazzi, nel quale uno spigolo interno diventava esterno a seconda della prospettiva di osservazione.

Mi sono dilungato con gli esempi perché temo di non riuscire a rendere bene il concetto; ciò che voglio dire è che le parole "nascoste" di Nostradamus (non solo gli anagrammi, quindi) hanno quasi una loro autonomia, come nei film citati; possiedono la "potenza indipendente" di dare vita a delle composizioni, senza bisogno di alcuna ricerca mirata. Non si scopre un significato perché lo si ricerca, ma solo perché quel significato "decide" di farsi scoprire.

Ricordate "…ge d'or les" (post "Argomenti preliminari" del 23/2)? Non c'è bisogno di alcuno sforzo; si sta parlando di "De Lorges" e viene fuori "ge d'or les". Non si può non vedere!
Come si fa a non estrarre la parola "centvriez" da "…entrez vic…"(post "La quartina IX,97" del 27/2), quando si sta parlando di armate? Armate-eserciti-legioni-centurie!
Come si fa a non scoprire che dalla parola "Branches" (post "la quartina I,2" del 12/3) vengono fuori, da sole, le parole Cesar, Chiren, Henri, una volta che si aggiunge la "I" della "verga" che punta all'interno della parola "Branches" trasformandola in "braniches"?
Ricordate l'enigma della "parolle hereditaire" descritto nel mio libro?
In ognuno di questi casi, la vera questione non è di "come si fa a vedere" ma, piuttosto, di "come si fa a NON vedere"!

Voglio adesso presentare un enigma speciale che ha fatto impazzire mezzo mondo, finendo per trovare regolarmente una soluzione tanto ridicola quanto allucinante. Un altro di quei misteri che hanno resistito agli assalti di cinque secoli di pseudo-decodificatori/interpreti.
Purtroppo, come detto sopra, devo fare una lunga digressione essendo necessario prendere in esame un argomento che, apparentemente, non ha nulla a che fare con la questione: quello del figlio spirituale di Nostradamus, il suo interprete, l'altro protagonista delle Centurie dopo Enrico II di Francia.