C'è un problema; anzi, i problemi sono più di uno e sono stratosferici:
- Nostradamus deve far capire a Cesare quali sono le parti dell'opera profetica che si riferiscono a lui;
- gli deve far capire cosa si aspetta che egli faccia;
- deve indurlo a scoprire la sua identità;
- deve vincere le sue paure e le sue diffidenze;
- lo deve convincere con argomenti adeguati all'epoca in cui egli vive: argomenti razionali e privi delle superstizioni tipiche dell'epoca di Nostradamus;
- gli deve spiegare, soprattutto, cosa sono le sue "previsioni"; e deve spiegarglielo con qualcosa che Cesare può accettare, piuttosto che con la già descritta barzelletta del "pediluvio".
Insomma, le Centurie non nascondono soltanto un messaggio per Enrico II, ma contengono anche un continuo "dialogo" con Cesare. Nostradamus fa delle affermazioni, immagina le osservazioni che ne conseguono, risponde a quelle osservazioni.
Il tutto senza che nessuno se ne accorga. Non è difficile; ogni passo è mascherato, fuorché il bandolo della matassa, che nessuno coglie perché si tratta del famoso sasso in mezzo ad altri sassi.
Ma facciamo un passo alla volta… fin dove si può.
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