Ho già ricordato che l’epistola a Enrico II è un vero e
proprio manuale per la lettura delle Centurie. Di fatto, è un testo
steganografico che contiene molte indicazioni occultate da un lungo discorso
contorto, che sembra dire tutt’altra cosa. La steganografia è enormemente più
insidiosa delle crittografia, perché un messaggio crittografato appare subito
come tale; un messaggio steganografato (“steganografato”, non “stenografato”) è
invece un messaggio la cui stessa esistenza è occultata.
Anche l’epitaffio è un testo steganografico ma, essendo
molto più ridotto dell’epistola, presenta il vantaggio di una più immediata
percezione da parte di chi abbia l’occhio allenato a questo genere di cose.
Probabilmente è per questa ragione, per far capire al suo
interprete che deve cercare il “disegno nascosto” nell’epistola, che
Nostradamus ha predisposto l’epitaffio, una specie di anteprima della stessa
epistola, della quale rispecchia le caratteristiche: essenzialmente, ma non
solo, testo in doppia lingua e uso del doppio carattere.
A conferma di questa ipotesi, l’epitaffio senbra
riprodurre un enigma praticamente identico a un altro presente nell’epistola a
Enrico II. Si tratta del famoso enigma delle “tre Centurie che completano il
migliaio”. Per secoli la gente si è lambiccata il cervello su queste parole,
perché le Centurie sono 10 e non 1000; se, invece, ci si riferisce alle
quartine, esse sono 942 o 1080, rispettivamente con esclusione o con inclusione
dei Presagi. Ci sono studiosi che, sbagliando, arrivano a conclusioni diverse
l’uno dall’altro, ma mai nessuno è riuscito a ricostruire 1000 quartine.
Nel libro “Il vero codice di Nostradamus” ho dimostrato
che quest’enigma, fingendo di parlare delle Centurie, è solo un invito a
prendere in considerazione l’indirizzamento dell’epistola, per collegarlo alla
quarta quartina, quella del Monarca Universale. Qui non ripeto tutta la
dimostrazione; ricordo solo che, in pratica, bisogna guardare alla grafica dell’indirizzamento
delle Centurie “originali”, ediz. Benoist Rigaud, dove la “M” (numero romano
per 1000, peraltro differente dalle altre lettere perché più grande e non in
corsivo) è “completata” dal numero 3, che serve a indicare le lettere a passo 3
dello stesso indirizzamento: “A L’INVICTISSIME”;
cioè IIII, ovvero la quarta quartina. Tale quartina parla del Monarca
Universale, che è lo stesso personaggio, “l’invictissime”, al quale è
indirizzata l’epistola ed al quale sono destinate le Centurie.
Ci sarebbe molto da dire su questo Monarca, visto che,
tanto per cambiare, le cose non stanno come sembrano. Ma a noi, qui e adesso,
interessa solo capire in che modo Nostradamus abbia replicato lo stesso enigma
nell’epitaffio. Ne parliamo la prossima volta; magari, nel frattempo, ci
pensate su anche voi.
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