Neanche il tempo di essere
eletto e Alessandro V muore a Bologna, ospite del Cossa, probabilmente
avvelenato: 10 mesi di pontificato (o antipontificato, fate voi). Un altro
sotterrato dall’eterno Benedetto XIII. Siamo nel 1410. Si riunisce subito un
conclave a Bologna che elegge papa proprio quel Baldassarre Cossa che tanto
aveva brigato per il soglio pontificio.
Non è neanche prete, ma questo
non è un problema: viene ordinato prete all’alba, consacrato vescovo subito
dopo e, sempre in mattinata, proclamato papa col nome di Giovanni XXIII.
Un gran seduttore, a quel che
si dice: a quanto pare, aveva sedotto duecento fra ragazze, spose, vedove e
suore. Né intendeva abbandonare questa piacevole attività; anzi, ora che aveva
indossato la tiara, intendeva incrementarla: a 40 anni, era nel pieno del suo
vigore fisico.
E’ proprio quel Giovanni XXIII
che Angelo Roncalli ha definitivamente cancellato dalla lista papale,
assumendone nuovamente il nome.
Astuto come una volpe e ardito
come un pirata, Baldassarre Cossa approfitta dell’assenza di Gregorio XII,
rifugiato a Rimini; con una banda di avventurieri di ogni tipo marcia su San
Pietro. Roma è sua e lui è il papa.
In realtà, non cambia nulla: i
papi sono sempre tre (Benedetto XIII, Gregorio XII e Giovanni XXIII). Uno vero
e due falsi o tutti e tre falsi? E chi lo sa! L’unica cosa certa è che almeno
due di loro (Benedetto XIII e Giovanni XXIII) sono dei bei gaglioffi da forca!
Questo non c’entra nulla con la legittimità della loro investitura, ma è
probabile che abbia esercitato un peso nelle decisioni della storia, che ha
scelto per papa Gregorio XII, relegando gli altri due al ruolo di antipapi.
A questo punto, l’artista che
ha disegnato i “vaticinia di Nostradamus” inserisce l’immagine del monaco con
la falce (n. 24), facendola correttamente seguire a quella delle tre colonne.
Tuttavia, per spiegarla, dobbiamo aspettare la conclusione delle vicende di
Baldassarre Cossa.
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