Tutti abbiamo sentito parlare del segreto di Fatima.
Si tratta di un messaggio affidato a tre pastorelli dalla Vergine Maria che a
Cova da Iria, vicino Fatima (Portogallo), ha fatto una serie di apparizioni a
partire dal 13 maggio 1917.
Agli amanti delle coincidenze ricordo che i colpi di
arma da fuoco contro Giovanni Paolo II furono esplosi un 13 maggio (1981) alle
ore 17.17. Questa circostanza, come vedremo, colpì profondamente il Pontefice.
Due dei tre pastorelli, Giacinta e Francisco, sono
morti giovanissimi. La terza, Lucia de Jesus Rosa dos Santos, si è chiusa in
convento ove è rimasta fino alla morte, sopravvenuta il 13 febbraio 2005
(ancora un 13). Nel 1941 la suora, su richiesta del Vescovo Josè Alves
Correia de Silva, mise per iscritto una sintesi delle apparizioni. Lucia ha spiegato che la Vergine aveva rivelato un segreto diviso in tre parti: la prima
parte riguardava la visione dell’inferno; la seconda prevedeva una guerra
peggiore di quella in corso all’epoca delle apparizioni (prima guerra mondiale);
la terza, infine, non poteva essere rese pubblica.
Fu solo nel 1944 che Suor Lucia
acconsentì a mettere per iscritto il terzo segreto che affidò, in busta chiusa,
al Vescovo di Leira perché lo consegnasse a Pio XII con la condizione, su
espresso ordine della Madonna, di non divulgarlo prima del 1960. Per qualche
motivo tuttora ignoto, tutti i Pontefici in carica dopo il 1960 hanno interpretato in senso restrittivo le indicazioni della Vergine e la busta con il segreto è rimasta custodita in qualche inviolabile cassaforte degli archivi Vaticani.
Dopo aver subito l’attentato, mentre era
ancora ricoverato al Policlinico Gemelli, Giovanni Paolo II si fece portare la
busta. E’ da presumere che egli avesse già letto il segreto e volesse
rileggerlo con maggiore attenzione. Particolarmente colpito dalla ricorrenza di
calendario e dall’orario, ha visto un nesso strettissimo tra il contenuto della
rivelazione e la sua vicenda personale, al punto da ritenere che sia stata la
mano materna di Maria, alla quale era devotissimo, a deviare la pallottola
dagli organi vitali, salvandogli la vita.
Talmente convinto di questo intervento
sovrannaturale, dopo un anno dall’attentato si recò a Fatima per offrire un
rosario alla statua della Madonna. Poi, nel 1984, fece incastonare la pallottola
che lo aveva devastato nell’aureola della corona della statua. Infine, nel
2000, fece rivelare il contenuto del terzo segreto di Fatima. Ecco il testo
trascritto da Suor Lucia, che la Chiesa ha riferito all’attentato (fonte: www.vatican.va):
« Dopo le due
parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco
più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando
emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si
spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua
mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con
voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce
immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno
specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto
il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti,
religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una
grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il
Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e
mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per
le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del
monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un
gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e
allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi
e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e
posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un
innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei
Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. »
Si è molto discusso in merito a questa
“rivelazione”, che solo vagamente e con grande sforzo di fantasia può essere
riferita all’attentato subito da Giovanni Paolo II. Si è detto, con scarsa
convinzione, che la rappresentazione è simbolica. Tutto questo, però, non ci
interessa in questa sede dal momento che, per quanto ci riguarda, ad assumere
grande rilevanza è il legame vero o presunto, ma comunque percepito dal
Pontefice, che si instaura ancora una volta tra il sovrannaturale e “l’uomo
delle profezie”.
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