Tecniche di Nostradamus

sabato 30 marzo 2013

L'uomo delle profezie: Fatima


Tutti abbiamo sentito parlare del segreto di Fatima. Si tratta di un messaggio affidato a tre pastorelli dalla Vergine Maria che a Cova da Iria, vicino Fatima (Portogallo), ha fatto una serie di apparizioni a partire dal 13 maggio 1917.

Agli amanti delle coincidenze ricordo che i colpi di arma da fuoco contro Giovanni Paolo II furono esplosi un 13 maggio (1981) alle ore 17.17. Questa circostanza, come vedremo, colpì profondamente il Pontefice.

Due dei tre pastorelli, Giacinta e Francisco, sono morti giovanissimi. La terza, Lucia de Jesus Rosa dos Santos, si è chiusa in convento ove è rimasta fino alla morte, sopravvenuta il 13 febbraio 2005 (ancora un 13). Nel 1941 la suora, su richiesta del Vescovo Josè Alves Correia de Silva, mise per iscritto una sintesi delle apparizioni. Lucia ha spiegato che la Vergine aveva rivelato un segreto diviso in tre parti: la prima parte riguardava la visione dell’inferno; la seconda prevedeva una guerra peggiore di quella in corso all’epoca delle apparizioni (prima guerra mondiale); la terza, infine, non poteva essere rese pubblica.

Fu solo nel 1944 che Suor Lucia acconsentì a mettere per iscritto il terzo segreto che affidò, in busta chiusa, al Vescovo di Leira perché lo consegnasse a Pio XII con la condizione, su espresso ordine della Madonna, di non divulgarlo prima del 1960. Per qualche motivo tuttora ignoto, tutti i Pontefici in carica dopo il 1960 hanno interpretato in senso restrittivo le indicazioni della Vergine e la busta con il segreto è rimasta custodita in qualche inviolabile cassaforte degli archivi Vaticani.

Dopo aver subito l’attentato, mentre era ancora ricoverato al Policlinico Gemelli, Giovanni Paolo II si fece portare la busta. E’ da presumere che egli avesse già letto il segreto e volesse rileggerlo con maggiore attenzione. Particolarmente colpito dalla ricorrenza di calendario e dall’orario, ha visto un nesso strettissimo tra il contenuto della rivelazione e la sua vicenda personale, al punto da ritenere che sia stata la mano materna di Maria, alla quale era devotissimo, a deviare la pallottola dagli organi vitali, salvandogli la vita.

Talmente convinto di questo intervento sovrannaturale, dopo un anno dall’attentato si recò a Fatima per offrire un rosario alla statua della Madonna. Poi, nel 1984, fece incastonare la pallottola che lo aveva devastato nell’aureola della corona della statua. Infine, nel 2000, fece rivelare il contenuto del terzo segreto di Fatima. Ecco il testo trascritto da Suor Lucia, che la Chiesa ha riferito all’attentato (fonte: www.vatican.va):

« Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. »

Si è molto discusso in merito a questa “rivelazione”, che solo vagamente e con grande sforzo di fantasia può essere riferita all’attentato subito da Giovanni Paolo II. Si è detto, con scarsa convinzione, che la rappresentazione è simbolica. Tutto questo, però, non ci interessa in questa sede dal momento che, per quanto ci riguarda, ad assumere grande rilevanza è il legame vero o presunto, ma comunque percepito dal Pontefice, che si instaura ancora una volta tra il sovrannaturale e “l’uomo delle profezie”.


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