Se, tra tutte, fossi costretto a
scegliere una quartina profetica e una di struttura, non avrei dubbi:
sceglierei, rispettivamente, la V,92 e il Presagio di Maggio 1555.
A dire il vero, ho già fatto
questa scelta quando ho scritto il libro “Il vero codice di Nostradamus”. In
quell’occasione, dovendo presentare le mie idee per la prima volta, ho scelto
due quartine che, a mio parere, sono due capolavori, due miniature, due
fotografie a colori.
La quartina V,92, che verte sul
famoso “seggio tenuto 17 anni”, è stata spesso oggetto di disputa tra gli
interpreti, che non riescono a mettere a fuoco il corretto significato e le
sottigliezze dei quattro versi. Credo di avere dimostrato che esiste una sola
lettura capace di spiegare ogni parola di ogni verso.
A sua volta, il Presagio di Maggio
1555, un’apparente accozzaglia di frasi deliranti, è in realtà una vera e
propria “stele di Rosetta” che, in poche parole, spiega i trucchi ai quali
Nostradamus fa ricorso per la codifica dei suoi lavori: inversioni, uso
sapiente dei numeri, importanza della corretta pronuncia.
La stessa quartina V,92 utilizza
finezze numeriche e sottigliezze linguistiche sul tipo di quelle fornite nel
Presagio di Maggio 1555.
Potrei citare numerosissime altre
quartine in grado di competere per concisione, bellezza e nitidezza dei
dettagli, ma quelle due mi sembrano insuperabili. Soprattutto, sono incontestabili
per l’oggettività e la coerenza delle spiegazioni che ho fornito.
Visto che ho già “bruciato” le
carte migliori, per la dimostrazione che mi propongo dovrei scegliere adesso
due quartine diverse che, comunque, reggano anch’esse a qualsiasi confronto.
Voglio sgombrare il campo da
possibili equivoci: menzionando delle quartine “incontestabili”, non sto
implicitamente ammettendo alcun tipo di arbitrarietà nella lettura di quartine
“contestabili”. Semplicemente, molte di esse risultano incomprensibili se non
vengono inserite all’interno di un più ampio contesto; per questa ragione, non possono essere
prospettate isolatamente.
Ciò vale, soprattutto, per le
quartine di struttura. Ognuna di esse è un frammento di codice che assume
significato solo se relazionato con altri pezzetti del mosaico. Salvo qualche
eccezione, è difficile dimostrare che una quartina di struttura, considerata da
sola, non ha carattere profetico. Anzi, proprio la formulazione in stile
profetico (“di natura saranno uguali”) è la causa principale degli
abbagli presi dagli interpreti.
Diverso è il caso delle quartine
profetiche. Gli eventi “narrati” sono indipendenti l’uno dall’altro e questo ne
rende più facile l’isolamento.
Per quanto riguarda le quartine
del primo tipo, voglio riproporre la I,48. Ci si potrebbe scrivere sopra un
intero libro. Perciò, anche se l’abbiamo già esaminata più volte, possiamo
ancora individuare degli aspetti che non abbiamo mai preso in considerazione.
Per le quartine profetiche, invece,
ho pensato alla II,97 con, in omaggio, la collegata V,62. Emergerà uno scenario
straordinario, che ci permetterà di spaziare sull’intero mondo delle profezie,
incrociando le predizioni di veggenti vissuti in epoche e Paesi diversi.
Vedremo che non sarà affatto facile liquidare con pochi accenni colui che io
chiamo “l’uomo delle profezie”: Giovanni Paolo II. Se la quartina V,92 (quella
sul “seggio tenuto 17 anni”) era una fotografia a colori, le quartine II,97 e
V,62, insieme, saranno un film in 3D.
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