Tecniche di Nostradamus

lunedì 11 marzo 2013

La scelta

Se, tra tutte, fossi costretto a scegliere una quartina profetica e una di struttura, non avrei dubbi: sceglierei, rispettivamente, la V,92 e il Presagio di Maggio 1555.



A dire il vero, ho già fatto questa scelta quando ho scritto il libro “Il vero codice di Nostradamus”. In quell’occasione, dovendo presentare le mie idee per la prima volta, ho scelto due quartine che, a mio parere, sono due capolavori, due miniature, due fotografie a colori.

La quartina V,92, che verte sul famoso “seggio tenuto 17 anni”, è stata spesso oggetto di disputa tra gli interpreti, che non riescono a mettere a fuoco il corretto significato e le sottigliezze dei quattro versi. Credo di avere dimostrato che esiste una sola lettura capace di spiegare ogni parola di ogni verso.
A sua volta, il Presagio di Maggio 1555, un’apparente accozzaglia di frasi deliranti, è in realtà una vera e propria “stele di Rosetta” che, in poche parole, spiega i trucchi ai quali Nostradamus fa ricorso per la codifica dei suoi lavori: inversioni, uso sapiente dei numeri, importanza della corretta pronuncia.
La stessa quartina V,92 utilizza finezze numeriche e sottigliezze linguistiche sul tipo di quelle fornite nel Presagio di Maggio 1555.

Potrei citare numerosissime altre quartine in grado di competere per concisione, bellezza e nitidezza dei dettagli, ma quelle due mi sembrano insuperabili. Soprattutto, sono incontestabili per l’oggettività e la coerenza delle spiegazioni che ho fornito.

Visto che ho già “bruciato” le carte migliori, per la dimostrazione che mi propongo dovrei scegliere adesso due quartine diverse che, comunque, reggano anch’esse a qualsiasi confronto.
Voglio sgombrare il campo da possibili equivoci: menzionando delle quartine “incontestabili”, non sto implicitamente ammettendo alcun tipo di arbitrarietà nella lettura di quartine “contestabili”. Semplicemente, molte di esse risultano incomprensibili se non vengono inserite all’interno di un più ampio contesto;  per questa ragione, non possono essere prospettate isolatamente.
Ciò vale, soprattutto, per le quartine di struttura. Ognuna di esse è un frammento di codice che assume significato solo se relazionato con altri pezzetti del mosaico. Salvo qualche eccezione, è difficile dimostrare che una quartina di struttura, considerata da sola, non ha carattere profetico. Anzi, proprio la formulazione in stile profetico (“di natura saranno uguali”) è la causa principale degli abbagli presi dagli interpreti.
Diverso è il caso delle quartine profetiche. Gli eventi “narrati” sono indipendenti l’uno dall’altro e questo ne rende più facile l’isolamento.

Per quanto riguarda le quartine del primo tipo, voglio riproporre la I,48. Ci si potrebbe scrivere sopra un intero libro. Perciò, anche se l’abbiamo già esaminata più volte, possiamo ancora individuare degli aspetti che non abbiamo mai preso in considerazione.


Per le quartine profetiche, invece, ho pensato alla II,97 con, in omaggio, la collegata V,62. Emergerà uno scenario straordinario, che ci permetterà di spaziare sull’intero mondo delle profezie, incrociando le predizioni di veggenti vissuti in epoche e Paesi diversi. Vedremo che non sarà affatto facile liquidare con pochi accenni colui che io chiamo “l’uomo delle profezie”: Giovanni Paolo II. Se la quartina V,92 (quella sul “seggio tenuto 17 anni”) era una fotografia a colori, le quartine II,97 e V,62, insieme, saranno un film in 3D.


Nessun commento:

Posta un commento