Sapendo adesso che Marte, Luna, Sole e Saturno sono
le varie edizioni delle Centurie, possiamo concludere lo studio della quartina
I,48 con l’esplorazione della spiegazione alternativa.
Passati vent'anni del regno
della luna
Settemila anni un altro
terrà la sua monarchia:
Quando il sole prenderà i
suoi giorni lasciati
Allora si
compie e termina la mia profezia.
E’ chiaro che in questi versi Nostradamus vuole sottolineare
il ruolo delle due edizioni principali: la Du Rosne del 1557 (regno della Luna,
che completa la precedente edizione parziale Bonhomme) e la successiva
edizione P. Rigaud (Sole) del 1566, che
possiamo considerare edizione princeps.
I vent’anni del regno della Luna (du Rosne) si riferiscono
alla “ventesima quartina” delle Centurie, la I,20. Perché proprio il regno
della Luna e non quello precedente di Marte (Bonhomme)?
Semplicemente per una questione di fluidità e di coerenza
logica: prima del Sole (del quale si parla al terzo verso) viene la Luna.
Ecco dunque la quartina I,20 alla quale fa riferimento la
I,48:
Non mi ci soffermo,
avendola trattata nel libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”. Si
sappia solo che essa fornisce alcune indicazioni strutturali, tra le quali il
numero di 942 quartine che compongono l’opera.
In pratica, al primo
verso della I,48, Nostradamus dice: “studia
la ventesima quartina e capirai che le quartine sono 942”.
Se nella I,48 si parla di
“regno della Luna”, è evidente che siamo in presenza di una
monarchia. E, così, nel secondo verso egli aggiunge: “un altro modo di
prendere in considerazione la monarchia [delle 942 quartine] è
costituito dal numero 7000”.
Come sappiamo, il 7000 è
il numero che si ricava dalle iniziali della 942a quartina, che sarà pubblicata
solo nel 1566, nove anni dopo la Du Rosne, con l’inclusione delle ultime 3
Centurie. “Un altro terrà la monarchia”
(verbo al futuro).
Quando potremo calcolare
questo 7000? Lo dice il terzo verso: “Quando, con la pubblicazione del sole
(ediz. P. Rigaud), verrà recuperato ciò che prima è stato lasciato fuori” [quando il sole prenderà i suoi giorni lasciati].
(Quarto verso)
Allora, cioè alla 942a quartina (o 7000), si conclude l’opera profetica.
Riepilogando quanto detto negli ultimi post:
La prima chiave fornisce l’estensione delle Centurie,
dall’epistola a Cesare alla quartina X,100.
La seconda chiave delimita il campo di studio, specificando
le edizioni valide.
La terza chiave, della quale abbiamo appena visto un
frammento, spiega la struttura delle
quartine delle Centurie, il cui numero esatto è 942, corrispondente al numero
7000 della prima chiave.
Come si vede, esiste uno schema preciso e dettagliato sul
quale è stato costruito tutto il lavoro di Nostradamus. Questa è la ragione,
anche intuitiva, per la quale non si possono trarre conclusioni interpretative
da quartine estratte a caso.
Ma la vera scoperta, in quello che abbiamo appena studiato,
è la duplice valenza che Nostradamus assegna spesso ai suoi scritti. Nel caso
specifico, con gli stessi elementi, abbiamo percorso sia il sentiero dei cicli
astrologici di Roussat (Marte-luna-sole-Saturno) che quello dell’assegnazione, a ciascuna edizione, di un corpo
celeste. Davvero notevole!
Dal prossimo post esamineremo le due quartine profetiche
indicate nell’articolo “La scelta”.
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