Tecniche di Nostradamus

lunedì 25 marzo 2013

Sangue in Vaticano


Nel post “La scelta”, ho promesso l’analisi di una quartina di struttura e di due quartine profetiche: la prima è la I,48 della quale abbiamo appena finita di occuparci; le altre due sono la II,97 e la V,62:

Come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti coloro che hanno finora avuto la pazienza di seguire il mio metodo di esposizione, per capire Nostradamus non è affatto sufficiente leggere qualche verso ed estrapolarne il primo significato che viene in mente. Fatta salva la struttura di codifica, ogni parola e ogni dettaglio sono scelti dal veggente con grande attenzione; nulla è casuale e quasi sempre esiste un retroscena dal quale non si può prescindere.
Questo, in realtà, è il vero problema con il quale è difficile confrontarsi e che tutti ignorano regolarmente: la contestualizzazione (soprattutto per le quartine di struttura) e la documentazione storica (per le quartine profetiche). Non è possibile, ad esempio, spiegare il secondo verso della seconda quartina (“Sol Orient, Saturne Occidental”) se non si estende lo sguardo oltre Nostradamus; stessa cosa per l’aggettivo “Tridental” dell’ultimo verso della medesima quartina e per l’intero quarto verso della prima, “Toy & les tiens quand fleurira la rose”.
Questa è la ragione per la quale, come già avvenuto in altre occasioni, dovrò diluire su diversi post la spiegazione completa delle due quartine.

Entrambe si riferiscono all’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981. Proveremo a vedere in quale maniera straordinaria anche il più piccolo dettaglio concorra a definire quel drammatico avvenimento in una maniera così vivida da poterne paragonare la descrizione a un film in 3D.

Oltre ad essere stato un uomo di grande carisma, chi era Giovanni Paolo II? Quale ruolo ha giocato nella storia della Chiesa Cattolica? La questione è complessa e controversa, e non può essere affrontata senza profonde riflessioni. Forse non verranno mai risolte le contraddizioni che la sua figura ha generato. Una cosa però è certa: non c’è dubbio che quel Papa possa essere considerato “l’uomo delle profezie”. Oltre a Nostradamus, a lui si sono interessati Padre Pio, il “ragno nero”, Malachia, forse i pastorelli di Fatima, la poesia polacca del 1800 e, se è vero che “nomen omen” ha un senso, allora anche la sua stessa identità anagrafica contiene informazioni sul suo destino.

Molte volte, durante la preparazione dello schema di ricostruzione di questo evento, sono stato percorso dai brividi: sia per la storia in sé, che assume un alone speciale che oserei definire “mistico”, e sia per le modalità di rappresentazione da parte di Nostradamus, che tradisce delle emozioni così intense che sembrano vissute da un testimone direttamente coinvolto. Se questo vi sembra esagerato, vi invito ad avere pazienza.

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