Ho già scritto che Giovanni Paolo II può essere
considerato “l’uomo delle profezie” per la quantità di presagi che ne
preannunciano il destino. Lui lo sa benissimo tanto da adottare un motto celato
nel suo nome e da riconoscersi, come vedremo, nella profezia dei pastorelli di
Fatima.
Nel 1962, mentre Karol Wojtyla è a Roma per il
Concilio Vaticano II, gli giunge notizia che una sua amica, Wanda Poltawska, è in fin di vita per un cancro alla gola.
L’allora vescovo Wojtyla scrive una lettera a Padre Pio, chiedendogli di
pregare per Wanda. La lettera viene consegnata al commendatore Angelo Battisti,
amministratore della “Casa sollievo della sofferenza” a San Giovanni Rotondo.
Il Battisti si reca di corsa da Padre Pio, che gli chiede di leggere la
lettera. Ascolta in silenzio e poi dice: “Angiolì, a questo non si può dire di
no”.
Alcuni giorni dopo, il Battisti riceve
una nuova lettera di Karol Wojtyla indirizzata a Padre Pio che, nuovamente, gli
chiede di leggergliela.
Wojtyla lo ringrazia per la sua
preghiera, aggiungendo che la donna è improvvisamente guarita.
Padre Pio ascolta la lettura di Battisti
e poi aggiunge: «Angiolì, conserva queste lettere. Un giorno diverranno
importanti»[1].
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