Cominciamo col descrivere la faccia anteriore dello
stemma degli Stati Uniti, quella più "innocente", se così vogliamo
chiamarla. Vi troviamo delle indicazioni innocue, che hanno l’unico scopo di
far capire, a chiunque sia avvezzo ai linguaggi in codice, che esiste un
messaggio sottostante da estrarre.
Al centro della scena
un'aquila dalla testa bianca con le ali aperte, che porta sul petto uno
scudo che ricorda la bandiera statunitense, con tredici strisce bianche e
rosse. L’aquila stringe nel suo artiglio sinistro tredici frecce, ancora un
tredici, e in quello destro un ramo d’ulivo, verso il quale è rivolto lo sguardo:
significa che, pur privilegiando la pace, gli americani si tengono sempre
pronti alla guerra. Nel becco l’aquila stringe un nastro, nel quale è riportato
il motto latino, di tredici lettere, ‘E pluribus unum’. Sopra la testa
dell’aquila appare un disegno con tredici stelle bianche in campo azzurro,
disposte a forma di stella a sei punte.
Il significato esplicito dell’emblema è piuttosto
evidente. La ricorrenza del numero tredici rammenta il numero delle colonie
originarie degli Stati Uniti. Il motto latino, traducibile con “da molti,
uno" ricorda evidentemente l'unione di più stati, appunto le 13 colonie
originarie, fino a formare un’unica nazione. La stella a sei punte, il sigillo
di Salomone, è uno degli emblemi della Massoneria, i cui ideali si ispirano a
quel personaggio biblico. Lo stesso disegno rappresenta l'intreccio tra il
microcosmo e il macrocosmo, tra ciò che sta in basso (triangolo con vertice
all’ingiù) e ciò che sta in alto (triangolo con vertice all’insù). Quindi,
potrebbe benissimo rappresentare l'unione tra i singoli stati, fino a formare
un megastato.
E’ chiaro che, come ho scritto nell’articolo precedente,
gli stessi concetti si possono applicare ugualmente al programma parallelo di
un governo unico mondiale.
Il tredici diventa allora il
riferimento ai tredici gradi della gerarchi degli illuminati, infiltrati nelle
strutture di tutto il mondo.
La stella a sei punte conserva il
suo riferimento massonico a Salomone, oltre che il riferimento ai diversi stati
mondiali, unificabili in un megastato.
La stessa cosa può valere per il
motto latino “da molti, uno".
Naturalmente, che gli Stati Uniti siano una nazione
mondialista, intenzionata a replicare su scala universale il modello interno,
lo dicono loro stessi e lo dicono i loro comportamenti geopolitici. Mi limito a
ricordare:
- dichiarazione di Warburg del 1950 (cfr. post del 3 marzo);
- analoga dichiarazione di Gorge Bush (padre) davanti al
Congresso l’11/9/1990;
- l’espressione “gendarmi del mondo”, in voga fino all'altro
ieri, e le azioni conseguenti;
- le parole “nuovo ordine mondiale", di matrice americana,
entrate nel linguaggio corrente.
Mi preme sottolineare due caratteristiche del
sigillo, che esprimono le “aspirazioni espansionistiche” degli Stati Uniti:
- il carattere massonico, quindi universalistico per definizione, dello stesso
sigillo;
- la rappresentazione dell’aquila, uccello che simboleggia rapacità,
potenza, identificazione con la divinità suprema, che dall'alto domina su tutto
(cfr. Wikipedia alla voce “aquila”).