Tecniche di Nostradamus

lunedì 17 dicembre 2018

Ultimo atto (per ora)


Eccoci giunti alla fine di questa serie di post. Siamo partiti da lontano e, enigma dopo enigma, siamo arrivati allo scoglio finale: il riordinamento delle quartine. Sapevamo sin dall’inizio che non potevamo aspettarci un risultato completo. Però adesso conosciamo la strada che ha percorso Nostradamus. I suoi enigmi e le relative soluzioni stanno lì a dimostrarlo. A che servirebbe, altrimenti, la chiave “Caesar Nostradamus Chiren”? A che servirebbero le cronologie bibliche? A che servirebbero i tre fratelli? A che servirebbe la tavola di Bourc? Non solo abbiamo risolto questi enigmi, ma li abbiamo anche assemblati in un quadro organico e coerente. Ciò significa averne portato alla luce la funzione.
Per la prima volta dopo quasi mezzo millennio il problema del codice è stato affrontato in profondità. Non so quanto lontana sia ancora la soluzione, ma ho la presunzione di credere che molta strada sia stata compiuta.
Evidentemente questo lavoro non è un punto di arrivo. E’ invece un punto di partenza per altre intelligenze appassionate al tema, purché guidate dalla ferma volontà di svincolarsi dai condizionamenti delle “profezie”.
Come più volte sostenuto man mano che scrivevo, è non solo opportuno, ma necessario prescindere dai contenuti, resi incomprensibili dal messaggio in codice. Inutile specularci sopra sapendo benissimo che non esistono controprove. Depistare, ingannare, sviare è proprio l’obiettivo del codice; cosa che peraltro è l’obiettivo di qualsiasi codice. Per 450 anni la gente ci è cascata dentro mani e piedi, credendo in ciò che leggeva.

Mi pare di aver scritto di recente che mi sento come uno che guida contromano in autostrada. Non è esatto! Credo di aver dimostrato che a guidare contromano siano gli altri. Non è arroganza. Testimoniare la realtà dei fatti, dopo che la si è scoperta, non è mai arroganza. Sarei ingiustificabile, invece, se dopo aver scoperto il codice continuassi come se niente fosse.
Per questo motivo, per non perpetuare gli errori del passato, miei ed altrui, ho offerto un punto di vista che nulla ha a che vedere con le interpretazioni soggettive. Ho tentato di risolvere gli enigmi di Nostradamus come si risolvono i problemi enigmistici: in maniera logica, obiettiva, per molti aspetti obbligata. Così come la soluzione di un cruciverba o di un rebus non lascia margini alle ambiguità o approssimazioni, la stessa sicurezza deve caratterizzare la traduzione in chiaro del messaggio di Nostradamus.
I casi dubbi o totalmente oscuri mi hanno posto dinnanzi all’alternativa di prospettare delle ipotesi o di tacere del tutto. Quando possibile, ho scelto la prima via. In quei casi, l’intenzione non è stata quella di far prevalere una scelta anziché un’altra. Piuttosto, è stato il desiderio di prospettare un metodo, delle possibili vie di uscita crittografiche, benché da esplorare, a chiunque voglia cimentarsi personalmente.

Solo ed esclusivamente come ipotesi di lavoro vanno dunque considerati tutti i miei tentativi di dare un senso agli enigmi individuati ma non risolti. Ancor meglio, vanno letti come uno sforzo di mettere in luce un problema, spesso insospettato, affinché altri giungano a quelle soluzioni che a me sono sfuggite.
La fine di questo round di articoli non è la fine dei miei sforzi. Se avete qualcosa da dirmi (idee, perplessità, obiezioni, critiche), scrivetemi pure in qualsiasi momento. Vi chiedo solo di farlo sul blog per rendere partecipi tutti coloro che sono interessati. Ricordate che il mio interesse è proprio quello di divulgare il più possibile opinioni ed informazioni, non di tenerle riservate. Solo così posso sperare di diffondere quella “cultura” del codice Nostradamus che finora è stata snobbata; forse perché difficile, forse perché deludente.
Vi do appuntamento, se lo volete, a dopo la pubblicazione del prossimo libro. Ci vorrà qualche mese ancora (due o tre, penso). Oltre a riepilogare quanto scritto qui, aggiungerò dell’altro che finora non ho trattato per ragioni di scioltezza espositiva e, qualche volta, per temporanea riservatezza.

Un saluto a  tutti ed uno speciale ringraziamento a coloro che mi hanno onorato della loro interlocuzione. Dai loro interventi ho sempre tratto qualcosa.



venerdì 14 dicembre 2018

Chiave e tabella

Abbiamo una chiave composta da 942 lettere + altre 138. Queste lettere compongono le 23 frasi latine e le 2 Legis cantio. Abbiamo il problema dell’ordinamento delle frasi e dell’esatta collocazione delle L.C. Non possiamo che procedere per “tentativi ragionati”; se ci lasciamo fermare dagli ostacoli, non abbiamo alcuna speranza di riuscire. Come si dice: “se giochi non è detto che vinci; se non giochi, non vinci di sicuro”.
Dobbiamo procedere, un po’ alla cieca e un po’ sulla base di quello che sappiamo, sperando di cogliere da qualche parte almeno un segmento di codice buono, riconoscibile da una successione coerente di quartine, che ci illumini ulteriormente.
Come ho scritto la volta scorsa, sono tentativi che vanno provati e riprovati al proprio PC, in solitudine. Di seguito propongo quello che, anche se non rappresenta la soluzione, per lo meno è un “metodo” a mio parere accettabile e coerente con gli indizi disponibili.
Come premessa, va considerata la funzione della tabella. Il suo utilizzo presuppone una lettura incrociata, orizzontale e verticale. Se così non fosse, non ci sarebbe alcun bisogno della tabella. Un’altra condizione, che non posso dimostrare ma che ho motivo di ritenere valida, è la scrittura bustrofedica della chiave. Nel mio esempio, per non complicare troppo le cose, lascio le frasi latine nell’ordine in cui stanno; metto la prima L.C. al 13° posto e l’altra L.C. alla fine.

Similmente a quanto visto per la chiave sulle frasi, si comincia con la “A”, poi con la “D”, poi con la “C”, secondo l’ordine di apparizione delle lettere nella chiave. Leggendo le colonne, Nostradamus ha messo nelle Centurie prima la quartina 1, poi la quartina 109 e così via fino ad esaurimento delle “A”. Poi è passato alle “D”. Io non posso proseguire perché, per motivi di spazio, ho dovuto tagliare la tabella. Inoltre, dovrei fare uno sforzo immane per ricostruire una successione che serve solo come esempio.



Adesso, spiegare il seguito è piuttosto complicato. Comunque, il ragionamento è praticamente uguale a quello visto per la chiave sulle frasi. Bisogna fare il percorso inverso. Parto da un raggruppamento di lettere (93 lettere A – 22 lettere D – 38 lettere C etc.). Scrivo la chiave in tabella. Poi, leggendo in verticale, alla prima “A”, assegno l’attuale quartina 1; alla seconda “A” assegno l’attuale quartina 2 e così via. Esaurite le “A” passo alla “D”; poi passo alla “C”; etc.
Questo, ripeto, è solo un esempio. Tuttavia, il metodo dovrebbe essere abbastanza attendibile. Si tratta solo di provare e riprovare in varie maniere, cercando il classico ago nel pagliaio. Molta pazienza e molta fortuna sono gli ingredienti necessari.


lunedì 10 dicembre 2018

Completamento della chiave

La questione del codice ha l’effetto di oscurare completamente il tema principale delle cosiddette "profezie". Questa è forse la ragione principale, se non l’unica, che ha finora ostacolato la ricerca di una soluzione definitiva da parte degli studiosi. Viene meno il fascino della profezia e, al suo posto, subentra un lavoro difficile, oscuro, faticoso che dà la quasi totale garanzia dell’insuccesso. Perché mai si dovrebbe perseverare in questa avventura invece di dare priorità all’estro personale, all’immaginazione, alla possibilità offerta a tutti indistintamente di cimentarsi nell’impresa di svelare cosa ci riserva il futuro? 

La mia posizione, assolutamente determinata e convinta, è che per capire Nostradamus bisogna sciogliere il codice. Cercare di capire dalle singole quartine il contenuto di ciò che ha scritto è come cercare di immaginare il risultato finale di un mosaico osservandone i singoli frammenti. Per questo motivo, personalmente ritengo che la ricerca del codice non sia surrogabile con dei caotici tentativi di dare spiegazioni estemporanee ai versi delle centurie. Ben 450 anni di fantasiose opinioni perennemente discordanti dovrebbero aver insegnato qualcosa.
In questa recente serie di articoli ho scritto per la prima volta in maniera organica tutto quello che so su questo codice. Si possono discutere le mie deduzioni e se ne possono proporre di nuove; ma la sua esistenza è innegabile, a meno di non mettere la testa sotto la sabbia. Negare l’evidenza non risolve il problema. Per semplicità o per riservatezza ho trascurato alcuni aspetti secondari di dettaglio che, sostanzialmente, non farebbero che confermare gli aspetti affrontati. Siamo ora giunti al punto in cui le complicazioni stanno aumentando esponenzialmente, risultando difficilmente trattabili in un blog. Ho avuto dai vostri interventi alcuni spunti interessanti e vi ringrazio. L’atto stesso di ricomporre le idee per poterle esporre in maniera ordinata mi ha fornito ulteriori spunti. Adesso è giunto il momento di chiudere, almeno fino a quando non saranno emersi elementi nuovi. Nel prossimo futuro non posso far altro che proseguire da solo, per esplorare altre vie. Intanto ho messo mano ad un nuovo progetto editoriale per  completare le informazioni già divulgate con quegli elementi di dettaglio che qui sono mancati. Sarà, naturalmente, un lavoro incentrato esclusivamente sul codice. Quindi, un lavoro arido e pesante, apprezzabile (forse) solo dagli amatori. Fin quando tutto non mi sarà chiaro, ammesso che un giorno ci riesca, non intendo uscire dal recinto che mi sono costruito attorno.

Prima di chiudere, però, dobbiamo ultimare la questione delle frasi latine. Sappiamo che dalla loro unione scaturisce la chiave di ordinamento. Ma la questione non è così semplice. Intanto abbiamo visto che un’incognita è costituita dal corretto ordine di queste frasi. A questo riguardo abbiamo fatto un’ipotesi. Supponiamo pure che sia corretta. Purtroppo, non basta. Alcune frasi non mantengono il loro ordine di lettura da sinistra verso destra, ma vanno invertite, cosa che deve pure avvenire per la Legis cantio (per quest’ultima lo sapevamo già).
La Legis cantio, a sua volta, presenta pure il problema della collocazione; come chiave intendo, in quanto come quartina sono propenso a metterla in cima a tutto. Se è abbastanza scontato che quella da 138 caratteri vada posta in coda alla chiave, non è per niente pacifico che la Legis cantio a 137 caratteri vada collocata in una posizione anziché un’altra. La logica può aiutare ed alcuni indizi pure. Tuttavia, come per tutto il resto, deve esserci da qualche parte un’indicazione ben precisa che sciolga il dilemma.
La mia idea, tutta da verificare, è che vada inserita tra le due parole “Huy Huy”. Tuttavia, per quanto detto sopra, credo non valga la pena insistere con delle ipotesi forse errate e comunque non dimostrabili.
La prossima volta procederemo con un esempio di inserimento della chiave in tabella e, quindi, passeremo alle considerazioni conclusive.

giovedì 6 dicembre 2018

Ripristino


Ci troviamo alle prese con una successione di frasi disposte secondo un ordine diverso da quello originario, che dobbiamo ripristinare.
Sappiamo che la chiave è “CAESAR NOSTRADAMUS CHIREN”. Sappiamo che Nostradamus ha rimescolato le lettere e le frasi ad esse collegate. Non conosciamo il metodo usato. Stiamo solo seguendo la pista del raggruppamento delle lettere per tipo, partendo dalla prima. Abbiamo ottenuto, sulla base di questa ipotesi, la successione “CCAAAAEESSSRRRNNOTDMUHI”. Ventitrè lettere per ventitrè frasi. Dal nostro punto di vista di decodificatori, perfettamente speculare rispetto a quello del codificatore Nostradamus, abbiamo una successione di frasi che possiamo numerare progressivamente da 1 a 23, come da seguente schema:

Non dobbiamo far altro che ricostruire la chiave “CAESAR NOSTRADAMUS CHIREN”, utilizzando nell’ordine le lettere dello schema e trascinandoci dietro i numeri corrispondenti.

Alla prima “C” corrisponde la prima frase.
Alla prima “A” corrisponde la terza frase.
Alla prima “E” corrisponde la settima frase.
Alla prima “S” corrisponde la nona frase.
E così via.

Se l’ipotesi fosse corretta la successione (lasciando temporaneamente fuori le L.C.) dovrebbe essere:

Ad Caesarem Nostradamum filium

Abscondisti haec à sapientibus & prudentibus id est potentibus & regibus & enucleasti ea exiguis & tenuibus

Possum non errare falli decipi

Etc. etc.

Naturalmente potevamo arrivarci per via empirica partendo dal post precedente. Tuttavia, è importante capire il procedimento, perché dovremo replicarlo con le quartine; e lì la situazione è molto più complessa.
Ammesso che abbiamo scelto il procedimento giusto, sono finiti i problemi con le frasi?
Neanche per sogno!



domenica 2 dicembre 2018

Frasi e chiavi

Sappiamo che la chiave di ordinamento delle quartine è fornita dall’unione di 23 frasi latine e delle due “Legis cantio”. Allo stesso modo delle quartine, anche le 23 frasi hanno subito uno sconvolgimento d’ordine con l’utilizzo della chiave “CAESAR NOSTRADAMUS CHIREN”. Bisogna conseguentemente ripristinarne l’ordine originario, condizione indispensabile perché possa essere ricostruita la corretta chiave finale  da 942+138. Ogni diverso approccio non ha alcuna possibilità di riuscita. Possiamo nutrire qualche speranza solo se creiamo dei validi presupposti.
Proviamo a rifletterci sopra, senza alcuna pretesa di trovare la soluzione al primo colpo. Una cosa è essenziale da capire: noi siamo degli “hacker”, dei decrittatori. Dobbiamo calarci nei panni di chi ha crittografato, ragionando come ha ragionato lui; dobbiamo vedere le cose dal suo punto di vista, non dal nostro. In altre parole, dobbiamo tenere ben presente che noi dobbiamo fare un processo inverso, risalendo dal disordine all’ordine. Non abbiamo di fronte le frasi ordinate, come Nostradamus, ma quelle rimescolate. Nostradamus ha scelto un criterio per l’utilizzo della chiave e quello ha seguito. Noi, nel procedere all’indietro, dobbiamo andare per tentativi scegliendo tra molti percorsi possibili.
Nostradamus aveva a disposizione 23 frasi, numerate progressivamente da 1 a 23. A quelle, ed in quell’ordine, ha applicato la chiave. Alla prima ha assegnato la lettera “C”, alla seconda la “A”, alla terza la “E”, poi la “S” e così via.  Dopodiché ha rimescolato le lettere secondo qualche criterio, sconvolgendo insieme ad esse le frasi collegate.
Presumibilmente non è che abbia avuto molta scelta. O meglio, in teoria ne ha avute infinite; tuttavia, come noi dobbiamo metterci nei suoi panni, anche lui si è dovuto calare nei panni del decrittatore per non rischiare di fare un lavoro inutile. Lanciandogli la sua sfida, doveva certamente rendergli il compito difficile, ma non impossibile. Di fatto, deve aver pensato che fosse necessario restringere il ventaglio alle sole quattro opzioni praticabili per il decrittatore: seguire l’ordine di apparizione delle lettere nella chiave oppure il naturale ordine alfabetico; procedere da sinistra verso destra o da destra verso sinistra. Quattro combinazioni in tutto. Tutto il resto (partenza da un punto intermedio della chiave, schemi geometrici, schemi a spirale, etc.) sarebbe stato troppo fantasioso. In linea di principio, queste alternative non sarebbero state inusuali. Ma qui non abbiamo una sola chiave. Abbiamo chiavi su chiavi. Ogni singola variante fa aumentare le difficoltà in modo esponenziale. E questo Nostradamus lo sapeva benissimo.

Analizziamo solo la successione secondo l’ordine di apparizione, da sinistra verso destra. Le altre tre opzioni seguono un criterio analogo. Nello schema che segue, ad ogni lettera della chiave è assegnato il numero d’ordine di ogni frase secondo la successione originaria.

Raggruppando le lettere seguendo l’ordine di apparizione nella chiave, è stata ottenuta una successione diversa:


Ammesso che questo sia il criterio adottato, attualmente al primo posto si trova la prima frase dell’ordine originale, al secondo la diciottesima, al terzo la seconda, e così via. Se la tesi è corretta, questo è l’ordine di apparizione delle frasi come appaiono nelle epistole. Un ordine diverso da quello originale. Quella che noi crediamo essere la seconda frase, in realtà è la diciottesima; quella che crediamo la terza, in effetti è la seconda, etc.
La prossima volta vedremo come si fa a tornare allo stato corretto, anche se nel frattempo lo avrete già fatto da soli.

A favore di questa opzione depone il fatto che al primo posto resta la prima frase dell’ordine originario. E’ una traccia da non sottovalutare. Le altre tre opzioni cancellerebbero quest’unica traccia, creando un ostacolo insuperabile per il decrittatore. Lunghi anni di studio mi hanno insegnato che Nostradamus non lascia mai solo il suo “interlocutore”. Come ho detto prima, lo sfida sul piano della logica e, proprio per questo, non può non lasciargli ogni volta una pista da seguire.