Tecniche di Nostradamus

sabato 22 aprile 2017

Fatima - Anatomia di una mistificazione

Il prossimo 13 maggio ricorre il centenario delle apparizioni di Fatima. In questi giorni vengono pubblicate valanghe di libri inneggianti alle meraviglie di quanto è successo ai pastorelli. Gli autori si copiano l'uno dall'altro, evitando accuratamente la scomoda posizione di guardare ai fatti con spirito critico ed obiettivo. 
Il mio libro va controcorrente, fornendo informazioni (sempre con citazione di documenti e fonti) che gli altri tacciono più o meno deliberatamente, pur di non rompere il giocattolo. Quando si nuota contro il flusso del fiume si viene sempre travolti. Io corro questo rischio nella speranza, almeno, di smuovere qualche coscienza. E, sia chiaro, non per un pregiudiziale principio anticattolico. Anzi, è proprio il contrario, perché ritengo che queste stupidaggini inquinino quella fede cristiana alla quale aderisco con sincerità e senza superstizioni. Per questo, mi ritengo al di sopra di ogni sospetto, avendo dovuto vincere le mie stesse intime resistenze prima di dare sfogo alle mie convinzioni. 
Di seguito una sinossi del libro, disponibile su Amazon sia in versione cartacea che ebook. E' sufficiente linkare sull'immagine di fianco a questo post. 

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Agli inizi del 1900 il Portogallo vive un periodo di grave instabilità politica. Nel 1910, con un colpo di Stato, viene deposto il re Manuel II e viene proclamata la repubblica. Il nuovo governo avvia una forte politica di contrasto alla Chiesa Cattolica: le chiese vengono saccheggiate, i conventi attaccati, i religiosi perseguitati, la celebrazione delle feste popolari soppressa.
In questo difficile clima, reso più  acuto dal divampare della prima guerra mondiale e dalla critica situazione economica, si verificano le apparizioni di Fatima: la Madonna si mostra mensilmente a tre piccoli pastorelli, per sei mesi di seguito, dando origine al più grande fenomeno di devozione mariana della storia. Tali apparizioni vengono largamente strumentalizzate (o forse volutamente progettate) a favore della destra conservatrice di Sidonio Pais, che vince le elezioni politiche del 14 ottobre 1917,  esattamente il giorno successivo a quello dell’ultima  apparizione. Il nuovo governo di Pais abolisce subito le leggi anticlericali e ripristina le buone relazioni con la Chiesa cattolica. Miracolo di Maria, come sostengono gli apologeti di Fatima, o abile sfruttamento dei sentimenti religiosi popolari, per ottenere il consenso che porta la destra alla vittoria? Le conclusioni proposte in questo saggio non lasciano spazio all’autenticità del fenomeno.

Durante le apparizioni, la Madonna comunica dei messaggi di assoluta banalità (invito alla preghiera ed alla penitenza), accompagnandoli con false profezie (promettendo ad esempio che la guerra finirà il 13 ottobre 1917) e con sentimenti di sadico compiacimento per i sacrifici dei piccoli veggenti, che si cingono la vita con una corda fino a sanguinare, bevono acqua dello stagno, si strofinano le ortiche sulla pelle.

Dopo qualche anno, due dei bambini muoiono per l’epidemia di spagnola. Sopravvive solo Lucia che, chiusa dal vescovo locale in un convento, tace per un paio di decenni fino a quando, tra il 1935 ed il 1941, scrive le sue quattro “Memorie”.

In queste sue relazioni, riferisce le profezie che la Madonna, a suo dire, avrebbe pronunciato nel corso delle apparizioni del 1917 ed in manifestazioni successive, e preannuncia l’esistenza di un segreto che, poi, metterà per iscritto nel 1944.
Purtroppo tutte le profezie, nessuna esclusa, si rivelano dei resoconti “post eventum”: morte degli altri due bambini già avvenuta nel 1919 e nel 1920; predizione di una aurora boreale, verificatasi due anni prima rispetto alla divulgazione della “profezia”, scoppio della II guerra mondiale, già in atto al tempo della predizione, e così via.

La Madonna, secondo le parole di Lucia, avrebbe proposto perfino un rimedio per evitare la seconda guerra mondiale (consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato), anche se non si capisce bene come, visto che essa è già in atto quando Lucia rende pubblico il contenuto dei messaggi ricevuti. Non mancano le promesse di benefici minori, in cambio di riti di minore importanza.
Insomma, a leggere le relazioni della suora, sembra di assistere ad una serie di trattative con la Madonna e con Gesù che, assai spesso, non si rendono conto delle umane debolezze, che la povera Lucia è costantemente costretta a mettere in evidenza. Ma sono anche una Madonna ed un Gesù smemorati e volubili, che cambiano costantemente versione sul contenuto delle loro richieste. Per fortuna c’e Lucia, sempre lei, che li riconduce alla ragione!
La costante dominante di tutte le comunicazioni è il tenore fortemente politico, ossessivamente anticomunista, che caratterizza tutti i messaggi. In uno di questi, addirittura, Gesù chiede a Lucia di caldeggiare e propagandare, tramite il vescovo, l’elezione di Antonio de Oliveira Salazar, che poi diverrà dittatore del Portogallo fino al 1968.

Per una singolare coincidenza, Salazar è amico intimo del patriarca del Portogallo, card. Cerejeira, col quale ha condiviso un appartamento durante il periodo degli studi universitari. E’ possibile che sia proprio Cerejeira il burattinaio che si nasconde dietro al rinato attivismo mistico-politico di suor Lucia? Probabilmente sì!
Tra i burattinai va annoverato anche  il vescovo di Gurza che, come la stessa Lucia scrive ingenuamente in una lettera, la rende partecipe dei suoi desideri e delle sue speranze, indicandole anche ciò che deve dire e ciò che deve tacere. Di fatto, la manipola.
Altro burattinaio è sicuramente il vescovo di Fatima, che nel 1930 dichiara precipitosamente degne di fede le apparizioni mariane, sulla base di un’inchiesta definita vergognosa dagli stessi fatimologi. Infatti, essa viene effettuata da una commissione che mai si riunisce e mai indaga. La relazione conclusiva viene stesa esclusivamente dal sacerdote Formigao, coinvolto personalmente nelle apparizioni e destinatario di una profezia da parte della Madonna (distruzione di Lisbona, mai verificatasi, nel corso di una insurrezione comunista). Insomma, se l’inchiesta fosse un processo, potremmo dire che Formigao riveste contemporaneamente il ruolo di imputato, testimone, avvocato difensore, pubblico ministero, giudice e giuria.

Non c’è da stupirsi se, coinvolta suo malgrado in un fenomeno apparizionario palesemente fasullo, la Chiesa di Roma manifesti costante diffidenza nei confronti di suor Lucia e delle sue esternazioni. In particolare, ne prendono le distanze Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI. L’unico pontefice a prenderla in seria considerazione è Giovanni Paolo II, in quanto l’attentato da lui subito avviene il 13 maggio 1981, anniversario della prima apparizione di Fatima. Convinto che la Madonna gli abbia salvato la vita, deviando la pallottola mortale, decide di divulgare il famoso terzo segreto, messo per iscritto da Lucia dopo le memorie e mai reso noto.
Il testo del segreto si rivela insulso ed inconcludente ed il card. Ratzinger (futuro Benedetto XVI), chiamato a redigere un commento teologico, si vede costretto a fare i salti mortali per convalidarne l’autenticità e, contemporaneamente, smentirne di fatto il valore profetico.

Proprio da questo commento bivalente nasce la convinzione di molti che il vero terzo segreto, di natura terrificante, sia rimasto nascosto negli archivi vaticani. A nessuno viene in mente che la Chiesa, dopo aver subito per quasi un secolo i ricatti di suor Lucia e di chi le stava dietro, stia cogliendo adesso l’occasione per chiudere la faccenda come meglio può. Non c’è mai stato e non c’è alcun testo nascosto, diverso da quello pubblicato; semplicemente non si può ammettere che tutta la vicenda sia stata una mistificazione messa in piedi e sostenuta da un gruppo di lestofanti portoghesi per fini politici locali oltre che, come non trascurabile beneficio accessorio, per le cospicue donazioni ricevute ed i lucrosi introiti turistici prodotti dai pellegrinaggi a Fatima.