Tecniche di Nostradamus

sabato 7 marzo 2020

Tre centurie per un migliaio

Continuiamo con la lettura della nostra lettera ad Enrico II di Francia; per la precisione, “Enrico Re di Francia secondo”, con un “secondo” fuori posto, peraltro scritto in lettere anziché in numero romano. Ditemi la verità: cosa pensereste di me se scrivessi “Vittorio Emanuele re d’Italia secondo”?
Tiriamo avanti, per il momento, ed osserviamo le altre stranezze.
Nella stessa prima pagina della lettera, non ancora contento delle ironiche qualifiche già attribuite al re Enrico, Nostradamus lo chiama “primo Monarca dell’Universo” (premier Monarque de l’univers). Buuummmmm! Sempre più esagerato. I conti tornano sempre meno. Ma siamo davvero sicuri che stia parlando di quell’insulso Enrico II di Francia, burattino nelle mani della sua amante Diane de Poitiers? E poi, perché “primo”? Ci sono altri monarchi universali? Mi sembra proprio un ossimoro. O uno è monarca nientemeno che dell’universo oppure non lo è. “Secondo”, “primo”… che ci sta dicendo Nostradamus?
Proseguendo nella lettura sempre dei primi brani, Nostradamus ripete per ben due volte “ay prins mon addresse” (ho preso il mio indirizzo):

-         ho preso il mio indirizzo verso vostra maestà;
-         ho preso il mio indirizzo, non come ai re di Persia (aux roys de Perse).

Che c’entrano adesso i re di Persia? Tradotto in cifre (Gematriah), Perse equivale a 55785; sommando 557 e 85 si ottiene 642, cioè il numero delle quartine dopo le quali sopraggiunge l’epistola. Siamo già abituati a questi giochetti; ne abbiamo già visti tantissimi altri dello stesso genere. Di questo 642, poi, c’è un’epidemia che fa impallidire quella del coronavirus. Vedremo presto un’altra ricorrenza.
Di fatto, Nostradamus ci dice che sta cifrando e ci invita a guardare l’indirizzamento sotto tale ottica. Però sente di dover essere più specifico. Ciò che ha detto finora può essere scambiato per  fumo. E allora aggiunge: “ho dubitato a lungo a chi avrei dedicato queste tre Centurie delle mie profezie che completano il migliaio”. E tutti giù, per 500 anni, a cercare le 58 quartine mancanti, necessarie per completare il migliaio.
Senza voler apparire professorale, vorrei umilmente ricordare che, parlando in italiano, pardon in francese (anche quello rinascimentale) e perfino in cinese, tre centurie completerebbero il migliaio se ne avessimo già 997; al massimo, anche parlando in bantù, potrebbero completare la decina, visto che prima dell’epistola ne sono state già pubblicate solo sette. Altra incongruenza, questa volta subito spiegata.
Guardate nuovamente l’immagine dell’indirizzamento inserita nel post precedente. C’è una bella “M” che spicca sulle altre lettere (la “M” di invictissime): è più grande e non è in corsivo. QUELLA è il migliaio: il mille romano; per chi ci vuol credere e, se ne facciano una ragione, anche per chi non ci vuol credere. Ed è completato da un bel numero 3, che evidentemente non è finito lì per caso. Un 3 che completa una M. Come si fa a non vedere? Com’è possibile che una cosa del genere sia passata inosservata per mezzo millennio?
E allora badiamo alla sostanza, senza lasciarci ingannare. Le 3 (centurie) che completano il migliaio sono costituite da quella composizione. “D’accordo”, mi direte un po’ perplessi e disorientati, giusto per compiacermi sebbene tuttora increduli, “ma a che serve questo giochetto”?
“A che serve”? Come sarebbe “a che serve”? E’ fondamentale. E’ la chiave che apre la porta d’ingresso delle centurie.


7 commenti:

  1. Che dire… e si che i tuoi libri su Nostradamus li ho letti, e vi avevi già fatto notare la parola "Centurie" in questo contesto, ma persino io ci sono cascato, e ho sempre interpretato il "migliaio" in termini di quartine… Personalmente non sono né perplesso né disorientato, piuttosto sono sorpreso dall'evidenza, e non ti voglio compiacere, ma i complimenti te li faccio ugualmente… MV

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  2. Ti ringrazio per i complimenti ed anche per non avermi corretto per l'ennesima volta (avevo scritto di 52 quartine mancanti anziché 58) :-)
    Mi piacerebbe però sapere se anche altri leggono. Mi sentirei più motivato a scrivere qui; farei prima a scambiare delle email con te, con un linguaggio più corrente ed immediato, risparmiandomi la fatica di conferire una buona forma ad un post pubblico.

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  3. Le tue osservazioni sull’edizione di Benoist Rigaud delle centurie del 1568 mi sembrano poco pertinenti in quanto nella frase “Enrico Re di Francia secondo” è palese che vi è un errore tipografico poiché Nostradamus muore nel 1566.
    Ora vado nello specifico:
    (E-III) talmente ho dubitato a lungo a chi vedere consacrare queste tre centurie che restano delle mie Profezie per completare il migliaio ...
    Le Centurie di Nostradamus sono composte da dieci capitoli di cento quartine, tranne la VII centuria che è di 42 quartine. La ragione per cui le ultime 58 quartine della VII centuria non furono pubblicate è perché in questo modo ha voluto celare un indizio: il numero 1242.
    La prima edizione è del 1555 e contiene 642 quartine; nella seconda edizione del 1558 sono state aggiunte tre centurie, cioè trecento quartine e quindi il numero totale diventa 942. Se aggiungiamo il numero 300 (tre centurie), alle quartine che restano delle profezie per completare il migliaio (942+300), otteniamo il numero 1242. In verità, quindi, egli parla delle tre centurie che mancano per ottenere la cifra 1242 che sul suo orologio rappresenta l'anno egiziano, un periodo astrologico temporale che si evince dal suo manoscritto sui geroglifici, corrispondente all'anno del tempo presente.
    (E-VII) perché lo spazio dei tempi, del nostro inizio, di ciò che ci ha preceduto, sono tali; e rimettendomi sotto la correzione del più sano giudizio, che il primo uomo, Adamo, fu davanti a Noè circa 1242 anni ...
    L’indizio da prendere in esame è 1242.
    Egidio Contini

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  4. Secondo me ci sono altre persone appassionate di questo argomento, e che leggono ma non commentano per il fatto che, magari diversamente da me, non hanno approfondito nel tempo la realtà di ciò che si cela dietro le Centurie di Nostradamus. Ed è appunto per questo che l’opera di divulgazione pubblica che stai svolgendo ha ragione di esistere, e di proseguire, in modo di formare e preparare gli interessati alla soluzione dell’enigma. Io credo che queste persone, se stimolate dalla curiosità, si faranno avanti, vincendo quella riservatezza dovuta al fatto di sentirsi estraniati dalla complessità della questione trattata.
    Se vuoi scrivermi email sei sempre il benvenuto, non farti problemi, anche se a volte è difficile pure per me cogliere a fondo i dettagli delle tue scoperte, ma io so che per esperienza è esattamente come dici tu in un altro post: “…Ed è diverso non solo perché tu vivi personalmente quelle certezze, ma soprattutto perché queste sono rese tali da una miriade di aspetti di contorno non facilmente trasmissibili…”
    Per non lasciare nulla di intentato io proseguirò ancora con le mie indagini matematiche, spero di aver tempo di farlo, qui in Lombardia, in prossimità della “zona rossa” si sta fermando tutto, per le strade del mio paese c’è un silenzio d’altri tempi… Purtroppo è la triste realtà, e qualcuno dirà che Nostradamus l’aveva predetto ; )

    Buona domenica
    MV

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  5. Personalmente, avendo a che fare con Nostradamus da 50 anni, non do nulla per “palese”. Non trovo corretta neanche l’idea che quello dell’edizione Benoist Rigaud sia una errore tipografico che riguarderebbe non solo la frase “Enrico re di Francia secondo”, ma anche la “M” con il 3, oltre che tutta l’impostazione. Significa voler negare l’evidenza.
    In mezzo secolo di questa “passione”, ho praticamente letto tutto lo scibile umano su Nostradamus. Quando qualcosa non torna, il rifugio è sistematicamente quello dell’errore tipografico o quello della falsificazione. Avrò letto questo ritornello centinaia di volte. Non trovo valido il sistema di dare sempre la colpa agli altri. L’enigma è troppo preciso, anche nelle sue conseguenze che vedremo, per non essere intenzionale.
    E comunque, già da quando ho aperto questo blog, per tutta una lunga serie di motivi di volta in volta spiegati, ho sempre sostenuto che le tre edizioni (Antoine du Rosne, Pierre Rigaud e Benoist Rigaud) si integrano tra di loro, nel senso che frammenti di chiave sono disseminati in tutte e tre. Obiettare che Nostradamus è morto prima della pubblicazione dell’ultima non mi sorprende non mi trova impreparato. Non sono così sprovveduto da non essermene accorto. Le ragioni le ho sempre spiegate di volta in volta. Per esempio, oltre a questo discorso di M3 e di Enrico “secondo”, è solo integrando le due edizioni Rigaud (del 1566 e 1568) che può essere risolto l’enigma della cronologia astrologica. Senza la 1568 non si va da nessuna parte.
    La logica conseguenza, ed anche questa è una mia vecchia affermazione sempre “argomentata”, è che Nostradamus non sia affatto morto nel 1566, ma sia stato costretto a sparire. Le ragioni sono state spiegate nel mio libro “L’ultima chiave”. Sulla falsità della data di morte troviamo anche il sostegno delle modalità, notarilmente documentate, di stesura del suo testamento. Evidenti discordanze su questa data si trovano anche sulla “presunta” lapide pubblicata nell’edizione Pierre Rigaud. Bisognerebbe andare indietro nel blog per trovare il post in cui ne parlo.
    Resta il fatto che sulle date delle varie edizioni non c’è da fare alcun affidamento, in quanto dovremmo prima risolvere il problema della conciliabilità con la tavola di Leowitz.

    Passiamo al 1242. Mi sfugge il motivo per il quale hai toccato l’argomento. Ai miei fini, in questa fase di lavoro, è irrilevante la motivazione della particolarità della settima centuria e, a dire la verità, considero un po’ spinta l’idea che mancherebbero addirittura tre centurie. Tra l’altro, Nostradamus parla di “QUESTE” tre centurie, cioè quelle unite all’epistola a Enrico II, non di altre. Una cosa è interpretare, altra cosa è estrapolare cose non dette.
    Affermi di aver tratto i riferimenti ai geroglifici egiziani dal “traité d’Horapollon”. Ti sarai certamente accorto che anche quello è un testo codificato, come tutti gli altri, del resto.
    Mi ha fatto piacere rileggerti su questi argomenti. Magari, se vuoi portare qualche argomentazione a sostegno delle tue tesi, in modo che ne possiamo discutere in maniera più specifica, ne sarei lieto.
    Buona domenica.

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  6. Caro Egidio,

    Poco fa mi sono prreoccupato di risponderti nel merito; in verità non avevo fatto granché caso alla tua ricostruzione perché, come detto nella risposta precedente, la ritenevo fuori contesto rispetto all’argomento trattato. Rileggo ora e mi schiaffeggio da solo per la disattenzione.
    Vediamo un po’ di rimettere le cose a posto; altrimenti, rischiamo di fare osservazioni fondate su presupposti sbagliati.

    1) La prima edizione del 1555 non contiene 642 quartine ma 353; è l’edizione Macé Bohomme.
    2) La seconda edizione non è del 1558 ma del 1557. E’ l’edizione Antoine du Rosne.
    3) In tale seconda edizione non sono state aggiunte 3 centurie, ma 289 quartine.
    4) Sempre questa seconda edizione non porta il numero delle quartine a 942, bensì a 642; tali rimaste fino al 1566. Se conosci qualche edizione antecedente al 1566 con 942 quartine, ti prego di segnalarmela.
    4) Poi c’è l’edizione completa Pierre Rigaud del 1566 con 942 quartine e, infine, quella che contesti del 1568, pure di 942 quartine, di Benoist Rigaud.

    Se facciamo ricostruzioni sbagliate, non possiamo avere la visione necessaria per trarre conclusioni attendibili.

    natale

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  7. Sono stato impreciso nel riferire delle edizioni delle Centurie collegate alle quartine ma il concetto che volevo esprimere si può riassumere così. L'epistola ad Enrico secondo è stata inserita dopo le 642 quartine come prefazione delle centurie VIII, IX e X. Le quartine in totale diventano 942. Se si aggiungono altre tre centurie (300 quartine) che mancano per completare il migliaio (942+300) si ottiene la cifra 1242.
    Il numero 1242 è un’ora di elezione; è l'indizio che Nostradamus ha lasciato come riferimento per farci costruire il suo orologio del tempo.
    Egidio

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