Siamo arrivati all’ultima
quartina del gruppo di testa delle centurie: la I, 96
Colui che avrà
l’incarico di distruggere,
Templi e sette,
cambiati per fantasia:
Più alle rocce che ai
viventi nuocerà,
Per linguaggio adorno
per orecchie ricettive.
Il distruttore è un appellativo che ben si addice alla
Bestia, a Satan. Egli sconvolge templi e sette. Nella fantasia, naturalmente,
visto che stiamo giocando. Le due sette, lo sappiamo già, sono i due gruppi di
frasi latine: quello dell’epistola a Cesare e quello dell’epistola a Enrico II.
I templi sono un sinonimo, con un accento posto sulla individualità delle
singole frasi e sul loro carattere grafico. Le lettere latine dell’epistola a
Cesare sono scritte in corsivo, mentre quelle dell’epistola a Enrico II sono
scritte a carattere normale, “dritto”. Per distinguerle, in più occasioni
Nostradamus le chiama rispettivamente “templi decaduti” e “templi raddrizzati”.
Poiché il distruttore è un
personaggio di fantasia, una specie di cartone animato, nessun danno sarà
subito dagli esseri viventi a causa della sua azione malefica. Il danno,
invece, sarà arrecato alla “chiave”, cioè alle frasi latine che ne
costituiscono il fondamento. La sua lingua è ornata (in latino), per chi la
saprà comprendere; non nel suo significato letterale, alla portata di tutti, ma
nella sua funzione. L’ultima parola, “ressasies” mi ha un po’ disorientato.
Ogni autore la traduce a modo suo ed anche il dizionario fornisce delle
traduzioni inadatte al nostro contesto. Io credo che sia un rafforzativo di
“saisir” che, tra i suoi molteplici significati, assume anche quello di
“comprendere”. Ho così optato per “orecchie ricettive”.
Con questo abbiamo terminato
l’elenco delle prime cinque quartine delle Centurie (oltre alla L.c.), nell’esatto ordine in cui
Nostradamus le ha scritte. In cima a tutto, naturalmente, il preambolo
costituito dalla “Legis cantio”. Poi la presentazione, l’origine, il nome e
l’incarico della Bestia.
Queste cinque quartine, lette in
sequenza, danno il senso della narrazione che fluisce. Anche logicamente hanno
un senso compiuto. Infatti, se la sfida che Nostradamus ci lancia, l’obiettivo
del suo gioco, è quello di descrivere il processo di scombussolamento e di
riordinamento delle quartine, questa narrazione metaforica è decisamente perfetta come
scenario introduttivo.
E tuttavia, l’avversario di
Nostradamus che raccoglie la sfida (io, nel caso specifico), deve essere messo
in grado di riconoscere senza equivoci il momento in cui vince la partita. In
un gioco leale, il vincitore non può essere lasciato nell’incertezza. Si vince
o si perde; è l’essenza di ogni gioco. E Nostradamus, che è un giocatore leale,
predispone le cose in modo da dare la sua approvazione. Quel geniaccio ha
saputo fare perfino questo! Ha assegnato una lettera ad ogni quartina in modo
che, dall’unione di queste lettere, venga fuori l’indicazione del soggetto
trattato. Una soluzione sempre sospettata, venuta fuori con delle modalità
insospettate.
Nessun commento:
Posta un commento