Tecniche di Nostradamus

domenica 15 marzo 2020

Il distruttore


Siamo arrivati all’ultima quartina del gruppo di testa delle centurie: la I, 96

Colui che avrà l’incarico di distruggere,
Templi e sette, cambiati per fantasia:
Più alle rocce che ai viventi nuocerà,
Per linguaggio adorno per orecchie ricettive.

Il distruttore è un appellativo che ben si addice alla Bestia, a Satan. Egli sconvolge templi e sette. Nella fantasia, naturalmente, visto che stiamo giocando. Le due sette, lo sappiamo già, sono i due gruppi di frasi latine: quello dell’epistola a Cesare e quello dell’epistola a Enrico II. I templi sono un sinonimo, con un accento posto sulla individualità delle singole frasi e sul loro carattere grafico. Le lettere latine dell’epistola a Cesare sono scritte in corsivo, mentre quelle dell’epistola a Enrico II sono scritte a carattere normale, “dritto”. Per distinguerle, in più occasioni Nostradamus le chiama rispettivamente “templi decaduti” e “templi raddrizzati”.

Poiché il distruttore è un personaggio di fantasia, una specie di cartone animato, nessun danno sarà subito dagli esseri viventi a causa della sua azione malefica. Il danno, invece, sarà arrecato alla “chiave”, cioè alle frasi latine che ne costituiscono il fondamento. La sua lingua è ornata (in latino), per chi la saprà comprendere; non nel suo significato letterale, alla portata di tutti, ma nella sua funzione. L’ultima parola, “ressasies” mi ha un po’ disorientato. Ogni autore la traduce a modo suo ed anche il dizionario fornisce delle traduzioni inadatte al nostro contesto. Io credo che sia un rafforzativo di “saisir” che, tra i suoi molteplici significati, assume anche quello di “comprendere”. Ho così optato per “orecchie ricettive”.

Con questo abbiamo terminato l’elenco delle prime cinque quartine delle Centurie (oltre alla L.c.), nell’esatto ordine in cui Nostradamus le ha scritte. In cima a tutto, naturalmente, il preambolo costituito dalla “Legis cantio”. Poi la presentazione, l’origine, il nome e l’incarico della Bestia.
Queste cinque quartine, lette in sequenza, danno il senso della narrazione che fluisce. Anche logicamente hanno un senso compiuto. Infatti, se la sfida che Nostradamus ci lancia, l’obiettivo del suo gioco, è quello di descrivere il processo di scombussolamento e di riordinamento delle quartine, questa narrazione metaforica è decisamente perfetta come scenario introduttivo.
E tuttavia, l’avversario di Nostradamus che raccoglie la sfida (io, nel caso specifico), deve essere messo in grado di riconoscere senza equivoci il momento in cui vince la partita. In un gioco leale, il vincitore non può essere lasciato nell’incertezza. Si vince o si perde; è l’essenza di ogni gioco. E Nostradamus, che è un giocatore leale, predispone le cose in modo da dare la sua approvazione. Quel geniaccio ha saputo fare perfino questo! Ha assegnato una lettera ad ogni quartina in modo che, dall’unione di queste lettere, venga fuori l’indicazione del soggetto trattato. Una soluzione sempre sospettata, venuta fuori con delle modalità insospettate.





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