Nell’ultimo articolo, ci siamo
interrogati sul motivo per il quale Lucia abbia inserito, nellle memorie del
1941, dei vincoli a proprio danno, come quelli della luce sconosciuta e del
pontificato di Pio XI, che avrebbero dovuto costituire dei riferimenti
temporali invalicabili per lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Spesso, la spiegazione più
semplice è quella valida: ignoranza accompagnata da presunzione! Una miscela
esplosiva! Per quanto riguarda l’aurora boreale, Lucia ha probabilmente tratto
ispirazione dalla credenza popolare che vede nei fenomeni atmosferici
straordinari un presagio di sventura. Ricordo che, come al solito, ha parlato
della luce sconosciuta solo “dopo” che l’aurora boreale si era verificata.
Si pensi quel che si vuole, le
contraddizioni esistono e non si può che prenderne atto. Bisogna semmai
confrontarsi con l’alternativa tra una veggente bugiarda e un messaggio celeste
sbagliato. La scelta è ovviamente scontata: non potendo dubitare della Madre
celeste, dobbiamo dedurre che il segreto è stato totalmente o parzialmente
inventato; personalmente, sono propenso per il “totalmente”. Mi riferisco al
solo segreto, ma è chiaro che questa conclusione getta un’ombra anche su Fatima
I. Come è possibile che la Madonna abbia affidato un messaggio di preghiera e
penitenza a una pastorella che, nel tempo, si sarebbe trasformata in uno strumento d’inganno per i fedeli?
Quello che posso dire è che,
stante il carattere spiccatamente anticomunista del messaggio di Fatima, è
verosimile ritenere che l’iniziale intenzione fosse quella di far ricadere
sulla Russia la responsabilità del secondo conflitto mondiale, collocandone
l’embrione, con la lettera a padre Goncalves del 1940, nella guerra civile
spagnola tra nazionalisti cattolici e repubblicani marxisti. Quando questa tesi
è diventata insostenibile, sia sotto il profilo storico che sotto il peso delle
contraddizioni di Lucia, si è preferito ripiegare sulla soluzione
dell’occupazione dell’Austria che, tra tutte, rispettava almeno il requisito
della collocazione temporale.
Se le cose stanno veramente
così, e molti indizi confluiscono su questa conclusione, si rafforza
ulteriormente la tesi di una regia occulta, di matrice politico-religiosa, che
ha strumentalizzato e influenzato le rivelazioni di Lucia, persona tanto
facilmente suggestionabile quanto difficilmente controllabile, per propagandare
una presunta condanna celeste della Russia comunista, anticristo dei nostri
tempi e feroce avversaria della Chiesa; questa condanna ha trovato nel secondo
segreto la sua più formale espressione.
Pur di contrastare la
diffusione nel mondo dell’ideologia comunista, non si è esitato a chiudere un
occhio, o entrambi gli occhi, di fronte alle dittature di stampo fascista con
le quali non sono mancate le collusioni e le reciproche simpatie. Perfino le
atrocità naziste sono state viste come qualcosa di irrilevante rispetto al
pericolo marxista, tanto da non meritare neanche il più piccolo accenno tra le
minacce che la Madonna di Lucia ha riservato ai destinatari del suo messaggio.
Abbiamo sottolineato più volte
la scarsa credibilità di un’apparizione celeste interessata alle questioni
politiche che, nonostante i loro importanti effetti sulle vicende dei popoli,
sarebbero una novità assoluta nello spirito evangelico. Possiamo invece contare
su 2000 anni di papi e prelati politicamente attivi.
Questo è un motivo in più per
ritenere che, se è solo probabile che Fatima I (fenomeno locale) sia stata progettata, o quanto
meno appoggiata, per favorire la presa del potere da parte della destra
nazionale portoghese, sia invece praticamente certa una Fatima II (fenomeno universale) costruita a
tavolino in chiave anticomunista e antirussa.
Bisogna aggiungere che, al
tempo delle apparizioni, il comunismo non aveva ancora preso il potere in
Russia, che era una nazione profondamente cristiana. Perciò, piuttosto che
credere in entità celesti che lanciano anatemi contro i futuri sconvolgimenti
bolscevichi, direi che si possa accettare tranquillamente la tesi che,
all’epoca di Fatima I, non erano ancora note le esigenze che avrebbero ispirato
Fatima II negli anni successivi; proprio nel drastico mutamento di scenario
sarebbe da ricercare l’abisso metodologico e di contenuti che separa le due
rivelazioni. Il puerile tentativo di unificazione delle due Fatima, fondato
sulla retrodatazione al 1917 del segreto reso noto nel 1941, mostra subito i
suoi limiti a chiunque non voglia cascare nella trappola della
strumentalizzazione politica di un genuino sentimento religioso.
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