Vediamo di affrontare ancora una volta la quartina I,48.
Passati
vent'anni del regno della luna
Settemila
anni un altro terrà la sua monarchia:
Quando il
sole prenderà i suoi giorni lasciati
Allora si
compie e termina la mia profezia.
Non c’è alcun dubbio che, nel loro
complesso, i versi rivestano una intonazione apocalittica ed escatologica.
Nessuna meraviglia, quindi, se centinaia o migliaia o milioni (chissà!) di
“studiosi” l’abbiano interpretata in tal senso.
I settemila anni sono troppo
specifici per non evocare i sei giorni della creazione e la conclusione del
settimo giorno di riposo divino; il sole che prende i suoi giorni può essere
facilmente associato alla conclusione della vitalità solare; il compimento
della profezia, all’ultimo verso, è la ciliegina sulla torta dal momento che,
essendo Nostradamus un profeta apocalittico (così dicono!), la fine della sua
profezia coincide con la fine del mondo. Non c’è limite alla fantasia!
Non si creda che a pensarla così
siano solo dei dilettanti. Il fior fiore degli interpreti è d’accordo! Non
esageriamo… il fior fiore… magari qualche fiorellino c’è; per esempio… ehm… al
momento non mi sovviene…
Non è certamente un fiorellino E.
Ruir con i suoi deliri sull’epoca adamitica, gli atlantidei e gli 8
anticristi. L’ho citato per dovere di cronaca; se volete ve lo andate a leggere[1];
io davvero non ce la faccio a ritrascriverlo qui! Le mie mani si rifiutano!
De Fontbrune[2] sostiene
che Nostradamus abbia voluto far coincidere la durata della sua profezia con
quella della Monarchia francese, la quale si sarebbe estesa fino alla
prossimità del settimo millennio, cioè, dice lui, prima del 2000 della nostra
era. Forse qualcuno avrebbe dovuto dire a costui che l’ultimo re di Francia era
già morto sotto la lama della ghigliottina nel 1789, qualche “giorno” prima
dell’anno di pubblicazione del suo libro (1958).
Di Piantanida[3]
preferisco riportare le esatte parole; semplicemente incommentabli!
Trascorsi venti anni santi o
giubilari, che si celebrano appunto alla fine di ogni secolo, vale a dire dopo
venti secoli dalla fondazione della Chiesa (del regno della Luna se confrontata
con il Sole del Cristo, che l’illumina di luce riflessa), il Veggente precisa
ancora il riferimento cronologico secondo il computo ebraico, cioè nell’anno
7000 della cacciata dei nostri progenitori dal Paradiso Terrestre, un altro
terrà la Monarchia. Alla sua venuta i Cherubini impugneranno, inclinandolo,
l’asse del globo, tanto che sembrerà oscillare l’intera volta del firmamento.
Il Sole cesserà d’illuminare la Terra, scomparendo ini un cielo che si
ripiegherà su se stesso come un libro nel chiudersi. Allora – constata
Nostradamus – la mia profezia sarà consumata e compiuta.
Non posso farla tanto lunga.
Perciò termino con Sampietro[4].
Secondo lui, “il regno della Luna …omissis… finirà presto dopo aver avuto il
dominio per 7020 anni e il Sole tornerà a illuminare l’umanità, rendendola
consapevole della sua essenza divina, affinché grazie a questa consapevolezza
possa ritornare l’età dell’oro, simboleggiata da Saturno”. Amen!
Non contento, questo autore
aggiunge: “L’interpretazione è del resto in perfetta sintonia con quanto il
veggente scrive nella lettera a Enrico: … e passando ben oltre fino agli
avvenimenti che saranno dopo l’inizio del Millennio 7, profondamente calcolato”.
Riprenderemo l’argomento la
prossima volta per fare un ragionamento serio e porre fine, una volta per tutte, a questa panzana
storica “dell’inizio del settimo
millennio profondamente calcolato”, sulla quale si sono sbizzarriti tutti
gli interpreti apocalittici.
[1] E. M. Ruir: Nostradamus – Les proches et
derniers événements – Medicis 1953
[2] Dr De Fontbrune: Les Propheties de
Maistre Michel Nostradamus – Coueslant à Cahors 1958
[3] Donato
Piantanida: Nostradamus predisse la fine dei tempi – Atanor 1969
[4] L.
Sampietro; Nostradamus – Settimo millennio – Piemme 2001
Nessun commento:
Posta un commento