Definito il contesto storico ed ambientale delle
centurie, possiamo passare all’esame delle chiavi che ne permettono la
decodifica. E’ necessario sapere che, ai tempi di Nostradamus, era in piena
fioritura la passione per la crittografia, cioè l’arte di mascherare i
messaggi. Benché antica, quest’arte aveva ricevuto un nuovo impulso da Leon
Battista Alberti, vissuto nel XV secolo. Non c’era intellettuale che non vi
dedicasse la propria attenzione ed i propri studi. Nostradamus non ha fatto
altro che unificare i due temi che maggiormente impegnavano le menti più
evolute dell’epoca: profezie e crittografia. Da questa intuizione unificatrice
è nato quel capolavoro incompreso che, per la sua complessità, meriterebbe di
affiancare le migliori opere letterarie di ogni tempo.
Nell’affrontare l’argomento, bisogna fare una necessaria
puntualizzazione terminologica. Bisogna distinguere, infatti, tra decifrazione
e decodifica anche se, spesso, i due termini vengono utilizzati indifferentemente.
Io stesso, nel seguito, non mi atterrò pedissequamente all’uso del termine di
volta in volta più appropriato.
La cifratura (e la conseguente decifrazione) si avvale di
un algoritmo rigorosamente definito, che necessita di una chiave e di un
sistema di cifratura. Non sono ammesse opinioni o ambiguità da parte di chi
cifra o di chi decifra. Facciamo un esempio semplicissimo.
Supponiamo che la frase da cifrare sia:
NATALE LANZA STA SCRIVENDO UN POST
Supponiamo anche che la chiave concordata segretamente
tra chi scrive e chi legge sia “CHIREN”; chiave valida sempre, per qualsiasi
messaggio, fino a un eventuale diverso accordo.
Esistono infiniti sistemi di cifratura a chiave. Bisogna
perciò concordare prima quale di essi si voglia adottare. Supponiamo che il
modello prescelto sia quello di scrivere sotto l’alfabeto la chiave CHIREN
seguita dalle regolari lettere dell’alfabeto, saltando quelle già contenute
nella chiave.
ABCDEF GHILMN OPQRST UVZ
CHIREN ABDFGL MOPQST UVZ
Le lettere poste sotto l’alfabeto normale costituiscono
l’alfabeto cifrante. A questo punto, qualsiasi frase può essere cifrata
sostituendo le rispettive lettere normali con quelle dell’alfabeto cifrante. Il
contrario per la decifrazione.
NATALE diventa LCTCFE
LANZA diventa FCLZC
STA diventa STC
E così via.
Poi, per complicare un po’ le cose, si suddivide la frase
in gruppi di quattro lettere ciascuno per dissimulare la lunghezza delle
singole parole.
LCTC FEFC LZCS TC…..etc.
Il mittente manda al destinatario la frase cifrata con
l’uso della chiave “CHIREN”. Il destinatario la decifra con la stessa chiave.
Se qualcuno intercetta il messaggio non ci capisce nulla.
In realtà, il sistema crittografico di questo esempio è
così semplice che, anche senza conoscere la chiave, riuscireste a decifrarlo
dopo aver letto il primo capitolo di un qualsiasi libro sulla crittografia. A
noi però interessa il concetto. Bisogna capire che in un messaggio cifrato non
esiste spazio per l’arbitrarietà. Cifratura e decifratura sono dei
rigorosissimi processi meccanici. Ricordate lo sfortunato criptoanalista
militare di qualche post fa? Dopo essere stato inutilmente torturato dal
nemico, ora verrebbe sicuramente preso a pedate nel sedere se si presentasse al
suo comandante dicendo: “Generale, mi sembra che questo messaggio dica che
bisogna attaccare da Nord, ma potrebbe essere anche da Sud; dipende dalle
regole che applico”.
La codifica invece è completamente diversa dalla
cifratura, in quanto sta su un piano più elastico, fatto più di convenzioni che
di regole. Un tempo, i malavitosi ricorrevano a dei messaggi in codice tramite
inserzioni sui giornali. Si poteva scrivere che “si era alla ricerca di un gatto
nero a macchie bianche” per indicare che si era disponibili a comprare una
partita di droga. La frase avrebbe potuto essere diversa; l’importante è che
contenesse delle parole concordate, idonee a trasmettere l’intenzione
dell’acquirente.
Un altro esempio può essere costituito da un dizionario
prefissato nel quale determinate parole significano tutt’altra cosa. Tre o
quattro parole di questo genere vengono inserite all’interno di un testo
innocuo. Anche in questo caso il testo è variabile, purché il senso generale
rispetti il ruolo delle parole a doppio senso.
Nostradamus fa largo uso di un tale tipo di codice, con
l’utilizzo di un cosiddetto nomenclatore simile a quello inventato da Gabriel
Lavinde alla fine del XIV secolo.
Inutile aggiungere che il mondo della codifica non si
esaurisce con questi due esempi.
Per quanto ne so finora, Nostradamus ricorre esclusivamente
a tecniche di codifica per mascherare il vero significato delle quartine. Si
avvale invece di un complesso di tecniche miste (codici e cifre) per
organizzare la struttura delle centurie, fatto salvo il ricorso ad una ben
precisa tecnica di cifratura (oggi nota come “chiave di Vernam”) per il
criptaggio finale. Vedremo che la “chiave di Vernam” di Nostradamus è composta
da 942 lettere. Questa constatazione consente di affermare categoricamente che
le centurie sono composte da 942 quartine.
Quindi se la chiave è composta dalle lettere in latino, il testo cifrato da cosa è composto?
RispondiEliminaE la criptazione finale a che scopo?
Per spiegarmi meglio.
Con l chiave di Vernam si ottiene comunque un testo non in chiaro che ha bisogno di cose come il cifrato di Cesare, che lei menzionò qualche anno fà,per essere diventare comprensibile?
Anzi il testo in latino ha bisogno di essere riordinato attraverso il cifrato di Cesare per ottenere la chiave di Vernam che applicato al testo in latino "normale" da le lettere che hanno un collegamento biunivoco con le centurie?
Le possibilità mi sembrano indefinite. E qui che lei, diciamo così, e bloccato?
(se posso permettermi di chiedere)
* mi scuso per gli orrori di battitura, cercherò di evitare di utilizzare il telefono per scrivere in futuro
RispondiEliminaLa chiave è composta da 942 lettere in latino per le centurie più 138 per i presagi. Conosco già la chiave, anche se c’è da mettere a punto qualcosa che non mi preoccupa eccessivamente.
EliminaQuelli da me proposti erano solo degli esempi. Nel caso delle centurie, ad ogni lettera corrisponde una quartina.
Caratteristica della chiave di Vernam è che la chiave è lunga esattamente quanto il testo da decifrare. Se la chiave fosse più corta, sarebbe possibile per un bravo crittografo individuare degli schemi ricorrenti che possono aiutare nella decifrazione. Ho studiato per due anni crittografia (proprio allo scopo di capire il metodo di Nostradamus) e le assicuro che una chiave più breve del testo è sempre di grande aiuto. L’uso corretto della chiave di Nostradamus ha lo scopo di portare alla luce il corretto riordinamento delle quartine.
La chiave in questione va inserita in uno schema che, guarda caso, ho trovato nel famigerato “libro di Avignone” del quale parlo nel mio libro “L’ultima chiave”. Quando leggerà ciò che ho da dire, vedrà che converrà sicuramente. In mezzo a tanti misteri ci sono anche cose scontate… dopo che le si scopre.
Quanto detto fin qui rientra nelle mie poche “certezze”. Ma veniamo ai dolori.
Come va inserita la chiave in quello schema?
In senso ordinario riga dopo riga; scrivendo da destra verso sinistra riga dopo riga; invertendo l’intera chiave; a serpente cominciando da sinistra verso destra (bustrofedico); a serpente cominciando da destra verso sinistra; dall’alto verso il basso; dal basso verso l’alto; a serpente sempre verticalmente, cominciando dall’alto o cominciando dal basso; a spezzoni rispettando la composizione del numero 942; etc. etc.
E’ scontato che da qualche parte viene indicata, con un enigma, la soluzione di questo dilemma. Al momento è proprio ciò che mi manca e, come dice lei, rende infinite le possibilità.
Per finire, quando menzionai la chiave di Cesare avevo intuito qualcosa del meccanismo, ma non ero ancora arrivato al punto in cui sono adesso. Non vado neanche a vedere cosa ho scritto allora. E’ probabile (anzi certo) che abbia commesso qualche errore che correggerò nei post che seguiranno.
Non si preoccupi degli errori di battitura. Non stiamo a formalizzarci. Non voglio certo “giocarmi” l’unico interlocutore che dimostra interesse per ciò che scrivo :-)
Ma se è cosi allora è molto vicino alla soluzione dell'ordinamento delle quartine, anche se probabilmente faccio anche troppo presto a dire.
EliminaCredo che abbia letto più e più volte tutte le quartine alla ricerca di questa benedetta quartina, evidentemente è davvero difficile da trovare...
Mi ricordo che scrisse che l'epistole erano una sorta di manuali, anche li di menzioni a questo problema non c'è nulla?
Una domanda, una volta riordinate soltanto le ultime tre centurie saranno quelle dedicate a Enrico?
Immagina che per queste varranno le stesse tecniche utilizzate nelle sue altre decodifiche o presagisce la presenza di qualche altro stratagemma?
Probabilmente la mancanza momentanea di altri interlocutori è dovuta alla "maledizione" fatta da Nostradamus a Chiren...
Sono sicuro comunque che una volta svelato il mistero, di interlocutori ce ne saranno anche troppi
Quello che ho scritto verrà sviluppato nel corso di questa serie di post. Quando trova punti deboli non mi faccia mancare le sue osservazioni. Ogni spunto è per me un’occasione per riflettere.
EliminaNon credo che la soluzione si trovi in un’unica quartina, ma in un complesso di quartine. E’ il classico serpente che si mangia la coda: se non le riordino non afferro il bandolo della matassa; se non ho il bandolo della matassa non so come riordinarle. E’ probabile che un aiuto concreto venga dalle epistole. Ma anche lì il soccorso è frammentato. Per esempio, credo di sapere che bisogna procedere in maniera bustrofedica. Ma questo non è ancora sufficiente. Vedremo tutto in dettaglio.
Ritengo che anche le centurie debbano essere divise in due parti. Questo formerà argomento di uno dei prossimi post. Però capisce bene che questi sono solo pilastri di un’impalcatura. Finché non si giunge alla fine, è difficile mettere meglio a fuoco. La mia attuale opinione è che lo “stile” di decodifica sia simile per tutte le quartine.
L’assenza di interlocutori si può forse spiegare col fatto che la gente, di solito, è attratta dalle “profezie”. Le mie argomentazioni risultano poco interessanti o troppo specialistiche. Secondo me, questo è anche il motivo per il quale il mistero di Nostradamus rimane ancora irrisolto. Molti studiosi, praticamente gli autori di quasi tutti i libri, concordano sull’esistenza di un qualche tipo di codice, ma troppo pochi se ne sono veramente interessati.
Buonasera,
RispondiEliminaLeggo sempre con molta attenzione i suoi articoli sul blog.
Penso effettivamente che la sua metodologia razionale, tecnica ma estremamente professionale possa far fuggire quei fans che in Nostradamus cercano unicamente la facile profezia.
Con questo mio intervento volevo semplicemente incoraggiarla nel continuare a condividere i risultati delle sue ricerche. Gli argomenti che sta sviluppando sono talmente ampli che mi pare lecito lasciarle dapprima spiegare “tutto” e solo poi eventualmente intervenire.
Complimenti per l’enorme lavoro compiuto sino ad oggi
YMan
Grazie per gli apprezzamenti. Giusto lasciar spiegare; tuttavia, se c'è bisogno di ulteriori precisazioni nel corso dell'esposizione o se si pensa di contribuire con proprie idee, io sono sempre disponibile. Sono alla ricerca del bandolo finale e tutto può essere utile.
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