Tecniche di Nostradamus

domenica 10 novembre 2013

Contestualizzazione e documentazione

Sia nei miei libri che in questo blog ho fornito numerosi esempi del codice usato da Nostradamus per mascherare le sue Centurie. So bene che, nonostante ogni evidenza contraria, risulta sicuramente più affascinante credere che un personaggio rinascimentale abbia saputo descrivere gli eventi futuri con la stessa facilità con cui ciascuno di noi potrebbe scrivere il diario degli eventi passati. Il punto debole della faccenda è che queste previsioni trovano scarsi riscontri nella realtà, come è dimostrato dalla diversità di opinioni di ciascun interprete a fronte di una medesima quartina. Tra l’altro, come ho dimostrato numerose volte riportando il pensiero dei più noti interpreti, ci troviamo spesso in presenza di considerazioni che, pur di conferire un senso a quartine incomprese, appaiono più problematiche delle quartine che pretendono di spiegare.
Questa situazione è la prima ed unica causa che, nel corso dei secoli, ha trasformato in ciarlatano un uomo geniale come Nostradamus, che ben altre cose ci ha raccontato nei suoi versi. E’ come se qualcuno tentasse di spacciare per reali gli stati dell’oltretomba della Divina Commedia di Dante; non farebbe altro che squalificare il sommo poeta.

Mi è stato talvolta rimproverato di deludere le attese altrui: in pratica, di smontare le previsioni del nostro futuro. In realtà, ed ho già avuto modo di dirlo, io non smonto nulla. Certe “interpretazioni” si smontano da sole.
Per quanto mi riguarda, metto in chiaro le cose che capisco e mi astengo su quelle che non capisco. Non posso certamente fingere di leggere in chiave predittiva le quartine che so per certo essere di struttura. Molte di queste le ho spiegate, a volte con semplicità, a volte con difficoltà in quanto, come detto in uno degli ultimi post, alcune spiegazioni richiedono  dimestichezza con una visione complessiva del sistema di codifica. 

L’inosservanza del codice non può che produrre distorsioni interpretative. Non è però simmetricamente vero che le distorsioni vengono prodotte solo dalla inosservanza del codice; esse sono anche il frutto di interpretazioni sganciate da un’adeguata contestualizzazione e non supportate da un’attenta documentazione.
Capisco che il codice non è stato reso da me disponibile, se non frammentariamente; il metodo, però, è stato ampiamente divulgato. Perciò, dal mio punto di vista, la faciloneria con la quale ci si immerge nelle interpretazioni senza contestualizzazione e senza documentazione non ha alibi. Per dimostrarlo, metto sotto la lente la quartina X,13, di facilissima comprensione con un minimo di sforzo, eppure così spesso (mal)trattata con il massimo della leggerezza:



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