Sia nei miei libri che
in questo blog ho fornito numerosi esempi del codice usato da Nostradamus per
mascherare le sue Centurie. So bene che, nonostante ogni evidenza contraria,
risulta sicuramente più affascinante credere che un personaggio rinascimentale
abbia saputo descrivere gli eventi futuri con la stessa facilità con cui
ciascuno di noi potrebbe scrivere il diario degli eventi passati. Il punto
debole della faccenda è che queste previsioni trovano scarsi riscontri nella
realtà, come è dimostrato dalla diversità di opinioni di ciascun interprete a
fronte di una medesima quartina. Tra l’altro, come ho dimostrato numerose volte
riportando il pensiero dei più noti interpreti, ci troviamo spesso in presenza
di considerazioni che, pur di conferire un senso a quartine incomprese,
appaiono più problematiche delle quartine che pretendono di spiegare.
Questa situazione è la prima ed unica causa che, nel corso
dei secoli, ha trasformato in ciarlatano un uomo geniale come Nostradamus, che
ben altre cose ci ha raccontato nei suoi versi. E’ come se qualcuno tentasse di
spacciare per reali gli stati dell’oltretomba della Divina Commedia di Dante;
non farebbe altro che squalificare il sommo poeta.
Mi è stato talvolta rimproverato
di deludere le attese altrui: in pratica, di smontare le previsioni del nostro
futuro. In realtà, ed ho già avuto modo di dirlo, io non smonto nulla. Certe
“interpretazioni” si smontano da sole.
Per quanto mi riguarda, metto in
chiaro le cose che capisco e mi astengo su quelle che non capisco. Non posso
certamente fingere di leggere in chiave predittiva le quartine che so per certo
essere di struttura. Molte di queste le ho spiegate, a volte con semplicità, a
volte con difficoltà in quanto, come detto in uno degli ultimi post, alcune
spiegazioni richiedono dimestichezza
con una visione complessiva del sistema di codifica.
L’inosservanza del codice non può
che produrre distorsioni interpretative. Non è però simmetricamente vero che le
distorsioni vengono prodotte solo dalla inosservanza del codice; esse sono
anche il frutto di interpretazioni sganciate da un’adeguata contestualizzazione
e non supportate da un’attenta documentazione.
Capisco che il codice non è stato
reso da me disponibile, se non frammentariamente; il metodo, però, è stato ampiamente
divulgato. Perciò, dal mio punto di vista, la faciloneria con la quale ci si
immerge nelle interpretazioni senza contestualizzazione e senza documentazione
non ha alibi. Per dimostrarlo, metto sotto la lente la quartina X,13, di
facilissima comprensione con un minimo di sforzo, eppure così spesso
(mal)trattata con il massimo della leggerezza:
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