Questo brano crea un intermezzo nel tema che stiamo trattando da qualche
tempo a questa parte. E’ uno “straordinario”, determinato dalla ragione che
esporrò di seguito.
Come indicato nel post del 3 luglio
2012 “Nostradamus e la particella di Dio”, il numero 137 riveste un ruolo
fondamentale sia nella fisica cosmologica che nella funzione delle Centurie.
Chi ha letto il mio libro “La
Cabala, i Templari, il Graal” avrà notato che ho trattato una serie di temi
per arrivare a dimostrare l’intenzionalità e la credibilità di quel numero
all’interno della Legis Cantio. Avrà anche notato che, poi, ho individuato in
esso l’anello che serve a chiudere il cerchio della sequenza logica su
cui si basa la rivelazione finale.
Ebbene, la novità di adesso è che
mi sono imbattuto in una poesia, scritta dal fisico sovietico Vladimir Fock e
dedicata a Arthur Eddington, uno dei massimi astrofisici del XX secolo. Tale
poesia riguarda, appunto, il numero 137. Eccola (fonte: John D. Barrow: I
numeri dell’universo – Le costanti di natura e la teoria del tutto; Oscar
Mondadori):
Pur se la nostra
mente assai labora,
e ognun
delira e ognun rimane ansioso,
il centrotrentasette
resta ancora
un numero
del tutto misterioso!
Ma
Eddington lo vede molto chiaro,
e accusa
chi gli dice ch’è un somaro.
Quel numero
– egli dice – rappresenta
le dimensioni inver del
nostro mondo!
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