Prima di proseguire, dobbiamo fare
una brevissima digressione (solo questo post), per chiarire un aspetto che non
solo è fondamentale per la spiegazione della quartina II,79, ma lo è anche per
la comprensione del clima generale delle Centurie.
Queste ultime si svolgono in uno
scenario di guerre, distruzioni, calamità che, in realtà, sono un codice che
simboleggia le lotte affrontate dall’interprete per una corretta
lettura.
Tra i protagonisti di queste lotte,
un ruolo preminente è assegnato agli arabi, chiamati con nomi diversi:
orientali, saraceni, popolo della bandiera lunare, etc.
Abbiamo visto come perfino interpreti
autorevoli (sic!), ingannati dall’idea delle vere guerre, abbiano individuato
una presenza araba anche nei versi della quartina II,79.
Per spiegare come stanno realmente
le cose, devo sottolineare che quello che voi state leggendo in questo momento
è un insieme di glifi composti da lettere dell’alfabeto latino e da numeri, a
volte in forma romana e a volte in forma araba. Si tratta di una convenzione
mondiale di scrittura, estesa a tutte le lingue, alla quale si fa ricorso per
agevolare la comunicazione (attenzione a questa parola: comunicazione),
evitando che si debbano imparare i caratteri ebraici, greci e cirillici, gli
ideogrammi cinesi e giapponesi e così via.
Lo stesso criterio, ovviamente, è
stato seguito da Nostradamus, che però ha esasperato il concetto, facendone
“anche” uno strumento di cifratura. Egli, infatti, si avvale dei glifi
alfanumerici per identificare le singole quartine, associando un numero arabo,
da 1 a 942, ad ogni lettera dell’alfabeto latino, estratta dalle frasi in latino.
Lo dice lui stesso, con una
semplicità disarmante, nell’epistola a Enrico II: tanto disarmante, da passare
inosservata agli occhi di migliaia e migliaia di interpreti nel corso dei
secoli.
leurs langues entremeslées à grande societé: la langue des Latins & des Arabes par la communication,
Punique & seront tous ces Roys Oirentaux chassez profligez, exterminez.
le loro lingue mescolate in una
grande società: la lingua dei latini e degli arabi per la comunicazione,
Punica e saranno questi re orientali(?) cacciati sconfitti, sterminati.
Una commistione di lingue dunque, finalizzata alla comunicazione e non ad accordi politici, bellici,
economici. Un’alleanza di lingue per “comunicare”.
Dopo la parola “comunicazione” c’è
una virgola che sembra grammaticalmente inopportuna, mentre è sostanzialmente
azzeccatissima, perché intende segnalare che lì si interrompe il messaggio di
Nostradamus: “per comunicare con l’interprete (attraverso il codice
di cifratura) mi sono avvalso di una associazione tra lettere latine e
numerazione araba. Con la scoperta di questo stratagemma, i re oirentaux
saranno sconfitti e sterminati”.
Vi invito a notare che non si sta
parlando veramente di orientali, tant’è vero che Nostradamus li chiama
“oirentaux” e non “orientaux”. E’ l’ormai consueto sistema dell’errore
“accidentale” che, unito all’inopportunità della virgola, serve per richiamare
l’attenzione dell’interprete su una espressione apparentemente assai banale. Un
modo per dire: “lascia stare gli inesistenti oirentaux; non è
di essi che sto parlando; voglio invece dire che, se capirai l’associazione tra
lettere e numeri, allora “sconfiggerai” il segreto della cifratura; io sto comunicando
con te attraverso questo sistema”.
E’ straordinario! Nostradamus si
esprime esattamente negli stessi termini adottati, oggi, da Wikipedia.
Wikipedia (voce: numerazione araba): i glifi più comunemente usati in associazione all'alfabeto latino sin dai tempi dell'era moderna sono 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Nostradamus: le loro lingue
mescolate in una associazione: lingua dei latini e degli arabi
Incredibile come nessuno si sia chiesto mai perché Nostradamus abbia sentito il bisogno di fare questa puntualizzazione, se non per uno scopo preciso. Forse io e voi, quando scriviamo, sottolineiamo il ricorso alle lettere dell'alfabeto e ai numeri? Ci prenderebbero per pazzi se lo facessimo.
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