Dopo aver verificato la sua funzione crittografica, passiamo adesso ad esaminare il contenuto della Legis Cantio.
Si ritiene, normalmente, che essa intenda lanciare una maledizione, anche se nessuno capisce contro chi.
Cominciamo col dire che il suo titolo ("Legis cantio contra ineptos criticos - Esecrazione contro critici inetti") la dice lunga: si tratta di un'invettiva contro i critici incapaci e, in questo, la lettura generalmente adottata sembra appropriata. Però, a ben vedere, fino a oggi non esiste un solo critico/interprete delle profezie che sia risultato sufficientemente convincente. Segnalatemene uno a prova di contestazione, se lo conoscete.
Ecco, quindi, che l'esecrazione non è "selettiva" (cioè contro questi o quelli), ma vale per tutti, visto che tutti appaiono "inetti". E allora perché Nostradamus scrive le sue profezie, se poi inveisce contro chiunque le studia e le commenta? Il fatto è che lo stesso titolo è un avvertimento a non cimentarsi con l'interpretazione, perché è perfettamente inutile. Così si torna a bomba alla mia lettura, secondo la quale le profezie non sono fatte per essere interpretate da parte di nessuno, per i motivi descritti nell'articolo precedente.
Quindi, nessuna reale invettiva nel titolo, ma solo un avvertimento generalizzato: "lasciate perdere che è meglio!".
Passiamo ai singoli versi.
Quos legent hosce versus maturè censunto,
Chi legge questi versi vi apporti attenta riflessione,
Ovvio che chiunque legga le quartine vi debba riflettere sopra; che bisogno ha Nostradamus di sottolinearlo? Egli sa bene che chiunque legga le quartine si cimenta con le previsioni, dando per scontata la loro natura, senza riflettere realmente. Ecco, quindi, l'invito alla riflessione su "questi versi": sulle quartine e sulla loro natura, certamente, ma anche sui versi della Legis Cantio e su ciò che vogliono veramente dire.
Profanum vulgus & inscium ne attrectato,
I profani e gli ignoranti non li tocchino,
A prima vista il verso è chiarissimo tant'è vero che, contrariamente al precedente invito alla riflessione, nessuno ci ha mai riflettuto sopra.
"Profano" significa "estraneo alle cose sacre", "non iniziato ai misteri".
Nostradamus, nelle sue epistole, più volte qualifica le sue epistole e i suoi versi come "sacre lettere", ingannando coloro che, nell'espressione, pensano erroneamente che egli si riferisca alla Bibbia. Il profano, per Nostradamus, è colui che non è iniziato alla comprensione dei suoi scritti.
"Inscium" significa "che non sa".
Quindi, il senso del verso è che i non iniziati e coloro che non sanno ciò che stanno facendo dovrebbero guardarsi dal perdere il loro tempo.
Omnesq; Astrologi, Blennis, Barbari procul sunto,
Tutti; astrologi, stolti ed incolti non vi si accostino,
Omnes: cioè tutti; ecco la conferma che, stranamente, viene ignorata dagli "interpreti". Segue qualche specifica: "astrologi, stolti e incolti".
Perché mai gli astrologi dovrebbero stare alla larga, considerato che molte quartine contengono riferimenti astrologici? Perfino la lettera a Enrico II contiene una lunga cronologia astrologica.
C'è solo una spiegazione al "divieto": nonostante l'apparenza, le Centurie non hanno contenuto astrologico, tant'è vero che Nostradamus è stato spesso tacciato di dilettantismo in materia a causa dei suoi errori. Appunto! Errori fatti di proposito, per far capire che l'astrologia è estranea alle Centurie. Le presunte quartine astrologiche sono solo dei depistaggi e gli errori nascondono dei significati precisi.
Il bello è che gli stessi "esperti" che tacciano Nostradamus di dilettantesche capacità astrologiche, studiano a fondo le sue quartine e ne traggono le conclusioni. C'è qualcosa che davvero mi sfugge: o Nostradamus viene ritenuto affidabile oppure no. Ritenerlo inaffidabile e studiarlo è, ad essere generosi, semplicemente contraddittorio.
La stessa cronologia astrologica, contenuta nella lettera a Enrico II, ha un significato assolutamente estraneo all'argomento, del tutto inimmaginabile; la questione è in lista per essere chiarita nel mio secondo libro.
Interessante la parola "Barbari" che significa sia "stranieri" (traduzione che in questo contesto non è appropriata) e sia "incolti".
Ancora una volta l'intero verso significa: "lasciate perdere!".
Qui aliter facit, is ritè, sacer esto.
Chi farà altrimenti sarà maledetto secondo sacro rito.
Ho messo la traduzione normalmente adottata, formalmente corretta. In realtà, il verso non contiene alcuna maledizione in quanto "sacer", oltre che "maledetto", significa anche "sacro".
Perciò, una traduzione alternativa potrebbe essere:
"Sia considerato sacro chi farà diversamente, secondo il rituale". In sostanza, l'iniziato che, penetrando le regole di stesura delle "profezie", farà diversamente da come fanno "Astrologi, stolti e incolti", sia considerato "sacro".
In ogni caso, che si voglia tradurre "sacer" come "maledetto" o come "sacro", la vera sostanza non cambia.
Infatti, a Nostradamus, abituato a giocare con le parole come nessun altro (ricordate "le parole luminose?"), non può essere sfuggito che "sacer" è anagramma di "Cesar", colui al quale egli affida le sue "profezie". Perciò:
"Sia solo Cesare a fare diversamente, rispettando le regole".
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