La "Legis Cantio" ricopre due ruoli e nessuno dei due coincide con l'interpretazione corrente che vede in essa una invettiva contro chissà chi. Se così fosse, allora bisognerebbe domandarsi che senso avrebbe l'esistenza stessa delle Centurie, visto che l'invettiva vieta di interpretarle.
La "Legis Cantio", anzitutto, è essa stessa parte integrante della chiave complessiva di decifrazione. In secondo luogo, fornisce delle indicazioni sul corretto atteggiamento di lettura delle Centurie. Tratteremo i due aspetti separatamente, cominciando adesso col primo.
Non posso dare, ovviamente, spiegazioni complete; però posso proporre alcune questioni che rivelano la natura crittografica della quartina. Sono le questioni sulle quali veniamo invitati a riflettere sin dal primo verso: "Chi legge questi versi vi apporti attenta riflessione".
Una prima osservazione riguarda le fasi di pubblicazione delle quartine: 353 nel 1555; 289 nel 1557 e 300 nel 1566, per un totale di 942.
Ebbene, la prima fase è accompagnata dall'epistola a Cesare, che racchiude delle frasi in latino. La terza fase è accompagnata dall'epistola a Enrico II, che racchiude anch'essa delle frasi in latino. E' un caso che anche la seconda fase contenga una quartina in latino? Non viene da riflettere sulla costante "latina" che accompagna ogni fase della pubblicazione?
Non è lo stesso Nostradamus, nell'Epistola a Enrico II, a dire che "sarà la setta Barbara di tutti i Latini grandemente afflitta e scacciata"? Non è forse vero che la quartina V,50 parla di "passaggio Latino aperto"? Nessuno ha mai pensato, finora, che queste espressioni si riferiscono al ruolo che le frasi in latino rivestono nel dissipare l'oscurità (barbarie) delle Centurie, "aprendo il passaggio" alla loro interpretazione. Non mi dilungo oltre su questo aspetto, in quanto la questione è affrontata un po' più compiutamente nel "Vero codice di Nostradamus".
Se è vero che la "Legis Cantio" è una chiave, ed è così, allora è in questa ottica che assume un significato ben preciso l'uso di una lettera o di una parola piuttosto che un'altra nella composizione dei versi, dando una spiegazione plausibile al rimaneggio dei versi originali di Crinito compiuto da Nostradamus.
Un'altra osservazione riguarda la collocazione della "Legis Cantio"; essa divide in due parti le Centurie, riservando alla seconda parte 342 quartine, pari al numero delle lettere che compongono la più lunga delle frasi latine, trascritta di seguito (epistola a Enrico II). E' un caso?
Multa etiam o rex omnium potentissimè praeclara & sanè in brevi ventura sed omnia in hac tua epistola innectere non possumus nec volumus sed ad intelligenda quaedam facta horrida fata pauca libanda sunt quamvis tanta sit in omnes tua amplitudo & humanitas homines déosque pietas ut solus amplissimo & Christianissimo Regis nomine & ad quem summa totius religionis auctoritas deferatur dignus esse videare
La suddivisione delle Centurie in due parti, rispetto alla Legis Cantio, ha anch'essa una funzione precisa, tant'è che viene esplicitamente menzionata da Nostradamus con il riferimento all'anno 1792.
Anno 1792
In pratica, Nostradamus ci dice che, se la Legis Cantio sta al posto 600, è perché solo in quella posizione e non in altra può svolgere la sua funzione.
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