Tecniche di Nostradamus

martedì 17 dicembre 2013

Filippo il Bello: il pirata

Quando ho iniziato questa narrazione, ho promesso che avrei accennato alla sua contestualizzazione in uno scenario più ampio.

A questo fine, prima di approfondire la X,13, segnalo che nella mia ricostruzione essa è preceduta dalla X,1, che mi sembra si integri perfettamente:


 Al nemico, il nemico la sua promessa
non manterrà,  trattenuti i prigionieri:
Preso, calpestato, morto e il resto spogliato dei beni[1],
(Con)dannato il resto per essere sostenuto.

Sapendo che la quartina X,1 dovrebbe precedere la X,13, mi pare di leggere in essa la conferma dell’esistenza di due nemici (Filippo il Bello e i Templari), di una promessa infranta (il debito finanziario contratto da Filippo coi Templari e non più rimborsato), di prigionieri, di morte, di confisca di beni, di un resto che va messo in salvo. Presa isolatamente, la quartina può significare tante cose, ma unita alla X,13 ne significa una sola. Ci torneremo velocemente sopra quando quest’ultima risulterà chiara. Il nesso risulterà innegabile.

Per il momento mi limito a segnalare la possibilità che quel “damné” dell’ultimo verso manchi della sillaba iniziale “con”. La parola, cioè, starebbe per “condamné” (condannato), anziché per “damné” (dannato).
Un esempio del genere è stato già incontrato nella quartina I,76 a proposito della parola “duira”, che proponeva l’alternativa tra “seduira” (sedurrà) e “conduira” (condurrà). In quella occasione, solo dopo aver esaminato tutto lo scenario abbiamo optato per “sedurrà”.

Può essere interessante sapere che la quartina fa il paio con i versi 91-93 del XX canto del Purgatorio:

Veggio il nuovo Pilato sì crudele
che ciò nol sazia; ma senza decreto
porta nel Tempio le cupide vele.

Qui Dante allude a Filippo il Bello, chiamandolo “nuovo Pilato” perché  consegna Bonifacio VIII ai Colonna, come Pilato consegnò Cristo agli Ebrei, ed anche perché si dichiara ipocritamente estraneo ai fatti di Anagni; nel 1307 egli porta le sue “cupide vele”, come un pirata, all’arrembaggio del tesoro dei Templari; il “decreto papale”, necessario per uno scioglimento legittimo dell’Ordine, arriverà solo nel 1312.

Quante cose ci sarebbero da dire…




[1] “Lasciato in camicia” è pressappoco l’equivalente dell’italiano “lasciato in mutande”, “privato di ogni bene”. Il 14 settembre 1307 il re ha inviato un messaggio segreto ai siniscalchi del regno, ordinando l’arresto dei Templari alla data stabilita e la confisca dei loro beni.

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