Tecniche di Nostradamus

sabato 7 dicembre 2013

X,13: scenario

Con disappunto di coloro che non sopportano più l’invadente argomento dei Templari, sono costretto a riprendere la questione perché, come sappiamo dal mio libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”, è per essi che Nostradamus scrive.

Prima di esaminare la quartina X,13, diamo uno sguardo alla leggenda che sta sullo sfondo.

Si narra solitamente che, quando Filippo il Bello dispose la retata dei Templari, all’alba di venerdì 13 ottobre 1307, questi ultimi vennero catturati di sorpresa. Per inciso, è da quella data che è nata la superstizione che vede come sfortunato ogni venerdì 13.

Quasi nessuno crede a questa versione dei fatti. I Templari erano numerosi, potenti ed organizzati. Erano inoltre infiltrati ovunque. La loro rete di complicità e di mutua assistenza era impenetrabile ed efficiente. Assai improbabile che non fossero informati dell’imminente cattura. Trovandosi quasi certamente nell’impossibilità di dileguarsi in massa, hanno probabilmente organizzato delle vie di fuga per alcuni di loro, magari con qualche forma di sorteggio, con l’intento di salvare quante più vite fosse stato possibile e di portare al sicuro il loro tesoro; forse anche lo stesso “Graal”.
In assenza di dati storici comprovati, dobbiamo necessariamente proseguire con un ragionamento per ipotesi di probabilità approdando, infine, al racconto di Nostradamus.
Non è pensabile, strategicamente, che i fuggitivi abbiano pianificato un’unica spedizione. Avranno “frazionato” il rischio, dividendosi in gruppi, ciascuno dei quali avrà preso direzioni diverse; avranno pianificato i contatti futuri; avranno pianificato il nascondiglio o i nascondigli del loro tesoro.
Una volta in salvo, e considerato l’esito funesto dell’esperienza precedente, sono entrati in clandestinità e ci sono rimasti.
Esistono delle leggende su questa fuga, ed è una di queste che ci interessa particolarmente: quella ripresa, 250 anni dopo, da Nostradamus e narrata nella quartina X,13.


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