La seconda incongruenza non è una vera e propria
incongruenza, ma una stonatura, che dobbiamo necessariamente analizzare per il
futuro sviluppo del discorso.
Sappiamo di essere in presenza di una genealogia priva di
senso, dal momento che Giuseppe è solo padre putativo di Gesù.
Il fatto è che tutti, anche oggi, tendono a ricercare un
vincolo di sangue tra Gesù e Davide, dalla cui discendenza le profezie bibliche
avevano preannunciato l’avvento del Messia. La questione è fondamentale: l’assenza di
questo vincolo tra Davide e Gesù farebbe fallire la promessa divina che sta
all’origine della fede cristiana. Se Gesù non è discendente di Davide, allora
non è l’uomo della promessa; sarà pure stato un grande uomo, ma non è quello
della profezia.
A titolo esemplificativo, ecco un paio di brani del
Vecchio Testamento:
- in Samuele II (7, 12), Dio promette a Davide: “Io
farò sussistere la tua prole dopo di te, cioè il seme che uscirà dalle tue
viscere, e renderò stabile il suo regno”.
- nei Salmi (132, 11) leggiamo: “Il Signore giurò a
Davide una promessa da cui non si ritrae: Un rampollo della tua
stirpe io porrò sul tuo trono”.
Abbiamo già visto che anche la Chiesa tenta di avallare
la presentazione di Matteo con la motivazione di una discendenza comune da Davide
sia di Giuseppe che di Maria;
Lo stesso Matteo (20, 30) fa gridare ai ciechi che
implorano Gesù: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi”.
Ma allora, se perfino Matteo riconosce Davide come
principale capostipite di Gesù, come mai, anche volendo ignorare il problema
“Giuseppe”, egli parte da Abramo, nella sua genealogia, e non da Davide? Perché
la Chiesa ignora questa domanda, quando si preoccupa di far risalire a Davide
il vincolo di sangue? Qui sta la stonatura.
Guardate che io non sto negando che Gesù sia il Messia o
che sia legato a Davide da un vincolo di sangue per via materna: questo è
rimesso alla “fede” di ciascuno di noi. Da ricercatore, sto solo tentando di
mettere in evidenza il nonsenso della cronologia di Matteo e di tutte le
spiegazioni che sono state date al riguardo.
Facciamo un esempio libero dai condizionamenti religiosi!
Supponiamo che io discenda da Napoleone (Davide) e che il trisavolo di
Napoleone sia il famoso Peppone (Abramo). Se voglio esaltare la mia discendenza
dall’imperatore francese, parto da lui e non da un suo antenato, per quanto
prestigioso costui possa essere. La partenza da quest’ultimo oscura, anziché esaltare,
l’anello della catena che voglio mettere in evidenza; anzi, più Peppone è
prestigioso (come nel caso di Abramo), minore è l’attenzione riservata
all’anello intermedio (Napoleone-Davide).
Perciò, se uno vuol ricostruire e spiegare, non può
affermare che una genealogia che parta da Peppone abbia lo scopo di dimostrare
la mia discendenza da Napoleone.
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