Settemila anni un altro terrà la sua Monarchia (I,48).
Ho scritto più volte che Nostradamus usa un suo vocabolario per tradurre in linguaggio allegorico le modalità espressive sottostanti.
Sappiamo dal mio libro che la parola "Monarchia" viene utilizzata per indicare le 942 quartine delle Centurie; infatti, quando nell'epistola a Enrico II il veggente scrive che la "Monarchia Cristiana sarà sostenuta e aumentata", intende dire che le 942 quartine delle Centurie saranno confermate e aumentate da 942 a 1080 con le 138 quartine dei Presagi.
Quindi, i settemila anni della Monarchia di Nostradamus, che fanno il paio con i 7000 anni del ciclo temporale di Roussat, sono da leggersi come un qualche tipo di legame tra il numero 7000 e la fine delle Centurie, corrispondente alla quartina 942 (la X,100), l'ultima.
Ugualmente, mentre per Roussat il 2242 indica la possibile data di fine del mondo, per Nostradamus il numero indica la fine del "suo mondo" che, in base al suo personale dizionario, è costituito anch'esso dalle Centurie. Il 2242, per Nostradamus, è pertanto la fine delle profezie: non la scadenza, come si è istintivamente portati a pensare, ma l'ultima quartina (la X,100). Questa è l'ipotesi di partenza; si tratta di andarla a verificare.
Ed ecco l'ultima quartina:
X,100
Le grand empire sera par Angleterre,
Le pempotam des ans plus de trois cens:
Grandes copies passer par mer & terr,
Les Lusitains n'en seront pas contens.
Le prime lettere di ogni verso sono L-L-G-L; analogamente al numero 2242, la prima lettera è uguale alla seconda e alla quarta. Probabilmente esiste, da qualche parte, un'indicazione ancora da scoprire che permette di abbinare il 2 alla "L" e il 4 alla "G". Già così, tuttavia, la successione delle lettere, uguale a quella delle cifre, è fortemente indiziaria.
Nella forma dell'alfabeto latino così come adottata da Nostradamus, la L è la decima lettera e la G è la settima lettera. Ricordo che, nel corso del tempo, l'alfabeto latino ha subito diverse modifiche, aggiungendo anche la "J" e la "K". Perché il latino? Semplicemente perché Nostradamus fa abbondante ricorso a questa lingua per la costruzione delle sue chiavi.
Moltiplicando L x L x G x L, cioè 10 x 10 x 7 x 10 si ottiene 7000.
Abbiamo a che fare con due indizi forti e coincidenti (2242 e 7000) che per Nostradamus segnalano l'ultima quartina delle Centurie, cioè la fine del "suo" mondo, con il ricorso alle lettere (LLGL). Gli stessi numeri, per Roussat, segnalano la fine del mondo in senso proprio o, comunque, la fine di cicli importanti.
Il quarto verso della già vista quartina I,48, che recita "Allora si compie e termina la mia profezia", assume ora una luce diversa, del tutto simile a quel 14 marzo 1557 che, come sanno i lettori del mio libro, indica l'inizio delle profezie. Questo è il terzo indizio, di natura logica, che porta a concludere come Nostradamus abbia voluto contrassegnare la chiusura della sua opera così come ne aveva contrassegnato l'inizio.
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