Tecniche di Nostradamus

venerdì 17 giugno 2011

Nostradamus e le triplicità di Roussat

Assieme ai cicli di 7000 anni e di 354 anni e 4 mesi, Roussat prevede anche dei cicli di 240 anni, connessi a certe disposizioni dei pianeti che chiama con il termine di "triplicità"; per l'esattezza, "triplicità di terra", triplicità di aria", triplicità di acqua", "triplicità di fuoco".
Non ci interessa, naturalmente, approfondire le convinzioni di Roussat, se non per gli aspetti che vengono ripresi da Nostradamus che, in effetti, parla di "triplicità" solo nella quartina I,50:

Nascerà dall'acquatica triplicità,
Da uno che renderà festivo il giovedì:
La sua fama, lode, regno, potenza crescerà,
Da terra e mare tempesta agli Orienti.


Ora, per espressa indicazione di Roussat, la triplicità acquatica termina nel 1642. Siamo assolutamente lontani dall'epoca alla quale si riferisce la quartina I,50 che è strettamente legata all'atteso Grande Monarca (cfr. La barca del pescatore).

In effetti, Nostradamus ha attinto a piene mani nella terminologia usata da Roussat nel suo capitolo sui cicli di 240 anni, come sempre con un significato profondamente diverso da quello originario.
Un caso eclatante può essere rintracciato nella formulazione di Roussat: "Poi verrà la famosa congiunzione tra Giove e Saturno che si produrrà presso la testa d'Ariete nell'anno 1702…omissis… e si produrranno grandi mutazioni e sconvolgimenti". Nostradamus riprende l'espressione nella quartina I,51:

Capo d'Ariete, Giove e Saturno,
Eterno Dio quali mutamenti!
…..

Mi dispiace per i mal di testa che gli interpreti si sono fatti venire attorno a questa quartina che, nonostante l'apparenza, non ha natura astrologica.

Capo d'Ariete, Giove e Saturno significa, semplicemente, "testa" o "inizio" di Ariete, Giove e Saturno; cioè "A", "I" (Iupiter nell'originale francese) e "S". Nostradamus usa gli stessi termini, in forma più esplicita ("commencement d'Aries" o "inizio di Ariete") nel suo Almanacco per il 1562.
Non si tratta di espressioni astrologiche, quindi, ma di lettere che sono necessarie per mettere ordine nella chiave di decodifica: i "mutamenti" del secondo verso della quartina.

Mi fermo qui, con Roussat. A me interessava fare semplicemente notare che gli spunti presi da quest'ultimo, così come era avvenuto per Tritemio, sono solo delle ispirazioni (mascherate da plagio) grazie alle quali Nostradamus riesce a depistare i suoi interpreti. Di plagio vero, come sostengono in molti, non c'è neanche l'ombra.

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