Tecniche di Nostradamus

sabato 17 ottobre 2015

Nostradamus e la criptografia

Ritengo che si possa dare per scontato che l’epitaffio contenga dei messaggi nascosti. Il presupposto di base è che, nelle Centurie, ogni insignificante dettaglio, anche grafico, rivesta una precisa funzione. Abbiamo avuto troppe dimostrazioni, al riguardo, per non allertarci anche quando ci troviamo alle prese con qualcosa che non capiamo.

Quando parlo di messaggio nascosto, non intendo qui riferirmi specificamente a un testo con un contenuto discorsivo. Voglio solo dire che l’epitaffio contiene numerosi indizi, coerenti con tutte le forme di steganografia (arte dell’occultamento dei messaggi) dell’epoca, idonei a fornire una qualche indicazione di qualsiasi tipo (numeri significativi o semplici parole). Sicuramente, a meno che non si tratti di una straordinaria coincidenza, cosa che con Nostradamus ho imparato ad escludere, esso cela anche l’enigma di base per l’interpretazione di molti punti oscuri delle Centurie.

Rimandando alla conclusione dell’argomento la trattazione di quest’ultimo enigma, vorrei intanto focalizzare l’attenzione sulle diverse anomalie che contraddistinguono il testo dell’epitaffio, facendo rilevare che proprio le anomalie grafiche costituiscono il punto forte di molte tecniche di occultamento dei messaggi segreti. Del resto, lo stesso Nostradamus fa un uso frequente di queste apparenti anomalie, soprattutto nelle epistole; non c’è dunque da meravigliarsi se le estende anche al testo dell’epitaffio. Tuttavia, per mostrare che queste tecniche sono abituali nella codifica dei messaggi e per cominciare a dare un’idea di carattere generale, propongo due esempi di origine e natura diversa; entrambi sono tratti dal libro di F.L. “Bauer: Decrypted secrets  - methods and maxims of cryptology”.

Il primo, di Francis Bacon (1561-1626, quasi contemporaneo di Nostradamus), si basa sulla differenza grafica di una “e”; nel caso specifico, le due forme di “e” nella parola “Manere”. 


Il secondo, invece, riguarda la scritta alla base di una statua le cui lettere, in parte, sono dei numeri romani che, sommati, danno 1766, anno in cui la statua è stata eretta.


 Se volete controllare, vi agevolo il compito:

50+5+500+5+1+100+5+5+5+500+5+10+5+5+100+50+1+5+1+100+1+100+100+5+1+100+1=1766

Non ho scelto a caso questi due esempi; li ho scelti perché sembra che l’epitaffio di Nostradamus ne contenga di analoghi, oltre ad altri di tipo diverso.

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