Passiamo
al secondo verso della quartina V,62:
Sol
Orient, Saturne Occidental
Il verso sembra alludere a una rappresentazione
simbolica; al massimo, sembra indicare chissà quale configurazione astrologica.
Fatto sta che nessuno capisce; e questo impedisce un corretto inquadramento
della quartina. Ramotti non vede di meglio che un riferimento al Giappone, al
“Sol levante”. Sangue, Giappone, navi affondate… cos’è questo, se non la
visione di una guerra?
Estendiamo lo sguardo oltre Nostradamus e diamo
un’occhiata a Malachia, con i suoi ultimi motti in ordine inverso:
Petrus Romanus – Francesco
Glora Olivae – Benedetto XVI
De labore solis – Giovanni Paolo II
“De labore solis”: il travaglio del sole.
Ci si è sempre domandati perché sia stato associato
il sole a Giovanni Paolo II. Forse per il suo carattere solare; forse perché ha
illuminato il mondo con i suoi faticosi viaggi e con la sua parola… forse…
forse… forse…
Le spiegazioni, più o meno adeguate, si sono
sprecate.
Nostradamus ci dà la sua, di spiegazione, ammesso
che conoscesse i motti di Malachia; anche se non li ha letti, nel suo verso ha
praticamente duplicato il motto che ci interessa. Tuttavia, con molta
probabilità la sua spiegazione è quella autentica se, come si sospetta,
Malachia non è stato altro che un suo nome di copertura. Ne abbiamo già parlato
in passato nel post “Nostradamus e le profezie di Malachia”.
Conoscendo adesso i rudimenti della Cabala, e
sapendo che nella lingua ebraica scritta le vocali sono omesse, possiamo
aggiungere che i nomi Michel e Malachie hanno lo stesso valore gematrico e,
pertanto, sono interscambiabili.
In latino, la parola “labor” significa “lavoro,
fatica, laboriosità, travaglio”.
Certamente si addicono a Giovanni Paolo II la fatica e la laboriosità,
se si presta attenzione al suo temperamento solare e al suo impegno
instancabile.
Ma la spiegazione di Nostradamus è un’altra: il “de
labore solis” di Malachia per lui significa “travaglio del Sole”, inteso come
travaglio di un parto che ha luogo ad est, dove nasce il Sole.
Nei versi, egli usa le parole “Sol Orient”, perché
il sole nasce ad oriente, come il nostro Papa, venuto da un paese dell’est
europeo, al di là della cortina di ferro. E la sua missione nasce con
travaglio; il travaglio di ogni nascita, ma anche un travaglio reso
particolarmente difficile dalla situazione politica della Polonia, oppressa dal
regime comunista.
Ecco perché le due definizioni, “De labore solis” e
“Sol orient”, coincidono.
Wojtyla può ben essere paragonato al sole, dunque,
in relazione alla sua provenienza. Per coerenza, nella fase di maturità può
essere paragonato a Saturno, che governa su tutto il creato.
Ma Saturno è anche Kronos, il dio del tempo. Quindi,
Wojtyla viene fuori da un Paese dell’est, come il sole che nasce ad oriente
(“de labore solis” di Malachia e “Sol orient” di Nostradamus), e invecchia
(Saturno/Kronos, con riferimento al tempo)
in Occidente, dove governa su tutta la Chiesa (Saturno che domina su
tutto il creato). Nascita e tramonto, est e ovest, Polonia e Vaticano.
Sur les rochers sang on verra plouvoir,
Sol
Orient, Saturne Occidental
Sangue sulle rocce si vedrà piovere,
Nasce a est, domina e muore
a ovest
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